Ingredienti
- 800gr Bianchetti
- 4 cucchiai Olio Evo
- 4 Filetti di acciugasotto olio
- 2 spicchi Aglio
- 1 ciuffetto Prezzemolo
- 40gr Pangrattato
- 1/2 bicchiere Vino bianco secco
- qb Pepe
- qb Sale
Direzione
Bianchetti al Gratin
I Bianchetti al Gratin sono un piatto versatile si possono servire come antipasto o come secondo piatto, gustoso e saporito ideale un pranzo od una cena, a base di pesce, in famiglia o con amici o per un buffet.
Per i Bianchetti al Gratin
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina,
le foglie di prezzemolo, tritarle finemente e tenere da parte.
Sgocciolare dall’olio di conservazione le acciughe,
tritarle finemente e tenere da parte.
Pulire, tritare finemente l’aglio e tenere da parte.
In una ciotola mettere l’olio evo, il vino bianco,
il prezzemolo tritato, l’aglio tritato, le acciughe tritate,
sale, pepe e sbattere con una forchetta per emulsionare bene il tutto.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina,
i bianchetti e tenere da parte.
In una teglia da forno unta di olio evo mettere i bianchetti
e disporli su tutta la superfice, cospargerli con la salsina preparata
e spolverizzare con il pangrattato.
Infornare a forno caldo a 200°C
fino alla gratinatura della preparazione.
Sfornare, depositare i bianchetti al gratin
su di un piatto di portata.
Guarnire a piacere con ciuffetti di prezzemolo.
Servire subito in tavola
direttamente sul piatto di portata.
Nota
Bianchetti è il nome commerciale attribuito al novellame del pesce azzurro (ma non solo), pescato nel Mar Mediterraneo (in particolare sardine e acciughe), mentre più rare sono quelle del cicerello e di altre specie come il pagello (rosastra). Gli adulti della specie Aphia minuta, spesso venduti in luogo dei gianchetti, hanno il nome commerciale di rossetti.
Tale tipo di pesce viene pescato con speciali reti, chiamate nel gergo ligure sciabegottu (simili alla rete a sciabica, ma con dimensioni più piccole), nei primi mesi dell’anno.
Nella cucina ligure i gianchetti si consumano prevalentemente scottati nell’acqua salata e serviti caldi conditi con olio e limone; un’altra versione prevede il confezionamento di frittelle preparate con pastella di uova e farina o in frittate insaporite dal limone (piatto, quest’ultimo, particolarmente popolare nel ponente ligure); si possono anche semplicemente infarinare e friggere. Nella cucina ligure si usano anche per insaporire un altro piatto tipico ligure: la farinata.
Nella cucina siciliana oltre agli “spaghetti con la neonata”, sono molto utilizzate le frittelle di neonata, delle polpette schiacciate di novellame, con prezzemolo, uovo e/o un pizzico di farina per amalgamare, e quindi fritte in olio di oliva o di semi. Alla stessa maniera si preparano gli esemplari più piccoli del cicirello.
Il novellame di acciughe viene chiamato sardella.
Nella cucina napoletana prendono il nome di cicinielli e si consumano fritti in pastella.
Nella cucina anconetana prendono il nome di paranzola.
Nella cucina maceratese prendono il nome di lattarina.
Nella cucina brindisina prendono il nome di Schuma ti mari (Letteralmente schiuma di mare).
Nella cucina tarantina prendono il nome di Faloppa, e si utilizzavano con le uova a mo’ di frittata.
Nella cucina crotonese prendono il nome di Bianchetto. Pestati e macerati con peperoncino e altre spezie vengono chiamati comunemente sardella.
Nella cucina reggina prendono il nome di “Neonata”, “ ‘Nnannata” o Biancomangiari, e si utilizzano per realizzare delle frittelle (Frittelli ‘i ‘Nnannata)
Nella cucina di Ajaccio, in Corsica, si fanno con i bianchetti una specie di bignè salati. La preparazione viene fatta con i bianchetti, uova sbattute, aglio e prezzemolo, un po’ di farina; il tutto è cotto nell’olio bollente.
Dall’entrata in vigore del Regolamento Europeo Ce n. 1967/2006 relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mar Mediterraneo, in base all’art. 15 (taglie minime degli organismi marini) ne è vietata la pesca, la tenuta a bordo, lo sbarco, il trasferimento, l’immagazzinamento e la vendita.
Il citato articolo 15 prevede la possibilità di una deroga per il novellame di sardine sbarcato ai fini del consumo umano, a condizione che tale novellame sia catturato esclusivamente con sciabiche da natante o da spiaggia e che le relative attività di pesca siano regolate nell’ambito di un Piano di gestione nazionale approvato dalla UE.