Ingredienti
- 1kg Acciughefresche
- 1 limone
- 1 ciuffetto Prezzemolo
- 30gr Farina 00
- 1/2 litro olio arachidi
- qb Sale
Direzione
Acciughe Fritte
Le Acciughe Fritte sono un piatto versatile si possono servire come antipasto o come secondo piatto gustoso e saporito ideale per un pranzo od una cena, a base di pesce, in famiglia o con amici.
Per le Acciughe Fritte
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina,
i ciuffetti di prezzemolo che serviranno per la guarnizione del piatto
e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, il limone,
tagliarlo a fettine che serviranno per la guarnizione del piatto
e tenere da parte.
In un piatto fondo mettere la farina
e tenere da parte.
Lavare sotto acqua corrente le acciughe,
togliere la testa e coda, diliscarle,
asciugarle con carta assorbente da cucina
e passarle nella farina.
In una padella antiaderente
mettere a scaldare l’olio di arachidi.
Mettere a friggere le acciughe infarinate,
farle dorare da ambo le parti in modo che risultino croccanti.
Prelevarle dalla padella con un mestolo forato
e disporle su carta assorbente da cucina
per far rilasciare l’olio in eccesso.
Disporle ordinatamente su di un piatto di portata,
spolverizzarle di sale e guarnire con ciuffetti di prezzemolo
e fettine di limone.
Servire in tavola
direttamente sul piatto di portata preparato.
Nota
Le Acciughe Fritte si possono accompagnare con patatine fritte o con verdura fresca di stagione
L’acciuga o alice (Engraulis encrasicolus (Linnaeus, 1758)) è un pesce osseo marino appartenente alla famiglia Engraulidae di grande importanza economica. Acciuga deriva dal latino volgare apiua o apiuva per il classico aphyē, dal greco ἀφύη aphýē, nome di un piccolo pesce. Il termine alice, di area italiana meridionale, napoletana e siciliana (alici), deriva dal latino hallēx, allēx, alēc, hallēc o allēc, -ēcis, una salsa simile al garo, fatta con interiora fermentate di pesce, e a sua volta dal greco ἁλυκόν halykón, da confrontare con ἁλυκίς halykís (“salamoia”)
La specie è diffusa nell’Oceano Atlantico orientale, tra la Norvegia ed il Sud Africa. È presente e comune anche nei mari Mediterraneo , Nero e D’Azov. Alcuni esemplari sono stati catturati nel canale di Suez; si tratta quindi di una delle poche specie di pesci mediterranei che hanno intrapreso una migrazione verso il Mar Rosso in senso contrario a quello dei migranti lessepsiani. Si alimenta di giorno. Si nutre di zooplacton, le prede principali sono crostacei copepodi e stadi larvali di molluschi.
L’acciuga è una delle specie ittiche più importanti per le marinerie del mar Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico temperato caldo europeo. La sua cattura avviene con vari metodi (reti da strascico, reti da posta, ecc.), ma principalmente con un’apposita rete da circuizione nota come ciànciolo, in cui i banchi di acciughe e altri piccoli pesci pelagici vengono attratti da fonti luminose (lampàre). Nell’area mediterranea il bacino più produttivo risulta il mar Adriatico con l’80% dello sbarcato italiano. La misura minima per la commercializzazione nella UE è di 9 cm.
L’acciuga ha carni buone che vengono consumate sia fresche (ad esempio ripiene), sia conservate in svariati modi: sotto sale, sott’olio, come pasta d’acciughe, ecc. Le acciughe conservate entrano a loro volta in numerose ricette; ad esempio in Piemonte, dove in passato grazie alla conservazione sott’olio o sotto sale erano uno dei pochi pesci di mare tradizionalmente disponibili, oltre che alla base della bagna càuda sono utilizzate come antipasto sotto forma di acciughe al verde.
È oggetto, soprattutto nel mar Adriatico, di sovvrapesca. Si stima che la sola flotta di Chioggia in estate rigetti in mare tra le 6 e le 9 tonnellate al giorno di acciughe (e sardine) morte, per ogni coppia di navi, a causa del prezzo di mercato non remunerativo. Gli stock ittici si sono notevolmente ridotti nell’arco degli ultimi decenni.