Ingredienti
- da 150gr l’una Costolette di maiale
- 50gr Burro
- 1 spicchio Aglio
- 1 rametto rosmarino
- 1 rametto Salvia
- 1 limone
- 1/2 bicchiere Vino bianco secco
- qb Pepe
- qb Sale
Direzione
Costolette di Maiale alla Romagnola
Le Costolette di Maiale alla Romagnola sono un secondo piatto ottimo da gustare a pranzo od a cena con familiari ed amici.
Per le Costolette di Maiale alla Romagnola disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, le foglie di salvia, tritarle e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, i rametti di rosmarino, tritare gli aghi e tenere da parte.
Pelare l’aglio, tritarlo e tenere da parte.
Spremere un limone nello spremiagrumi e tenere il succo da parte.
Lavare le costolette di maiale, asciugarle con carta assorbente da cucina, batterle leggermente con il pesta-carne per rompere le fibre e cospargerle con i triti di aglio, salvia e rosmarino.
In una padella antiaderente mettere a sfrigolare 20gr di burro.
Allineare le costolette preparate, versare a filo della carne dell’acqua fredda, mettere il coperchio sulla padella e cuocere a fiamma moderata fino alla completa evaporazione del liquido.
Versare il vino bianco secco e farlo evaporare completamente a fiamma vivace.
Prelevare le costolette dalla padella e depositarle su di un piatto di portata caldo.
Nella padella di cottura mettere il restante burro, un po’ di succo di limone e cuocere per 5 minuti a fiamma vivace mescolando.
Versare il sughetto ottenuto sulle costolette.
Servire in tavola direttamente su piatto di portata.
Nota
Le Costolette di Maiale alla Romagnola si possono accompagnare come contorno con patate al forno o fave al guanciale.
Il maiale (Sus scrofa domesticus), chiamato anche suino o porco, è un suide addomesticato appartenente ai mammiferi dell’ordine artidattili suiformi. Il maschio fertile si chiama verro, la femmina scrofa e i cuccioli lattonzoli; questi ultimi, in particolare, a loro volta si definiscono verretti se maschi o scrofette se femmine.
Si tratta di uno tra gli animali da macello più diffusi e più utilizzati dall’uomo, anche in ragione dell’ampia gamma di sottoprodotti derivati, che vanno da articolatissime specifiche lavorazioni delle sue carni allo sfruttamento delle setole (da qui il detto “del maiale non si butta via niente”). Il maiale domestico appartiene alla stessa specie del cinghiale e può riprodursi con esso.
Il termine maiale deriva dal latino majalem (“porco castrato”), così chiamato poiché era spesso utilizzato come sacrificio a Maia, madre di Mercurio.
L’allevamento del maiale pare antichissimo, e raffigurazioni di suoi presumibili progenitori sono anche nei graffiti della grotta di Altamira (ca. 40.000 a.C.). Intorno al 5.000 a.C. si suppone che sia avvenuta la domesticazione, in Cina, e tracce di poco più recenti se ne hanno anche in Mesopotamia.
Il maiale è sempre stato di vitale importanza nel sistema alimentare dell’uomo e la sua copiosa produzione lo ha reso di generale popolarità. Molte delle caratteristiche morfologiche o comportamentali del maiale sono anzi entrate nella fraseologia comune presso quasi tutte le culture (per lo più in senso spregiativo o offensivo, sino alla blasfemia).
Le caratteristiche nutrizionali della carne di maiale, ricca di grassi, sono forse all’origine di taluni precetti di alcune religioni (particolarmente di alcune originate in aree calde del Pianeta) che vietano di cibarsene o ne limitano l’assunzione.
L’utilizzo del maiale in cucina è sempre stato il principale e spesso unico scopo del suo allevamento. La sua carne viene utilizzata in svariati modi culinari, cotta con tecniche simili a quelle della carne bovina, oppure utilizzata per farne salumi di vario genere o per utilizzarne il solo grasso, a seconda del taglio. Si usano in cucina anche alcune frattaglie, fra cui il cervello, il fegato, il sangue (come, ad esempio, nel migliaccio pistoiese) e addirittura i piedi. Le varie forme culinarie di utilizzo possono variare da paese a paese e, all’interno dello stesso, da regione a regione. Nemmeno il grasso distribuito nella parte interna del maiale viene sprecato: si tratta della sugna, che viene fusa e poi utilizzata in vari modi, tra i quali la ricopertura della parte magra del prosciutto nella fase di stagionatura di quest’ultimo. In Italia la cottura delle carni avviene quasi sempre in padella o sulla griglia, mediante frittura o a fuoco lento nella preparazione di arrosti e brasati. Nei paesi nordici quali Germania e Austria parti delle carni di maiale idonee vengono anche servite bollite.