Ingredienti
- 250gr Farina 00Per pasta Frolla
- 250gr MaizenaPer pasta Frolla
- 250gr BurroPer pasta Frolla
- 150gr ZuccheroPer pasta Frolla
- 3 TuorliPer pasta Frolla
- 1 cucchiaio MielePer pasta Frolla
- 1 bustina VanillinaPer pasta Frolla
- 1kg Fichi freschiper Ripieno
- 50gr Zucchero di cannaper Ripieno
- 30gr Burroper Ripieno
Direzione
Crostata di Fichi
La Crostata di Fichi è un dolce ideale per le giornate di festa, è uno squisito dessert per fine pasto.
Per la Crostata di Fichi disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Preparare la pasta frolla:
Lavorare il burro a pomata (schiacciato con spatola o cucchiaio, poi lavorato a mano in modo da renderlo cremoso).
Unire lo zucchero al burro ed impastare, utilizzare sbattitore elettrico con fruste ritorte.
Fare una fontana con la farina e la maizena al centro si mette l’impasto di zucchero e burro poi si uniscono vanillina o limone ed i tuorli battuti.
Impastare il tutto, utilizzare sbattitore elettrico con fruste ritorte,
formare un panetto, lasciarlo riposare 30 minuti, avvolto in pellicola per alimenti in frigorifero (il panetto ricoperto con pellicola per alimenti dura in frigorifero per 1 settimana).
Per fare la torta tirare il panetto con il mattarello ad uno spessore di 5mm,
oppure mettere il panetto nella tortiera con cerniera ricoperta da carte da forno e tirare con le mani fino ad ottenere lo spessore desiderato, bucare la frolla con i rebbi di una forchetta.
Sbucciare i fichi aprirli delicatamente con le mani e depositarli sulla pasta frolla leggermente sovrapposti gli uni su gli altri in modo da riempire tutta la tortiera.
Spolverizzarli con lo zucchero di canna e mettere qualche fiocchetto di burro.
Infornare a forno caldo 180°C per 40 minuti o fino a doratura della frolla ed ai fichi caramellati.
Far raffreddare la torta, sganciare la cerniera.
Servire in tavola su piatto di portata o su alzatina per dolci.
Nota
Il burro è la parte grassa del latte, separata dal latticello tramite un processo di inversione di fase, derivante dalla panna. Il risultato del procedimento è un’emulsione, principalmente di acqua, in cui risultano disciolti zuccheri e proteine, nei grassi, nella cui fase fluida cristallizzano in parte.
Si tratta di un fluido con punto di rammollamento prossimo alla temperatura ambiente (32-35 °C), di aspetto solido e consistenza morbida con un colore variabile da bianco latte fino a giallo deciso, ricavato dalla parte lipidica del latte di diversi animali per inversione della panna ed eventuale fermentazione, nella tradizione europea continentale, o salatura, nei paesi anglosassoni. Viene usato come condimento e in cucina, analogamente oli vegetali e allo strutto. A parte l’uso alimentare, ha trovato uso come ingrediente in cosmetici, medicinali e lubrificanti.
Solitamente è di colore giallo pallido, e può variare da giallo intenso a quasi bianco. Indicativamente, per quanto riguarda il prodotto naturale e nelle produzioni derivanti da latte di animali ad alimentazione fresca, è bianco d’inverno e più giallo d’estate, a causa della diversa alimentazione degli animali da latte, fonte di caratenoidi naturali. Il colore giallo può anche essere conseguenza di alterazioni, dall’irrancidimento fino all’eventuale aumento della carica batterica acquisita, a causa di un periodo di tempo relativamente lungo trascorso tra la mungitura e la burrificazione, inoltre può essere colorato artificialmente con carotene ed altre sostanze. Il colore bianco, può invece riottenersi per procedimenti industriali di rifusione.
Secondo la legge italiana (l. 202/1983) la denominazione senza aggettivi di burro “è riservata al prodotto ottenuto dalla crema ricavata dal latte di vacca e al prodotto ottenuto dal siero di latte di vacca” e non può contenere grassi diversi aggiunti; come sovrascritto esistono varietà di burro di altre origini.
La composizione tipica di un prodotto commerciale definita dal Cosex Alimentarius è:
Grasso: minimo 80% con fosfolipidi (0,35%) steroli (0,21%) acidi grassi liberi(0,12%) Acqua: max 16% Solidi non lipidi : max 2% di cui lattosio (0,5-1,0%), proteine (0,4-0,8%), sali (0,1-0,2%)
I grassi presenti nel burro hanno la caratteristica di vedere una dominanza di acidi grassi volatili, solubili o insolubili in acqua, fatto che rende il burro differente dagli altri analoghi prodotti alimentari, per digeribilità (più digeribile a crudo e prestare attenzione a caldo per il suo basso punto di fumo, 150 °C contro i 238 °C dell’olio di soia) e per le vie metaboliche che caratterizzano la digestione degli stessi.
In Italia il principale tipo di burro è da affioramento, mentre in altri paesi d’Europa prevale il migliore tipo da centrifugazione.
Il burro generalmente inizia ad ammorbidirsi attorno ai 15°, molto al di sopra delle temperature dei normali frigoriferi. Il “cassetto del burro” che si può trovare in molti frigoriferi può essere una delle parti più calde all’interno dell’elettrodomestico, ma lascia comunque il burro piuttosto duro. Mantenere il burro strettamente incartato ritarda l’irrancidimento, causato dall’esposizione alla luce o all’aria, ed evita che il burro assuma altri odori. Il burro, se ben incartato, può essere conservato diversi mesi in un normale frigorifero.
Il burro ricopre un importante ruolo in pasticceria, dove è usato analogamente ad altri grassi solidi (come lo strutto, mantenendo una posizione privilegiata in virtù del suo sapore, particolarmente adatto alla preparazione di dolci. Talvolta, per alcuni prodotti dolciari, viene utilizzato un particolare burro, prodotto per winterrizzazione, che ha un punto di fusione più alto
Il burro ha anche altri usi, tradizionali e non legati alla cucina. Per esempio, nei Paesi Bassi il burro rancido era utilizzato come lubrificante degli ingranaggi dei mulini a vento, mentre nell’area himalayana è tuttora utilizzato per produrre lampade a burro accese nei monasteri con finalità sia religiose che pratiche.