Coietas Involtini Sardi

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Coietas Involtini Sardi

I Coietas Involtini Sardi sono un secondo piatto gustoso e saporito, da proporre in un pranzo o cena con familiari ed amici.

Per i Coietas Involtini Sardi
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.

Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina,
le foglie di prezzemolo, tritarle
e tenere da parte.

Pelare, tritare l’aglio
e tenere da parte.

Sul piano di lavoro
tritare finemente il lardo con un coltello ben affilato.

Metterlo in una ciotola con il prezzemolo tritato,
l’aglio tritato ed amalgamare bene il tutto.

Disporre su di un piatto di portata le 12 fettine di manzo,
spalmare sopra ogni fettina il composto di lardo preparato.

Avvolgere le fettine su sé stesse
e legarle con lo spago da cucina o infilzarli
con uno stuzzicadenti in modo da formare 12 involtini.

In una padella antiaderente mettere a scaldare l’olio evo.

Unire gli involtini e farli rosolare
in ogni loro parte a fuoco moderato.

Togliere dalla padella tutto il grasso rilasciato
e versare un bicchiere di acqua tiepida,
coprire la padella con il suo coperchio
e far cuocere per 20 minuti girando gli involtini di tanto in tanto.

Aggiungere il vino bianco secco
e cuocere per 15 minuti a fiamma bassa
ed a padella coperta.

Mescolare spesso rigirando gli involtini.

Servire in tavola su piatto di portata o ad ogni commensale,
porzionato, su piatto individuale.

 

 

Nota
I Coietas Involtini Sardi si possono accompagnare con verdure cotte o crude a piacere.

Il lardo è il prodotto della salagione, aromatizzazione e salatura dello strato di grasso che si trova appena sotto la cute del maiale. Questo taglio grasso del maiale si preleva dal collo, dal dorso e dalla parte alta dei fianchi dell’animale.

Il nome lardo sarebbe da attribuire propriamente al prodotto stagionato, mentre il taglio di carne grassa da cui il lardo si produce, ordinariamente sarebbe corretto chiamarlo “grasso fresco”, per distinguerlo dal prodotto stagionato. Tale distinzione linguistica non sempre è osservata nel linguaggio corrente.

La parola lardo deriva dal latino lār(i)dum, privo di connessioni indoeuropee chiare; in greco antico: λαρινός, lārīnós («ingrassato») ma non è sicuro se sia collegato alla parola latina; lardum è passato, attraverso il francese antico lard, all’inglese, oltre che al greco antico λάρδος, lárdos e al greco moderno λαρδί, lardí

l più conosciuto è probabilmente il lardo di Colonnata che, per il suo gusto unico e la sua delicatezza, ha reso famosa la località toscana da cui prende nome, sulle Alpi Apuane.

La qualità del lardo dipende della scelta delle materie prime, dalla qualità del “grasso fresco” che deve essere di suino pesante, agli aromi con i quali viene strofinato e dalla sapiente arte della stagionatura che ancora oggi viene fatta nelle vasche di marmo (conche) in cui il prodotto rimane per circa 6 mesi.

Un altro tipo è il il lardo Arnad che, a differenza del precedente, viene stagionato in vasche di legno e insaporito con aromi come ginepro, alloro, noce moscata, salvia e rosmarino. Il Lardo di Arnad è una Denominazione di Origine Protetta.

Il lardo è stato riconosciuto dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali come prodotto tradizionale su proposta della Basilicata e del Piemonte.

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