Ingredienti
Per pasta
- 400gr Farina 00
- 4 Uova
- 1 cucchiaio Olio Evo
- qb Sale
Per Ripieno
- 50gr Parmigiano Reggiano
- 100gr Carne trita di manzo
- 100gr Carne trita maiale
- 100gr in 1 sol fetta Prosciutto crudo
- 30gr Burro
- 20gr Pangrattato
- 1 ciuffetto Prezzemolo
- qb Noce moscata
- qb Pepe
- qb Sale
Per condire Salsa alla Crema
- 50gr Parmigiano Reggiano
- 80gr Burro
- 20gr Farina 00
- 1/2 bicchiere Latte
- 1/2 bicchiere Panna
- qb Sale
- 3,5 litri Brodo vegetale
Direzione
Cappelletti con Panna alla Emiliana
I Cappelletti con Panna alla Emiliana sono un ottimo primo piatto delicato e saporito da gustare nelle festività natalizie, nel periodo pasquale ed in tutte le occasioni importanti di famiglia.
Per i Cappelletti con Panna alla Emiliana
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
In una pentola con 3,5 litri di acqua leggermente salata
ed un cucchiaino di dado vegetale, vedi nota,
far raggiungere l’ebollizione e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina,
le foglie di prezzemolo, tritarle e tenere da parte.
Sul piano di lavoro tritare finemente,
il prosciutto crudo con un coltello ben affilato e tenere da parte.
Preparazione del ripieno:
In una padella antiaderente mettere a sfrigolare il burro.
Aggiungere le carni trite di maiale e di manzo
e far rosolare fino a doratura, mescolare di tanto in tanto.
Versare in una ciotola capiente le carni rosolate con il loro sugo,
aggiungere il parmigiano, il pangrattato e mescolare bene,
unire il prosciutto crudo tritato, il prezzemolo tritato,
pepe, noce moscata, sale e mescolare bene.
Aggiungere un po’ di brodo vegetale tanto quanto sia necessario
ad ottenere un composto omogeneo, mescolare bene e tenere da parte.
Preparazione del condimento
(salsa alla crema):
in un pentolino antiaderente mettere a sciogliere 30gr di burro.
Aggiungere la farina, un po’ di sale
e mescolare facendola tostare leggermente.
Versare a filo il latte
e continuare a mescolare per 5 minuti a fiamma bassa.
Aggiungere metà della panna
e far prendere l’ebollizione sempre mescolando.
Appena bolle togliere dal fuoco,
aggiungere la rimanente panna ed il rimanente burro,
mescolare bene e tenere da parte.
Preparazione della pasta all’uovo:
Setacciare con cura la farina sulla spianatoia,
formare la fontana, mettere al centro le uova,
l’olio e un pizzico di sale.
Sbattere con una forchetta le uova.
Incorporare la farina con la punta delle dita,
partendo dai bordi della fontana.
Lavorare con le mani il composto per 15-20 minuti,
amalgamando bene gli ingredienti
e avendo cura di cospargere di tanto in tanto la spianatoia
con un poco di farina.
Aggiungere, se fosse il caso,
acqua calda.
Continuare in questo modo fino ad ottenere un impasto sodo e omogeneo,
quando nella pasta iniziano a vedersi delle bollicine,
raccoglierla formando una palla.
Lasciarla riposare in una ciotola per 30 minuti.
Altro modo: mettere gli ingredienti nella impastatrice con gancio
o con l’impastatore a fruste ritorte
e lavorarli fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo,
aggiungere acqua calda alla bisogna, velocità 4 per 10 minuti,
eventualmente terminare la lavorazione a mano.
Lasciarla riposare in una ciotola per 30 minuti.
Tirare la sfoglia a mano, con il mattarello,
o con la macchinetta a manovella o elettrica.
(Ampia o Imperia)
Nel primo caso la sfoglia va lavorata ancora con le mani per alcuni minuti
e poi appiattita con il mattarello allargandola fino a formare un grande disco
di spessore sottile ed omogeneo.
Si lascia riposare per 10 minuti coperta da un telo.
Con la macchina per tirare la pasta Ampia o Imperia
Passare l’impasto 10 volte sul N° 1
“ “ 1 “ “ “ 3
“ “ 1 “ “ “ 5 o 6
Tagliare dalle strisce di pasta, con la rotella, dei quadrati da 5 o 6 cm per lato.
E’ importante evitare di infarinare la sfoglia al termine della sua preparazione,
altrimenti non si attacca quando viene ripiegata per racchiudere il ripieno.
Porre al centro di ogni quadrato di pasta delle palline di ripieno,
poi piegare la pasta a triangolo facendo aderire bene i bordi,
premendo con le mani attorno al ripieno.
Dopo aver stretto tra il pollice e l’indice di entrambe le mani gli angoli del lato più lungo,
ruotare con la mano destra il triangolo di pasta intorno all’indice della mano sinistra,
poi riunire i 2 angoli e stringerli fino a farli combaciare.
Depositare i cappelletti sul piano di lavoro.
Far riprendere il bollore al brodo vegetale, buttare i cappelletti,
aggiungere nel brodo bollente qualche goccia di olio per evitare che la pasta fresca si attacchi,
cuocere alcuni minuti, circa 5 (ma dipende anche dallo spessore della pasta).
Prelevare i cappelletti con un mestolo forato
e depositarli ordinatamente in una teglia da forno
leggermente imburrata e condirli con la salsa alla crema preparata.
Infornare a forno caldo a 180°C
per 8 minuti a gratinare.
Servire in tavola nella teglia da forno
o ad ogni commensale su piatto individuale.
Nota
DADO VEGETALE
Ingredienti:
250gr sale grosso – 300gr carote – 200gr sedano
– 2 cipolle grandi (o 1 cipolla+ ½ porro) – 2 spicchi d’aglio
– 10 foglie di salvia – 1 rametto rosmarino – 1 mazzetto prezzemolo
– 4 vasetti Bormioli da 250gr
Ricoprire col sale grosso il fondo di una pentola in acciaio a fondo spesso e disporre sopra le verdure mondate, lavate e tagliate a pezzi non troppo piccoli e gli aromi. Mettere il coperchio e cuocere a fiamma bassa per 1 ora.
Cotte le verdure, frullarle, con minipimer ad immersione, con tutto il liquido che avranno rilasciato ed il sale non ancora sciolto.
A questo punto si possono intraprendere 2 vie:
una prevede la trasformazione del composto in “dado granulare” l’altra detta ”fase umida” prevede che dopo aver frullato tutto si invasi, si chiudano ermeticamente i vasetti e si capovolgano per fare il sottovuoto.
I vasetti si possono mettere in frigorifero o in luogo fresco ed asciutto, durano più di un anno. Le dosi di riferimento sono: 1 cucchiaino equivale ad 1 dado industriale. Con il dado preparato può essere utilizzato per tutte le preparazioni in cui è richiesto l’uso di dado o brodo vegetale.
I Cappelletti con Panna alla Emiliana sono uno dei primi piatti più conosciuti della cucina tradizionale italiana, si trovano in quasi tutte le trattorie della’ Emilia.
Il maiale (Sus scrofa domesticus), chiamato anche suino o porco, è un suide addomesticato appartenente ai mammiferi dell’ordine artidattili suiformi.
Il maschio fertile si chiama verro, la femmina scrofa e i cuccioli lattonzoli; questi ultimi, in particolare, a loro volta si definiscono verretti se maschi o scrofette se femmine.
Si tratta di uno tra gli animali da macello più diffusi e più utilizzati dall’uomo, anche in ragione dell’ampia gamma di sottoprodotti derivati, che vanno da articolatissime specifiche lavorazioni delle sue carni allo sfruttamento delle setole (da qui il detto “del maiale non si butta via niente”).
Il maiale domestico appartiene alla stessa specie del cinghiale e può riprodursi con esso.
Il termine maiale deriva dal latino majalem (“porco castrato”), così chiamato poiché era spesso utilizzato come sacrificio a Maia, madre di Mercurio.
L’allevamento del maiale pare antichissimo, e raffigurazioni di suoi presumibili progenitori sono anche nei graffiti della grotta di Altamira (ca. 40.000 a.C.). Intorno al 5.000 a.C. si suppone che sia avvenuta la domesticazione, in Cina, e tracce di poco più recenti se ne hanno anche in Mesopotamia.
Il maiale è sempre stato di vitale importanza nel sistema alimentare dell’uomo e la sua copiosa produzione lo ha reso di generale popolarità.
Molte delle caratteristiche morfologiche o comportamentali del maiale sono anzi entrate nella fraseologia comune presso quasi tutte le culture (per lo più in senso spregiativo o offensivo, sino alla blasfemia).
Le caratteristiche nutrizionali della carne di maiale, ricca di grassi, sono forse all’origine di taluni precetti di alcune religioni (particolarmente di alcune originate in aree calde del Pianeta) che vietano di cibarsene o ne limitano l’assunzione.
L’utilizzo del maiale in cucina è sempre stato il principale e spesso unico scopo del suo allevamento. La sua carne viene utilizzata in svariati modi culinari, cotta con tecniche simili a quelle della carne bovina, oppure utilizzata per farne salumi di vario genere o per utilizzarne il solo grasso, a seconda del taglio.
Si usano in cucina anche alcune frattaglie, fra cui il cervello, il fegato, il sangue (come, ad esempio, nel migliaccio pistoiese) e addirittura i piedi.
Le varie forme culinarie di utilizzo possono variare da paese a paese e, all’interno dello stesso, da regione a regione.
Nemmeno il grasso distribuito nella parte interna del maiale viene sprecato: si tratta della sugna, che viene fusa e poi utilizzata in vari modi, tra i quali la ricopertura della parte magra del prosciutto nella fase di stagionatura di quest’ultimo.
In Italia la cottura delle carni avviene quasi sempre in padella o sulla griglia, mediante frittura o a fuoco lento nella preparazione di arrosti e brasati.
Nei paesi nordici quali Germania e Austria parti delle carni di maiale idonee vengono anche servite bollite.