Ingredienti
- 1kg Polpa d'agnello
- 400gr Cipolline
- 4 cucchiai Olio Evo
- 2 cuori Sedano
- 3 rametti rosmarino
- 3 cucchiai aceto
- qb Pepe
- qb Sale
Direzione
Cutturiddi della Basilicata
I Cutturiddi della Basilicata è un secondo piatto rustico, saporito ed appetitoso, ottimo da gustare a pranzo od a cena con familiari ed amici.
Per i Cutturiddi della Basilicata Disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, i rametti di rosmarino e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, i cuori di sedano, tagliarli a pezzetti e tenere da parte.
Pulire, togliere le prime foglie alle cipolline, lavarle sotto acqua corrente, sgocciolarle e tenere da parte.
Tagliare la coscia di agnello a pezzi di circa 30gr ognuno, lavarli con acqua ed aceto, asciugarli con carta assorbente da cucina e tenere da parte.
Mettere, in una pentola i pezzi di agnello, le cipolline, i cuori di sedano a pezzi, il rosmarino, l’olio evo, sale, pepe e ricoprire a filo con acqua fredda.
Mettere a cuocere per 90 minuti a fiamma bassa, dal primo bollore scuotere ogni tanto la pentola per mescolare.
Servire in tavola su piatto di portata o ad ogni commensale su piatto individuale.
Nota
I Cutturiddi della Basilicata non necessitano di contorno.
L’agnello è l’esemplare della pecora con meno di un anno d’età. Nasce dopo un periodo di gestazione di circa cinque mesi, e dopo un parto che dura da una a tre ore. Di solito la pecora dà alla luce uno o due cuccioli per figliata. Nella storia dell’uomo, l’agnello ha assunto forti connotati simbolici e ha sempre rappresentato timidezza e mitezza. Nella religione cristiana viene spesso associato all’Agnus Dei (“Agnello di Dio”) e all’agnello Pasquale. Si tratta di un animale addomesticato in epoca antichissima, diffuso attualmente in ogni continente. Vive principalmente in greggi, per gestire i quali l’uomo si affida spesso a cani pastore.
Il nome pecora (in latino pecus “bestiame di piccolo taglio” passato poi a identificare un singolo animale) è riservato all’adulto femmina, il maschio della specie è chiamato montone (o anche ariete), mentre il piccolo è denominato agnello fino a un anno di età. Gli agnelli vengono allevati principalmente per la carne, solo una parte viene infatti allevata per essere destinata alla riproduzione. È tradizione diffusa in molte zone d’Italia mangiare carne d’agnello nel giorno di Pasqua, l’agnello è del resto l ‘animale sacrificale per eccellenza nelle culture che si affacciano sul Mediterraneo. La carne di pecora ha un sapore caratteristico, e dall’odore particolare, soprattutto se l’agnello è molto giovane e di media costituzione. Una delle regione dove è più utilizzata la carne di questa specie è l’Abruzzo, dove possiamo trovare la tradizionale pecora alla callara (o alla cottora) e i celeberrimi arrosticini anche se in realtà per preparare questi ultimi tradizionalmente veniva usato il cosiddetto “castrato”, ovvero il maschio che ha subito la castrazione. L’usanza di cucinare la carne di pecora è anche diffusa in un paese alle porte di Firenze, Campi Bisenzio qui viene preparata nella maggior parte dei casi in umido. In molte zone dell’Italia centrale l’agnello da latte, cioè con poco più di un mese di vita, da molti preferito per la carne tenera, è chiamato abbacchio.