Agnello in crostaAgnello in crosta
L’Agnello in crosta è un secondo piatto elegante e raffinato ideale da preparare per le festività pasquali. L’Agnello in crosta è un secondo piatto saporito che piace a tutti a grandi ed a piccini.
Per l’Agnello in crosta
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina,
- il lombo di agnello e tenere da parte.
- la zucchina, tagliarla a fettine sottili e tenere da parte.
- la carota, pelarla, tagliarla a fettine sottili e tenere da parte.
- Pulire, lavare, tritare lo scalogno o tagliare a rondelle il cipollotto e tenere da parte.
In una pentola con acqua bollente salata,
scottare le zucchine e le carote a fettine per pochi minuti e tenere da parte.
Condire bene il lombo d’agnello con sale,
pepe e olio evo, rosolarlo da tutte le parti
in una padella antiaderente capiente.
Sul piano di lavoro,
stendere la sfoglia distribuire uno strato abbastanza compatto di verdure
scottate ed intiepidite ed alcune rondelle sottili di cipollotto o scalogno tritato.
Appoggiare sopra il lombo di agnello
raffreddato un po’ ed alcuni fiocchetti di burro.
Arrotolare intorno la pasta al lombo,
sigillando bene ai bordi.
Spennellare l’involucro con burro fuso
e polverizzare un po’ di sale.
Sistemarlo su di una leccarda da forno
ricoperta da carta da forno e cuocere a forno caldo a 220°C per 20 minuti.
Togliere dal forno ed affettare il lombo in crosta.
Vino consigliato:
Friuli Collio Merlot DOC
Nota
L’Agnello in crosta è un secondo piatto elegante e raffinato
ideale da preparare per le festività pasquali.
Un secondo piatto saporito che piace a tutti a grandi ed a piccini.
Lo scalogno o Allium ascalonicum ,
detto anche scalogna, è una pianta della famiglia delle Liliaceae.
È affine alla cipolla, con la quale condivide molte caratteristiche
e similitudini di utilizzo.
Il nome designa tanto la pianta quanto il suo bulbo.
Le prime zone in cui lo scalogno è comparso si trovano in Asia centrale,
regione in cui molte specie esistono ancora allo stato selvatico.
Da qui la pianta si sarebbe diffusa verso l’India
e verso il Mediterraneo orientale,
anche se le zone esatte in cui le prime varietà di scalogno
sarebbero state addomesticate non sono ancora state individuate.
Lo scalogno che coltiviamo attualmente arrivò in Europa tra il XII-XIII secolo per opera dei crociati che rientravano dalla Terra Santa. Alcune fonti riportano che lo scalogno sia stato introdotto nelle Americhe da Hernando de Soto durante la sua esplorazione della Louisiana, dove infatti è diffusa la coltivazione di una varietà di scalogno gigante bianco (giant white shallot), che è in realtà un incrocio fra lo scalogno e la cipolla di inverno (Allium fistulosum). Lo scalogno è una pianta erbacea poliennale, ma viene usualmente coltivata come annuale. A differenza delle altre piante della sua famiglia, come aglio e cipolla, in genere non produce fiori,motivo per cui molte varietà, selezionate per l’alimentazione umana, non sono diffuse allo stato selvatico. Per tradizione lo scalogno è sempre stato riprodotto per via vegetativa. Prima dell’utilizzo si deve eliminare la parte esterna di consistenza cartacea e tagliarne le estremità. Non si devono mai mettere gli scalogni sotto l’acqua per mitigare il bruciore che provocano agli occhi, poiché questo influisce negativamente sul loro sapore. I bulbi hanno un sapore meno intenso della cipolla, più aromatico e leggermente agliaceo, ma, a differenza dell’aglio, non sono troppo acri. In generale proprio per il suo delicato e caratteristico apporto aromatico lo scalogno è proposto come sostituto della cipolla per l’elaborazione di antipasti e piatti di portata nella cucina più raffinata o più attenta ai gusti delicati, ha inoltre il vantaggio di appesantire di meno l’alito.
Lo scalogno viene consumato sia cotto che crudo, anche se quest’ultimo uso è più consigliato perché, ad esempio, nei soffritti, di cui è suggerito come base per zuppe o risotti, lo scalogno tende a divenire amaro. Lo scalogno contiene inoltre leggermente meno acqua della cipolla, pertanto è più soggetto a carbonizzare durante la cottura.
In Europa è impiegato nella preparazione di insalate, frittate e torte salate o quiche, ma è soprattutto utilizzato per aromatizzare preparazioni di diverso tipo, quali antipasti, contorni e salse fini come la salsa Bordolese o la salsa Bernese. In Europa del Nord e in particolare in Francia, ad esempio, lo scalogno è da sempre usato, dopo essere stato pestato nel mortaio e mescolato con burro o formaggi cremosi, per accompagnare grigliate di pesce o di carne.
Nella cucina regionale italiana, i bulbi finemente tagliati a mano sono presenti in molti sughi per tagliolini o tagliatelle all’uovo. Nella cucina Mediterranea, lo scalogno viene talvolta utilizzato al posto del limone per aromatizzare i frutti di mare crudi.
In Italia le varietà più diffuse nel commercio al dettaglio sono l’IGP di Romagna e le varietà importate dalla Francia.