Ingredienti
- 500gr Farina 00
- 100gr Burro
- 130gr Zucchero
- 30gr Granella di zucchero
- 4 Uova
- 1 limone
- 1 bustina Lievitoin polvere per dolci
- 2 cucchiai Latte
- qb Sale
Direzione
Bensone Emiliano
Il Bensone Emiliano è un ottimo e goloso dessert, ideale da servire a fine pasto in un pranzo o cena con familiari ed amici. Il Bensone è un dolce tipico della tradizione culinaria Emiliana ed in particolare di Modena.
Per il Bensone Emiliano
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Togliere il burro dal frigorifero
e lasciare a temperatura ambiente.
In un pentolino mettere a scaldare il latte,
togliere dal fuoco aggiungere il lievito in bustina per dolci
e mescolare.
In un piatto fondo sbattere 1 uovo con una forchetta
e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina,
il limone, grattugiare la scorza e tenere da parte.
In una ciotola capiente mescolare la farina,
lo zucchero e la scorza grattugiata del limone
e mescolare bene.
Sul piano di lavoro mettere la farina mescolata a fontana,
rompere al centro 2 uova e 1 tuorlo, unire il burro a pezzetti,
il latte con il lievito stemperato,
1 pizzico di sale ed impastare il tutto
per 10 minuti.
Lasciar riposare l’impasto per 30 minuti.
Prendere l’impasto e darle la forma di una grossa S,
depositarla su di una placca da forno ricoperta da carta da forno,
spennellare la superficie del bensone con l’uovo sbattuto
e cospargere il dolce con la granella di zucchero.
Infornare a forno caldo a 180°C per 50 minuti.
Verificare la cottura infilando uno stuzzicadenti nel dolce
dovrà essere asciutto per il bensone cotto.
Sfornare, depositare su di un piatto da portata
e far raffreddare completamente.
Servire in tavola su piatto di portata
o su alzatina per dolci.
Nota
Il Bensone ha un’origine millenaria fin dai tempi era consuetudine portarlo in chiesa il sabato santo per farlo benedire, da qui avrebbe preso il nome da “pane di benedizione”, modificato in dialetto modenese in “bensone”.
Il Bensone è ottimo da gustare a merenda, con una tazza di tè, oppure a fine pasto inzuppato in un bicchiere Lambrusco Grasparossa.
Il burro è la parte grassa del latte, separata dal latticello tramite un processo di inversione di fase, derivante dalla panna. Il risultato del procedimento è un’emulsione, principalmente di acqua, in cui risultano disciolti zuccheri e proteine, nei grassi, nella cui fase fluida cristallizzano in parte.
Si tratta di un fluido con punto di rammollamento prossimo alla temperatura ambiente (32-35 °C), di aspetto solido e consistenza morbida con un colore variabile da bianco latte fino a giallo deciso, ricavato dalla parte lipidica del latte di diversi animali per inversione della panna ed eventuale fermentazione, nella tradizione europea continentale, o salatura, nei paesi anglosassoni. Viene usato come condimento e in cucina, analogamente oli vegetali e allo strutto. A parte l’uso alimentare, ha trovato uso come ingrediente in cosmetici, medicinali e lubrificanti.
Solitamente è di colore giallo pallido, e può variare da giallo intenso a quasi bianco. Indicativamente, per quanto riguarda il prodotto naturale e nelle produzioni derivanti da latte di animali ad alimentazione fresca, è bianco d’inverno e più giallo d’estate, a causa della diversa alimentazione degli animali da latte, fonte di caratenoidi naturali. Il colore giallo può anche essere conseguenza di alterazioni, dall’irrancidimento fino all’eventuale aumento della carica batterica acquisita, a causa di un periodo di tempo relativamente lungo trascorso tra la mungitura e la burrificazione, inoltre può essere colorato artificialmente con carotene ed altre sostanze. Il colore bianco, può invece riottenersi per procedimenti industriali di rifusione.
Secondo la legge italiana (l. 202/1983) la denominazione senza aggettivi di burro “è riservata al prodotto ottenuto dalla crema ricavata dal latte di vacca e al prodotto ottenuto dal siero di latte di vacca” e non può contenere grassi diversi aggiunti; come sovrascritto esistono varietà di burro di altre origini.
La composizione tipica di un prodotto commerciale definita dal Cosex Alimentarius è:
Grasso: minimo 80% con fosfolipidi (0,35%) steroli (0,21%) acidi grassi liberi(0,12%) Acqua: max 16% Solidi non lipidi : max 2% di cui lattosio (0,5-1,0%), proteine (0,4-0,8%), sali (0,1-0,2%)
I grassi presenti nel burro hanno la caratteristica di vedere una dominanza di acidi grassi volatili, solubili o insolubili in acqua, fatto che rende il burro differente dagli altri analoghi prodotti alimentari, per digeribilità (più digeribile a crudo e prestare attenzione a caldo per il suo basso punto di fumo, 150 °C contro i 238 °C dell’olio di soia) e per le vie metaboliche che caratterizzano la digestione degli stessi.
In Italia il principale tipo di burro è da affioramento, mentre in altri paesi d’Europa prevale il migliore tipo da centrifugazione.
Il burro generalmente inizia ad ammorbidirsi attorno ai 15°, molto al di sopra delle temperature dei normali frigoriferi. Il “cassetto del burro” che si può trovare in molti frigoriferi può essere una delle parti più calde all’interno dell’elettrodomestico, ma lascia comunque il burro piuttosto duro. Mantenere il burro strettamente incartato ritarda l’irrancidimento, causato dall’esposizione alla luce o all’aria, ed evita che il burro assuma altri odori. Il burro, se ben incartato, può essere conservato diversi mesi in un normale frigorifero.
Il burro ricopre un importante ruolo in pasticceria, dove è usato analogamente ad altri grassi solidi (come lo strutto, mantenendo una posizione privilegiata in virtù del suo sapore, particolarmente adatto alla preparazione di dolci. Talvolta, per alcuni prodotti dolciari, viene utilizzato un particolare burro, prodotto per winterrizzazione, che ha un punto di fusione più alto
Il burro ha anche altri usi, tradizionali e non legati alla cucina. Per esempio, nei Paesi Bassi il burro rancido era utilizzato come lubrificante degli ingranaggi dei mulini a vento, mentre nell’area himalayana è tuttora utilizzato per produrre lampade a burro accese nei monasteri con finalità sia religiose che pratiche.