Aragosta Lessa
L’Aragosta Lessa è un secondo piatto molto raffinato e gustoso, ideale da servire in pranzi o cene importanti.
Per l’Aragosta Lessa
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare sotto acqua corrente l’aragosta,
asciugare con carta assorbente da cucina,
legare la coda contro l’addome e tenere da parte
Pulire, lavare, tagliare i 4 parti la cipolla
e tenere da parte.
Pelare, lavare, tagliare a pezzettoni la carota
e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina:
- le foglie di prezzemolo, e tenere da parte
- pestare con la lama di un coltello la gamba di sedano,
tagliarla a pezzettoni e tenere da parte - le foglie di alloro e tenere da parte
- il rametto di rosmarino e tenere da parte
- il rametto di timo e tenere da parte.
In una pentola piena di acqua bollente salata,
mettere a cuocere il sedano,
le carote, la cipolla, l’alloro, il pepe
e l’aceto.
A piena ebollizione immergere l’aragosta legata
per 45 minuti.
Lasciarla raffreddare nella sua acqua.
Scolarla,
dividerla in 2 parti incidendo con il coltello la parte superiore della testa
e proseguire il taglio per tutta la lunghezza.
Togliere anche il budellino nero.
Riempire il vuoto della testa
con foglie di prezzemolo.
Depositare l’aragosta aperta a metà
su di un piatto di portata.
Servire in tavola su piatto di portata.
Nota
L’Aragosta Lessa solitamente si accompagna con la maionese o con salsa verde.
L’aragosta (Palinurus elephas), conosciuta comunemente come aragosta mediterranea, aragosta spinosa europea, aragosta spinosa comune, è un crostaceo dell’ordine Decapoda che vive nei fondali del Mar Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico orientale. Ha una taglia medio – grande con una lunghezza media di 20–40 cm e massima di 50 cm ed un peso fino a 8 kg. Vive nei fondali rocciosi dai 20 m fino ai 150 m di profondità. È una specie gregaria, si trovano spesso insieme numerosi esemplari. Teoricamente questo crostaceo può vivere all’ infinito, dato che il suo DNA non invecchia, ma lo sforzo del cambio di carapace e le probabili infezioni a cui va incontro durante questa fase della sua crescita, sono la causa della sua morte.
Ne sono stati pescati esemplari di oltre 150 anni, più di uno con peso superiore ai 20 kg.
Si nutre di plancton, alghe, spugne, anellidi, echinodermi, briozoi, crostacei, pesci e alcune specie di coralli, a volte anche carcasse di questi.
In alcune ricette viene applicato il metodo della cottura a vivo in acqua bollente, in quanto è opinione diffusa che gli invertebrati non percepiscano dolore. Nel febbraio 2013 è stato pubblicato un nuovo studio di ricercatori irlandesi che ha smentito l’opinione comune ed il vecchio studio norvegese, evidenziando come i movimenti del crostaceo al momento dell’immersione non sarebbero dovuti a riflessi automatici, ma a reale percezione del dolore
Nelle aragoste, come per molti artropodi, la proteina tropomiosina è allergenica e può essere causa di allergia alimentare anche grave.