Ingredienti
- 125gr Farina 00
- 150gr Burro
- 2 Uova
- 1/2 bicchiere Latte
- qb Sale
Per Ripieno
- 70gr Burro
- 6 sotto olio Filetti di acciuga
- 1 piccolo Tartufo bianco
Direzione
Crespelle alla Torinese
Le Crespelle alla Torinese sono ottime da servire come antipasto per pranzi e cene in famiglia o con amici o per un buffet.
Per le Crespelle alla Torinese disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Pulire con carta assorbente da cucina il tartufo e tenere da parte.
Sgocciolare i filetti di acciuga dall’olio di conservazione, tritarli e tenere da parte.
Preparare le crespelle:
In un pentolino antiaderente far sciogliere il burro a fiamma bassa e tenere da parte.
In una ciotola mettere la farina e farla sciogliere con il latte mescolando con una forchetta.
Aggiungere le uova, il sale, il burro fuso tiepido e frustare con lo sbattitore elettrico al fine di ottenere un composto liscio ed omogeneo.
In una padella per crepes, o in una padella antiaderente di 22cm di diametro,
far sciogliere 20gr di burro, a fuoco moderato.
Versare 2 cucchiai di composto preparato, agitare la padella in modo che il composto ricopra tutta la superfice della padella, e far rassodare da una parte.
Montare l’altra parte di padella per crepes e girarla per far rassodare la crepe anche dall’altra parte, se non si possiede la padella apposita aiutarsi con un piatto piano per girare la crepe dall’altro lato, come fare una frittata.
Depositare le crespelle cotte su di un piatto di portata e continuare come sopra descritto fino ad esaurimento del composto.
Ogni tanto mescolare il composto per evitare che la farina depositi.
Far raffreddare le crespelle.
Preparare il ripieno:
In una ciotola capiente mettere il burro e con lo sbattitore elettrico montarlo a crema.
Aggiungere i filetti di acciuga tritati e mescolare bene.
Spalmare, con una spatola per dolci, le crespelle con il ripieno appena preparato, distribuire sopra ad ognuna il tartufo affettato con l’apposito attrezzo, arrotolarle su sé stesse, depositarle su di una teglia da forno imburrata e cospargerle con il burro a fiocchetti.
Infornare a forno caldo a 180°C fino a doratura.
Sfornare, disporle ordinatamente su di un piatto di portata.
Servire in tavola direttamente su piatto di portata.
Nota
L’acciuga o alice (Engraulis encrasicolus (Linnaeus, 1758)) è un pesce osseo marino appartenente alla famiglia Engraulidae di grande importanza economica. Acciuga deriva dal latino volgare apiua o apiuva per il classico aphyē, dal greco ἀφύη aphýē, nome di un piccolo pesce. Il termine alice, di area italiana meridionale, napoletana e siciliana (alici), deriva dal latino hallēx, allēx, alēc, hallēc o allēc, -ēcis, una salsa simile al garo, fatta con interiora fermentate di pesce, e a sua volta dal greco ἁλυκόν halykón, da confrontare con ἁλυκίς halykís (“salamoia”)
La specie è diffusa nell’Oceano Atlantico orientale, tra la Norvegia ed il Sud Africa. È presente e comune anche nei mari Mediterraneo , Nero e D’Azov. Alcuni esemplari sono stati catturati nel canale di Suez; si tratta quindi di una delle poche specie di pesci mediterranei che hanno intrapreso una migrazione verso il Mar Rosso in senso contrario a quello dei migranti lessepsiani. Si alimenta di giorno. Si nutre di zooplacton, le prede principali sono crostacei copepodi e stadi larvali di molluschi.
L’acciuga è una delle specie ittiche più importanti per le marinerie del mar Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico temperato caldo europeo. La sua cattura avviene con vari metodi (reti da strascico, reti da posta, ecc.), ma principalmente con un’apposita rete da circuizione nota come ciànciolo, in cui i banchi di acciughe e altri piccoli pesci pelagici vengono attratti da fonti luminose (lampàre). Nell’area mediterranea il bacino più produttivo risulta il mar Adriatico con l’80% dello sbarcato italiano. La misura minima per la commercializzazione nella UE è di 9 cm.
L’acciuga ha carni buone che vengono consumate sia fresche (ad esempio ripiene), sia conservate in svariati modi: sotto sale, sott’olio, come pasta d’acciughe, ecc. Le acciughe conservate entrano a loro volta in numerose ricette; ad esempio in Piemonte, dove in passato grazie alla conservazione sott’olio o sotto sale erano uno dei pochi pesci di mare tradizionalmente disponibili, oltre che alla base della bagna càuda sono utilizzate come antipasto sotto forma di acciughe al verde.
È oggetto, soprattutto nel mar Adriatico, di sovvrapesca. Si stima che la sola flotta di Chioggia in estate rigetti in mare tra le 6 e le 9 tonnellate al giorno di acciughe (e sardine) morte, per ogni coppia di navi, a causa del prezzo di mercato non remunerativo. Gli stock ittici si sono notevolmente ridotti nell’arco degli ultimi decenni.