Ingredienti
- 8 Costolette d'agnelloo capretto
- 100gr Burro
- 80gr Parmigiano Reggiano
- 2 Uova
- qb Pepe
- qb Sale
Direzione
Costolette di Agnello alla Emiliana
Le Costolette di Agnello alla Emiliana sono un secondo piatto ottimo da gustare a pranzo od a cena con familiari ed amici specialmente nel periodo pasquale.
Per le Costolette di Agnello alla Emiliana disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare le costolette di agnello o capretto, asciugarle con carta assorbente da cucina, batterle con il pesta-carne per rompere le fibre, salarle, peparle e tenere da parte.
In un piatto fondo mettere il parmigiano e tenere da parte.
In un piatto fondo sbattere le uova con una forchetta e tenere da parte.
In una padella antiaderente capiente mettere a sfrigolare il burro.
Passare le costolette prima nelle uova e poi nel parmigiano.
Aggiungere, in padella, le costolette allineate e farle rosolare da ambo le parti.
Allineare le costolette ordinatamente su di un piatto di portata e cospargerle con il burro di cottura.
Servire in tavola direttamente su piatto di portata.
Nota
Le Costolette di Agnello alla Emiliana si accompagnano con verdure fresche di stagione a piacere come insalata verde, carote novelle o carciofi.
L’agnello è l’esemplare della pecora con meno di un anno d’età. Nasce dopo un periodo di gestazione di circa cinque mesi, e dopo un parto che dura da una a tre ore. Di solito la pecora dà alla luce uno o due cuccioli per figliata. Nella storia dell’uomo, l’agnello ha assunto forti connotati simbolici e ha sempre rappresentato timidezza e mitezza. Nella religione cristiana viene spesso associato all’Agnus Dei (“Agnello di Dio”) e all’agnello Pasquale. Si tratta di un animale addomesticato in epoca antichissima, diffuso attualmente in ogni continente. Vive principalmente in greggi, per gestire i quali l’uomo si affida spesso a cani pastore.
Il nome pecora (in latino pecus “bestiame di piccolo taglio” passato poi a identificare un singolo animale) è riservato all’adulto femmina, il maschio della specie è chiamato montone (o anche ariete), mentre il piccolo è denominato agnello fino a un anno di età. Gli agnelli vengono allevati principalmente per la carne, solo una parte viene infatti allevata per essere destinata alla riproduzione. È tradizione diffusa in molte zone d’Italia mangiare carne d’agnello nel giorno di Pasqua, l’agnello è del resto l ‘animale sacrificale per eccellenza nelle culture che si affacciano sul Mediterraneo. La carne di pecora ha un sapore caratteristico, e dall’odore particolare, soprattutto se l’agnello è molto giovane e di media costituzione. Una delle regioni dove è più utilizzata la carne di questa specie è l’Abruzzo, dove possiamo trovare la tradizionale pecora alla callara (o alla cottora) e i celeberrimi arrosticini anche se in realtà per preparare questi ultimi tradizionalmente veniva usato il cosiddetto “castrato”, ovvero il maschio che ha subito la castrazione. L’usanza di cucinare la carne di pecora è anche diffusa in un paese alle porte di Firenze, Campi Bisenzio qui viene preparata nella maggior parte dei casi in umido. In molte zone dell’Italia centrale l’agnello da latte, cioè con poco più di un mese di vita, da molti preferito per la carne tenera, è chiamato abbacchio.