Arrosto di Manzo in Terracotta
L’ Arrosto di manzo in Terracotta è un secondo piatto facile da preparare, gustoso e saporito.
Per l’Arrosto di Manzo in Terracotta
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina:
- la carne di manzo e tenere da parte
- il rosmarino, tritarne una parte e tenere da parte
- tritare finemente la cipolla e tenere da parte
- tritare finemente la carota e tenere da parte
- Pelare, l’aglio tagliarli a metà e tenere da parte.
Mettere il pezzo intero di manzo su un di un tagliere,
massaggiarlo con olio evo per qualche minuto,
cospargere con un po’ di rosmarino tritato.
Mettere, sul fuoco moderato,
una pentola di terracotta con sotto la retina spargifiamma,
3 o 4 cucchiai di olio evo.
Aggiungere la carota,
la cipolla e gli spicchi di aglio tagliati a metà
e soffriggerli.
Mettere a cuocere la carne,
rigirarla da tutti i lati per 10 minuti.
Aggiungere il vino bianco e lasciar sfumare.
Salare e pepare.
Abbassare la fiamma al minimo,
coprire con il coperchio e continuare la cottura 30 minuti
continuando a bagnare con il brodo o con acqua calda.
Ad arrosto cotto toglierlo dal fuoco,
lasciar riposare nella pentola per 5 minuti
e togliere dalla pentola e tagliarlo a fette.
Passare il sugo dell’arrosto al colino fine colino.
Servire in tavola
l’arrosto a fette nella pentola di terracotta con il suo sugo.
Nota
Per questa ricetta si possono utilizzare tutti gli aromi preferiti.
L’arrosto in pentola di terracotta si conserva bene per 2 o 3 giorni.
I tagli migliori per fare l’arrosto in pentola sono la noce, la sottofesa.
Non è necessario legare l’arrosto nella pentola di terracotta risulterà comunque morbidissimo e leggero.
Manzo è il nome comune che indica l’utilizzo culinario della carne dei bovini, specialmente del bue domestico. La denominazione “manzo” si applica alla carne di bovino, in genere maschio castrato, macellata tra il terzo ed il quarto anno di età. Il manzo può essere anche ottenuto da mucche, tori e giovenche. Il bovino macellato entro il primo anno di vita viene invece chiamato vitello. L’accettabilità di questa carne come cibo varia in diverse parti del mondo.
Il manzo è il terzo tipo di carne più consumata al mondo e rappresenta circa il 25% della produzione di carne mondiale, dopo la carne di maiale e la carne di pollo, rispettivamente al 38% e al 30%. In termini assoluti, Stati Uniti, Brasile e Cina sono i tre principali Paesi consumatori di manzo al mondo. I maggiori esportatori sono invece Brasile, India, Australia e Stati Uniti. La produzione di carne bovina è importante per tutte le economie del Sud America, soprattutto per Argentina, Uruguay, Paraguay e Brasile, ma anche per Messico, Canada, Nicaragua, Bielorussia e altri Stati.
Il manzo muscolare può essere tagliato per arrosti, costatine o bistecche (lombo, scamone, costata di manzo). Alcuni tagli sono trattati (carne in scatola, jerky) e talvolta mescolato con carne di bovini di età superiore, più magri, macinata o utilizzata in salsicce. Il sangue viene utilizzato in alcune varietà di sanguinaccio. Altre parti che si mangiano comprendono la coda, la lingua, il fegato, la trippa (dal reticolo al rumine), alcune ghiandole (in particolare il pancreas e il timo, chiamato animella), il cuore, il cervello (anche se in alcuni casi si può incorrere in BSE), i reni e anche i testicoli del bue (negli Stati Uniti cucinati in un piatto chiamato Rocky Mountain oysters). Alcuni intestini sono cotti e mangiati così come sono, ma spesso vengono prima puliti per essere utilizzati come involucro naturale di salsicce. Le ossa, infine, sono usate per preparare il brodo di manzo.
Il manzo da bue domestico e da giovenca è molto simile, ossia tutti i trattamenti sono svolti allo stesso modo, anche se il bue è leggermente più grasso. La carne di vacca e di toro è più anziana e più difficile da trattare, quindi viene spesso utilizzata per essere tritata o macinata. Il bestiame allevato per la carne può essere lasciato crescere liberamente su praterie oppure il bacino di nutrimento può essere circoscritto a un recinto come parte di un’operazione di alimentazione chiamata foraggio. In questo tipo di impianti sono usati solitamente grano, proteine, crusca e preparati di vitamine.