Arrosto di Petto di Tacchino in Terracotta
L’Arrosto di Petto di Tacchino in Terracotta è un secondo piatto gustoso e delicato adatto in ogni occasione sia d’estate che d’inverno.
Per l’Arrosto di Petto di Tacchino in Terracotta
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Mettere in una ciotola capiente la carne macinata,
la ricotta, il sale, il pepe, il parmigiano
ed impastare molto bene con le mani.
Con l’impasto ottenuto fare un salsicciotto.
Stendere su di un tagliere il bacon a fette
leggermente sovrapposte
ed adagiare il salsicciotto di tacchino,
avvolgerlo bene con il bacon
in modo che non resti alcuna parte scoperta.
Mettere in una pentola di terracotta,
con lo spargifiamma sotto,
1 cucchiaio di olio evo rosolare il salsicciotto
in ogni sua parte a fiamma moderata.
Irrorarlo con un bicchiere di latte,
coprire la pentola con il suo coperchio di terracotta
e cuocere per 60 minuti, con la fiamma bassa.
Bagnare l’arrosto con il suo sugo
e continuare la cottura altri per 30 minuti.
A cottura ultimata,
togliere l’arrosto dalla pentola e lasciare raffreddare.
Restringere sul fuoco il fondo di cottura
rimasto in pentola.
Passare il tutto al minipimer ad immersione.
Filtrarlo con il colino fine in una ciotola.
Tagliare l’arrosto a fette
e disporle su di un piatto di portata
ed irrorarle con la salsa.
Servire, caldo o freddo a piacere,
in tavola su piatto di portata
o ad ogni commensale su piatto individuale.
Nota
L’Arrosto di Petto di Tacchino in Terracotta
è un secondo piatto gustoso e delicato adatto in ogni occasione sia d’estate che d’inverno.
L’Arrosto di Petto di Tacchino in Terracotta si può accompagnare con patatine tonde al forno o con piselli o con insalatina fresca.
I tacchini (genere Meleagris) sono gallinacei snelli, con zampe piuttosto lunghe ed ali e coda proporzionalmente corte. Testa e parte superiore del collo appaiono bitorzolute, e dalla mandibola superiore del becco, breve robusto ed arcuato, pende nel maschio un’ escrescenza carnosa ed erettile di forma conica quando contratta e flaccida e pendula negli altri casi. Il tacchino “gloglotta”, quindi il suo verso è un gloglottio. In Europa, il tacchino fu introdotto poco dopo la scoperta dell’America. Nel XVI secolo esso era ancora rarissimo e ricercato, mentre oggi è uno dei più diffusi tra gli uccelli domestici. Il tacchino viene utilizzato soprattutto per la carne, l’incubazione, le uova e la piuma.
Grande consumo di tacchini si fa in alcuni paesi, specialmente in Inghilterra, per le feste di Natale. I maggiori paesi esportatori sono il Canada, l’Irlanda, l’Ungheria e la Iugoslavia.
In Italia si allevano tacchini di piccola mole (in parte esportati) soprattutto nell’Emilia e nel Mezzogiorno. Razze Italiane: Brianzolo, castano precoce, bronzato comune, bronzato dei colli Euganei, ermellinato di Rovigo, nero d’Italia, parma e piacenza, romagnolo. La carne di tacchino si distingue per il suo elevato apporto nutritivo associato ad una contenuta presenza di grassi, si tratta di una carne che dona tante proteine e pochi grassi e ciò spiega la sua affermazione nella cucina italiana. Tra i diversi tagli di carne di tacchino è molto nota la fesa, la parte corrispondente al petto del volatile, la quale può essere gustata sotto diverse forme. La fesa di tacchino è venduta intera, a fettine e come salume. La fesa intera è perfetta per la preparazione di arrosti delicati e magri, mentre le fettine possono essere cucinate in padella in pochi minuti, con burro e salvia o accompagnandole a verdure saltate. Dai muscoli del petto dei tacchini viene anche ricavato un ottimo salume, insaccato in una rete elastica e affumicato o spennellato sulla superficie con del caramello. Questo salume è ottimo da tagliare a fette e da gustare da solo oppure accompagnandolo con una saporita salsa tonnata o maionese. La salsa fatta con tonno, maionese, capperi, acciughe, limone e pepe è un connubio ideale tra la carne di tacchino e la salsa tonnata ottima anche per la preparazione di panini imbottiti. La più antica rappresentazione di un tacchino in pittura in Europa si trova nella “Stanza degli Uccelli” di Villa Medici a Roma, fatta affrescare a Jacopo Zucchi nel 1576-1580 da Ferdinando I De’ Medici.