Calamaretti alla Pescarese

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Calamaretti alla Pescarese

I Calamaretti alla Pescarese sono un secondo piatto rustico, gustoso, semplice e saporito ideale per un pranzo od una cena, a base di pesce, in famiglia o con amici.

Per i Calamaretti alla Pescarese
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.

Pelare, lavare, affettare sottilmente la cipolla e tenere da parte.

Sciacquare i calamaretti sotto acqua corrente.

Prendere i calamaretti per la testa con una mano
e con l’altra i tentacoli, tirare fino a dividerlo in due parti.

Buttare le interiora che si trovano una parte attaccata ai tentacoli
e l’altra all’interno della testa.

Togliere la vescichetta contenente l’inchiostro e gettarla.

Infilare un dito nella testa del calamaro e togliere tutti i residui di interiora.

Togliere l’osso del calamaro (gladio o penna) situato all’interno della testa.

Sciacquare sotto acqua corrente.

Togliere la pelle del calamaro partendo dalla base della testa verso la parte appuntita,
fare una piccola incisione alla base, e da lì partire per toglierla.

Sciacquare sotto acqua corrente.

Dai tentacoli, eliminare il becco.

Togliere gli occhi del calamaro con le forbici.

Togliere la pelle dai tentacoli fin dove è possibile.

Se il calamaro è grosso togliere anche le ventose.

Sciacquare sotto acqua corrente.

Depositare i calamaretti puliti su di un piatto di portata,
condirli con l’olio evo, l’aceto il sale, il peperoncino
e distribuire sopra la cipolla affettata sottilmente.

 

Servire in tavola direttamente sul piatto di portata.

 

 

 

Nota

I Calamaretti devono essere freschissimi perché si gustano crudi.

I Calamaretti alla Pescarese sono un piatto tipico della tradizione culinaria Abruzzese.

Il calamaro (Loligo vulgaris Lamarck, 1798), conosciuto anche come calamaro europeo o calamaro comune.

Il calamaro è un mollusco cefalopode della famiglia Loliginidae.

Il nome comune ha lo stesso etimo di “calamaio”, dal greco kalamos (calamo), che da astuccio per le penne è passato a indicare nel medioevo il vasetto dell’inchiostro, con allusione quindi alla forma del mollusco e al secreto difensivo di colore nero che emette quando minacciato (analogo al nero di seppia).

È caratterizzato da una conchiglia interna (detta gladio o penna) e un corpo allungato con pinne laterali che raggiungono l’estremità posteriore della sacca.

Possiede 10 arti ricoperti da più file di ventose, divisi tra 8 braccia e 2 tentacoli, questi ultimi di maggior lunghezza.

Il colore è roseo-trasparente con venature rosso scuro e violetta. Raggiunge una lunghezza di 30–50 cm.

Si trova abbondante nelle acque costiere a partire dal mare del Nord fino a quelle del Mar Mediterraneo e lungo la costa occidentale dell’Africa.

Questa specie vive dalla superficie fino a profondità di 500 m e viene estensivamente sfruttata dall’industria della pesca.

La riproduzione avviene tra gennaio e luglio, periodo in cui si avvicinano alle coste. La femmina depone uova piuttosto grandi, in ammassi gelatinosi e tubolari.

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