Ingredienti
- 4 Carciofi
- 3 cucchiai Pangrattato
- 2 cucchiai Pecorinograttugiato
- 1 macinata Pepe
- 1 cuchiaio Prezzemolotritato
- 2 spicchi Aglio
- 1 pizzico Sale
- 2 Filetti di acciugao 1 salsiccia cruda sbriciolata
- 1 Succo limone
- 1 cucchiaio Olio Evo
Direzione
Carciofi ripieni alla salsiccia o alla acciuga
I Carciofi ripieni alla salsiccia o alla acciuga sono un piatto molto versatile, infatti, si possono gustare come un ricco antipasto o come contorno o come un secondo piatto saporito e irresistibile. I Carciofi ripieni alla salsiccia o alla acciuga sono ottimi caldi ma buonissimi anche freddi sono un piatto facile e gustoso.
Per i Carciofi ripieni alla salsiccia o alla acciuga
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina:
- le foglie di prezzemolo, tritarle e tenere da parte
- i carciofi, sbatterli sul piano di lavoro dalla parte della foglia in modo che queste si allarghino e tenere da parte.
Pelare, tritare l’aglio e tenere da parte.
Spremere un limone nello spremiagrumi
e tenere il succo da parte.
Preparare il ripieno in una ciotola capiente con:
- 3 cucchiai di pan grattato
- 2 cucchiai di pecorino
- pepe
- 1 cucchiaio di prezzemolo tritato
- 2 spicchi di aglio tritato
- 1 pizzico di sale
- 2/3 di filetti di acciuga a pezzettini o salsiccia cruda a pezzettini
- 1 filo di olio evo.
Amalgamare bene.
Riempire i carciofi con il ripieno partendo dal cuore
e andando verso l’esterno tra una foglia e l’altra.
Mettere in una pentola un dito d’acqua con il succo di 1 limone.
Adagiare i carciofi nella pentola uno di fianco all’altro con le foglie verso l’alto
ed aggiungere un filo d’olio evo su ogni carciofo.
Coprire la pentola con un coperchio
e far cuocere per 30 minuti, a fuoco moderato, dal bollore.
Controllare che l’acqua non evapori tutta.
Servire in tavola su piatto di portata
o ad ogni commensale su piatto individuale.
Nota
I Carciofi ripieni alla salsiccia o alla acciuga sono una pietanza classica della cucina tradizionale italiana, un modo delizioso e gustoso di servire quest’ortaggio.
Il carciofo (Cynara scolymus ) è una pianta della famiglia delle Asteracaee coltivata in Italia ed in altri Paesi per uso alimentare e, secondariamente, medicinale. Il carciofo è una pianta erbacea perenne alta fino a 1,5 metri, provvista di un rizoma sotterraneo dalle cui gemme si sviluppano più fusti, che all’epoca dellafioritura si sviluppano in altezza con una ramificazione dicotomica. Le varietà di carciofo sono classificate secondo diversi criteri. I principali sono i seguenti: in base alla presenza e allo sviluppo delle spine si distingue fra varietà spinose e inermi. Le prime hanno capolini con brattee terminati con una spina più o meno robusta, le inermi hanno invece brattee mutiche o mucronate. In base al colore del capolino si distingue fra varietà violette e verdi. In base al comportamento nel ciclo fenologico si distingue fra varietà autunnali o rifiorenti e varietà primaverili o unifere. Le prime si prestano alla forzatura in quanto possono produrre capolini nel periodo autunnale e una coda di produzione nel periodo primaverile. Le seconde sono adatte alla coltura non forzata in quanto producono capolini solo dopo la fine dell’inverno. Fra le varietà più famose si annoverano il Brindisino, il “Paestum” (carciofo IGP proveniente dall’omonima città della magna Grecia di Capaccio-Paestum), Spinoso sardo (coltivato anche in Liguria con il nome di Carciofo spinoso d’Albenga), il Catanese, il Verde di Palermo, il Carciofo di Montelupone verde, il Romanesco, il Mazzaferrata di Cupello, il Violetto di Toscana, il Precoce di Chioggia, il Violetto di Provenza, il Violetto di Niscemi. Le varietà di maggiore diffusione in passato erano il Catanese, lo Spinoso sardo e il Violetto di Provenza, fra i tipi autunnali forzati, e il Romanesco e il Violetto di Toscana fra quelli primaverili non forzati. Lo Spinoso sardo, una delle varietà più apprezzate nel mercato locale ed in alcuni mercati dell’Italia settentrionale ha subito un drastico ridimensionamento dagli anni novanta a causa della ridotta pezzatura media dei capolini e della minore capacità produttiva rispetto ad altre cultivar (Tema, Terom, Macau, ecc.). Il basso contenuto calorico del carciofo fa sì che sia specialmente indicato nelle diete dimagranti. I fiori, contengono il lab-fermento (chimosina), che si usa come caglio del latte. La cucina Ligure valorizza molto questo ingrediente, che, per il fatto di maturare in primavera, diventa in tale periodo il componente di una variante della locale torta pasqualina, specialità tradizionalmente a base di bietole. Specialità della cucina Romana sono invece il Carciofo alla Romana (stufato in olio di oliva, brodo vegetale, prezzemolo, aglio e mentuccia), il carciofo alla Giudia fritto in olio di oliva, i carciofi fritti in pastella e l’insalata di carciofi (crudi a lamelle). Anche nella cucina siciliana, dove specialmente nella piana di Gela, e nella vicina Niscemi, vengono prodotti una larga fetta dell’output nazionale, il carciofo ricopre un ruolo di rilievo, venendo utilizzato in molte pietanze ed anche consumato in occasione di festività locali e religiose.