Cosciotto di Agnello arrosto al Rosmarino
Il Cosciotto di Agnello arrosto al Rosmarino è un piatto squisito da servire in tavola a Pasqua, inoltre è semplice e veloce da preparare. Il Cosciotto di Agnello arrosto al Rosmarino è un secondo piatto dal gusto fragrante ed è semplice e veloce da realizzare.
Per il Cosciotto di Agnello arrosto al Rosmarino
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina,
il cosciotto di agnello e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina,
i rametti di rosmarino e tenere da parte.
Pulire, lavare le cipolle e tenere da parte.
Irrorare il cosciotto con l’olio evo.
Praticare, con 1 coltellino ben affilato,
dei taglietti nella pelle del cosciotto
ed introdurre in ciascuno un rametto di rosmarino.
Salare e lasciare la carne tutta la notte in frigorifero
coperta con pellicola per alimenti.
Infornare il cosciotto a forno caldo a 230°C
per 100 minuti (25 minuti ogni 450gr di peso ).
Praticare 4 profondi tagli sulla cima di ciascuna cipolla.
Avvolgere le cipolle in carta da forno imburrata.
Mettere le cipolle in forno
1 ora prima della fine della cottura della carne.
A cottura ultimata
mettere la carne su di un piatto di portata
e lasciarla riposare 15 minuti.
Poco prima di servire togliere il rosmarino dal cosciotto
e sostituire con rametti di rosmarino freschi.
Togliere le cipolle dalla carta da forno
e sistemarle intorno alla carne.
Servire in tavola su piatto di portata.
Nota
Il Cosciotto di Agnello arrosto al Rosmarino è perfetto per il pranzo di Pasqua,
ma anche per una qualsiasi domenica di primavera.
L’agnello da cuocere al forno deve essere giovane,
non utilizzare l’agnello da latte, che è troppo piccolo,
ma è meglio usare il castrato o la pecora giovane.
L’agnello è ottimo se gustato in primavera o in estate,
quando gli animali si sono alimentati di foraggio fresco
e quindi le carni risultano essere tenere e profumate.
L’agnello è l’esemplare della pecora con meno di un anno d’età.
Nasce dopo un periodo di gestazione di circa cinque mesi,
e dopo un parto che dura da una a tre ore.
Di solito la pecora dà alla luce uno o due cuccioli per figliata.
Nella storia dell’uomo, l’agnello ha assunto forti connotati simbolici
e ha sempre rappresentato timidezza e mitezza.
Nella religione cristiana viene spesso associato all’Agnus Dei (“Agnello di Dio”)
e all’agnello Pasquale. Si tratta di un animale addomesticato in epoca antichissima,
diffuso attualmente in ogni continente.
Vive principalmente in greggi,
per gestire i quali l’uomo si affida spesso a cani pastore.
Il nome pecora
(in latino pecus “bestiame di piccolo taglio” passato poi a identificare un singolo animale)
è riservato all’adulto femmina, il maschio della specie è chiamato montone (o anche ariete),
mentre il piccolo è denominato agnello fino a un anno di età.
Gli agnelli vengono allevati principalmente per la carne,
solo una parte viene infatti allevata per essere destinata alla riproduzione.
È tradizione diffusa in molte zone d’Italia mangiare carne d’agnello nel giorno di Pasqua,
l’agnello è del resto l ‘animale sacrificale per eccellenza nelle culture che si affacciano sul Mediterraneo.
La carne di pecora ha un sapore caratteristico, e dall’odore particolare,
soprattutto se l’agnello è molto giovane e di media costituzione.
Una delle regione dove è più utilizzata la carne di questa specie è l’Abruzzo,
dove possiamo trovare la tradizionale pecora alla callara (o alla cottora)
e i celeberrimi arrosticini anche se in realtà per preparare questi ultimi
tradizionalmente veniva usato il cosiddetto “castrato”,
ovvero il maschio che ha subito la castrazione..
L’usanza di cucinare la carne di pecora è anche diffusa
in un paese alle porte di Firenze, Campi Bisenzio
qui viene preparata nella maggior parte dei casi in umido.
In molte zone dell’Italia centrale l’agnello da latte,
cioè con poco più di un mese di vita,
da molti preferito per la carne tenera,
è chiamato abbacchio.