Alette di Tacchino o Pollo in Padella
Le Alette di Tacchino o Pollo in Padella sono un antipasto saporito ed appetitoso, ottimo da gustare a pranzo od a cena con familiari ed amici.
Per le Alette di Tacchino o Pollo in Padella
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
In un piatto fondo sbattere le uova ed 1 pizzico di sale
con una forchetta e tenere da parte.
In un piatto fondo mettere il pangrattato e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina,
le foglie di prezzemolo, tritarle e tenere da parte.
Pulire, lavare la cipolla e tenere da parte.
Pelare l’aglio e tenere da parte.
Pelare, lavare, la carota e tenere da parte.
Lavare, pestare con la lama di un coltello la gamba di sedano,
tagliarla a pezzettoni e tenere da parte.
Passare le alette di tacchino o pollo sulla fiamma in modo da bruciare l’eventuale piumaggio residuo,
lavarle, asciugarle con carta assorbente da cucina.
Disporre le alette in una pentola piena di acqua fredda leggermente salata.
Aggiungere la carota, la cipolla intera, il prezzemolo,
il sedano, l’aglio e far bollire per 35 minuti a pentola coperta ed a fuoco moderato.
Scolarle, disossarle delicatamente
e far raffreddare completamente.
Passare le alette nell’uovo sbattuto poi nel pangrattato.
In una padella antiaderente mettere a sfrigolare il burro
Aggiungere le alette impanate,
rosolarle bene in ogni loro parte, girandole.
Metterle su carta assorbente da cucina per rilasciare l’unto in eccesso.
Servire le alette in tavola su piatto di portata.
Nota
Le Alette di Tacchino o Pollo in Padella si possono accompagnare con una salsa di pomodoro servito in salsiera, insieme alle alette o con verdure in pinzimonio.
I tacchini (genere Meleagris) sono gallinacei snelli, con zampe piuttosto lunghe ed ali e coda proporzionalmente corte. Testa e parte superiore del collo appaiono bitorzolute, e dalla mandibola superiore del becco, breve robusto ed arcuato, pende nel maschio un’ escrescenza carnosa ed erettile di forma conica quando contratta e flaccida e pendula negli altri casi. Il tacchino “gloglotta”, quindi il suo verso è un gloglottio. In Europa, il tacchino fu introdotto poco dopo la scoperta dell’America. Nel XVI secolo esso era ancora rarissimo e ricercato, mentre oggi è uno dei più diffusi tra gli uccelli domestici. Il tacchino viene utilizzato soprattutto per la carne, l’incubazione, le uova e la piuma.
Grande consumo di tacchini si fa in alcuni paesi, specialmente in Inghilterra, per le feste di Natale. I maggiori paesi esportatori sono il Canada, l’Irlanda, l’Ungheria e la Iugoslavia.
In Italia si allevano tacchini di piccola mole (in parte esportati) soprattutto nell’Emilia e nel Mezzogiorno. Razze Italiane: Brianzolo, castano precoce, bronzato comune, bronzato dei colli Euganei, ermellinato di Rovigo, nero d’Italia, parma e piacenza, romagnolo. La carne di tacchino si distingue per il suo elevato apporto nutritivo associato ad una contenuta presenza di grassi, si tratta di una carne che dona tante proteine e pochi grassi e ciò spiega la sua affermazione nella cucina italiana. Tra i diversi tagli di carne di tacchino è molto nota la fesa, la parte corrispondente al petto del volatile, la quale può essere gustata sotto diverse forme. La fesa di tacchino è venduta intera, a fettine e come salume. La fesa intera è perfetta per la preparazione di arrosti delicati e magri, mentre le fettine possono essere cucinate in padella in pochi minuti, con burro e salvia o accompagnandole a verdure saltate. Dai muscoli del petto dei tacchini viene anche ricavato un ottimo salume, insaccato in una rete elastica e affumicato o spennellato sulla superficie con del caramello. Questo salume è ottimo da tagliare a fette e da gustare da solo oppure accompagnandolo con una saporita salsa tonnata o maionese. La salsa fatta con tonno, maionese, capperi, acciughe, limone e pepe è un connubio ideale tra la carne di tacchino e la salsa tonnata ottima anche per la preparazione di panini imbottiti. La più antica rappresentazione di un tacchino in pittura in Europa si trova nella “Stanza degli Uccelli” di Villa Medici a Roma, fatta affrescare a Jacopo Zucchi nel 1576-1580 da Ferdinando I De’ Medici.