El Pan Dorà

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El Pan Dorà

El Pan Dorà si può servire come antipasto o come accompagnamento all’aperitivo anche con qualsiasi altro tipo di salume come pancetta, coppa, prosciutto cotto e crudo e mortadella.

Per El Pan Dorà
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.

Tagliare, sul piano di lavoro,
8 fette di pane e tenere da parte.

In una ciotola capiente sbattere le uova,
con una forchetta e tenere da parte.

In una ciotola capiente versare il pangrattato
e tenere da parte.

Immergere le fette di pane, una alla volta, nell’uovo sbattuto,
fare in modo che sia tutto bagnato dall’uovo
e ripassarle nel pangrattato in modo che siano tutte ricoperte
e tenere da parte.

In una padella antiaderente mettere a scaldare l’olio di arachide,
quando sarà ben caldo,
mettere il pane impanato a friggere da ambo le parti fino a doratura.

Posare il pane fritto su carta assorbente da cucina
per far assorbire l’olio in eccesso.

Mettere su ogni fetta di pane impanato 3 fette di lardo.

Servire in tavola su piatto di portata
o ad ogni commensale su piatto individuale.

 

 

Nota
El Pan Dorà era la pietanza dei poveri, che non avevano carne da cucinare e si arrangiavano con quello che avevano in casa, il lardo era il prodotto meno costoso.

Il lardo è il prodotto della salagione, aromatizzazione e salatura dello strato di grasso che si trova appena sotto la cute del maiale. Questo taglio grasso del maiale si preleva dal collo, dal dorso e dalla parte alta dei fianchi dell’animale.

Il nome lardo sarebbe da attribuire propriamente al prodotto stagionato, mentre il taglio di carne grassa da cui il lardo si produce, ordinariamente sarebbe corretto chiamarlo “grasso fresco”, per distinguerlo dal prodotto stagionato. Tale distinzione linguistica non sempre è osservata nel linguaggio corrente.

La parola lardo deriva dal latino lār(i)dum, privo di connessioni indoeuropee chiare; in greco antico: λαρινός, lārīnós («ingrassato») ma non è sicuro se sia collegato alla parola latina; lardum è passato, attraverso il francese antico lard, all’inglese, oltre che al greco antico λάρδος, lárdos e al greco moderno λαρδί, lardí

l più conosciuto è probabilmente il lardo di Colonnata che, per il suo gusto unico e la sua delicatezza, ha reso famosa la località toscana da cui prende nome, sulle Alpi Apuane.

La qualità del lardo dipende della scelta delle materie prime, dalla qualità del “grasso fresco” che deve essere di suino pesante, agli aromi con i quali viene strofinato e dalla sapiente arte della stagionatura che ancora oggi viene fatta nelle vasche di marmo (conche) in cui il prodotto rimane per circa 6 mesi.

Un altro tipo è il il lardo Arnad che, a differenza del precedente, viene stagionato in vasche di legno e insaporito con aromi come ginepro, alloro, noce moscata, salvia e rosmarino. Il Lardo di Arnad è una Denominazione di Origine Protetta.

Il lardo è stato riconosciuto dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali come prodotto tradizionale su proposta della Basilicata e del Piemonte.

 

 

Strutto fatto in casa

 

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