Brodo di Rane alla Lombarda
Il Brodo di Rane alla Lombarda è un primo piatto gustoso e saporito ideale per iniziare un pranzo od una cena in famiglia o con amici.
Per il Brodo di Rane alla Lombarda
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
In una ciotola con acqua tiepida mettere a rinvenire i funghi secchi
per almeno 30 minuti, strizzarli. tritarli e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina:
- gli aghi di rosmarino, tritarli e tenere da parte
- le foglie di timo, tritarle e tenere da parte
- la foglia di alloro, tritarla e tenere da parte
- le foglie di prezzemolo, tritarle e tenere da parte.
Pelare, tritare l’aglio e tenere da parte.
Lavare, pestare con la lama di un coltello
la gamba di sedano, tritarla e tenere da parte.
Sciacquare bene le rane sotto acqua corrente,
con un coltello ben affilato incidere il ventre di ogni rana
ed asportare gli intestini e le rigaglie.
Risciacquare ancora sotto acqua corrente
e trasferire le rane su di un panno asciutto a scolare.
In una padella antiaderente mettere a sfrigolare il burro.
Aggiungere i funghi tritati,
cuocerli per 15 minuti a fiamma moderata,
mescolando di tanto in tanto e tenere da parte.
In una padella antiaderente capiente mettere a sfrigolare l’olio evo.
Aggiungere l’aglio tritato, il sedano tritato,
il prezzemolo tritato, il timo, il rosmarino,
l’alloro tutti tritati e far rosolare a fiamma moderata mescolando.
Unire le rane, sale, pepe, noce moscata,
il vino bianco e far evaporare.
Aggiungere 1,5 litri di acqua calda
e cuocere per 40 minuti a fiamma moderata,
mescolare ogni tanto.
5 minuti prima del termine di cottura unire i funghi e mescolare.
Togliere dal fuoco, prendere con un mestolo forato le rane
e distribuirle in ugual misura nelle 4 fondine.
Filtrare il brodo con il colino fine
e distribuirle in ugual misura nelle 4 fondine sopra le rane.
Servire in tavola direttamente nelle fondine.
Nota
Il Brodo di Rane alla Lombarda è un confort food ottimo da gustare nei mesi che contengono la lettera R, è una tradizione lombarda perché in quei mesi, dicono, che le rane siano più gustose.
Con il nome di rana si indica la maggioranza degli anfibi appartenente all’ordine degli Anuri.
In ambito tassonomico, è bene notare che il nome è invece attribuito esclusivamente ai membri del genere Rana.
Il vocabolo “rana” risale al latino rāna(m), una voce di origine onomatopeica, imitante il verso gracidante tipico dell’animale
Generalmente, le rane sono anfibi che vivono principalmente in acqua, privi di coda e con zampe posteriori adatte a saltare; la pelle è liscia e di colore giallo o verde, gli occhi sporgenti, e sono dotati di denti nella mascella superiore
Nella cultura vi sono riferimenti alle rane in relazione al loro aspetto e al loro comportamento (come nei modi di dire “verde come una rana” o “saltare come una rana”, ma anche “cantare come una rana”, riferito ad una voce stridula o sgradevole) il loro caratteristico modo di nuotare dà il nome allo stile di nuoto a rana, e venivano chiamati “uomini rana” i membri dei reparti d’assalto e di sabotaggio speciali della marina militare italiana che operarono durante la seconda guerra mondiale.
Alle rane vengono anche associate caratteristiche simboliche; per via di una favola di Fedro, nella quale una rana orgogliosa cerca di gonfiarsi fino a diventare grande come un bue e finendo per esplodere, esiste ad esempio il detto “gonfiarsi come una rana”, che si usa per indicare una persona tronfia o boriosa.
In araldica invece la rana rappresenta la prudenza.
Le zampe delle rane vengono consumate, solitamente fritte, in molte aree del mondo fra cui la Francia, il Piemonte e l’Indonesia.
Ottimo anche il brodo di rana, il risotto con le rane e la frittura di rana.
La carne di rana contiene poco colesterolo ed è priva di fibre, lattosio e glutine.
Le vitamine contenute nella carne di rana sono la vitamina B1 e la vitamina PP. I sali minerali contenuti sono il fosforo ed il ferro.
La maggior parte della carne di rana in commercio in Italia proviene dal Sud Est asiatico, dalla Romania, dall’ex Jugoslavia, dalla Turchia, dove la rana è ancora oggi una fonte di reddito per quelle popolazioni.