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Fegato di Maiale alla Trentina

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Ingredienti

Regolare le porzioni
4 fette Fegato di Maiale
30gr Burro
4 foglie alloro
1/2 bicchiere Vino bianco secco
qb Pepe
qb Sale

informazioni Nutrizionali

21,1g
Proteine
139k
Calorie
3,3g
Grassi
2,2g
Carboidrati
1,3g
Zuccheri

Fegato di Maiale alla Trentina

Fegato di Maiale alla Trentina

Caratteristiche:
  • Tradizionale

Fegato di Maiale alla Trentina:
Lavare il fegato, asciugarlo con carta assorbente da cucina, mettere sopra ogni fetta una foglia di alloro, avvolgerli su sé stessi come un involtino e legarli con un filo di cotone.
Allineare i 4 involtini in una teglia da forno unta di olio, peparli, salarli e cospargerli con il vino bianco secco.
Infornare a forno caldo a 190°C per 20 minuti, irrorarli di tanto in tanto con il fondo di cottura.

  • 35
  • Serves 4
  • Facile

Ingredienti

Direzione

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Fegato di Maiale alla Trentina

Il Fegato di Maiale alla Trentina è un secondo piatto ottimo da gustare a pranzo od a cena con familiari ed amici.

Per il Fegato di Maiale alla Trentina
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.

Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina,
le foglie di alloro e tenere da parte.

Lavare il fegato, asciugarlo con carta assorbente da cucina,
mettere sopra ogni fetta una foglia di alloro,
avvolgerli su sé stessi come un involtino
e legarli con un filo di cotone.

Allineare i 4 involtini in una teglia da forno unta di burro,
peparli, salarli e cospargerli con il vino bianco secco.

Infornare a forno caldo a 190°C per 20 minuti,
irrorarli di tanto in tanto con il fondo di cottura.

Sfornarli, togliere il filo di cotone
e depositarli allineati su di un piatto di portata.

Servire in tavola
direttamente su piatto di portata.

 

 

 

 

Nota

Il Fegato di Maiale alla Trentina si accompagna con verdure fresche di stagione a piacere o verdure cotte con patatine lessate.

Il maiale (Sus scrofa domesticus), chiamato anche suino o porco, è un suide addomesticato appartenente ai mammiferi dell’ordine artidattili suiformi. Il maschio fertile si chiama verro, la femmina scrofa e i cuccioli lattonzoli; questi ultimi, in particolare, a loro volta si definiscono verretti se maschi o scrofette se femmine.

Si tratta di uno tra gli animali da macello più diffusi e più utilizzati dall’uomo, anche in ragione dell’ampia gamma di sottoprodotti derivati, che vanno da articolatissime specifiche lavorazioni delle sue carni allo sfruttamento delle setole (da qui il detto “del maiale non si butta via niente”). Il maiale domestico appartiene alla stessa specie del cinghiale e può riprodursi con esso.

Il termine maiale deriva dal latino majalem (“porco castrato”), così chiamato poiché era spesso utilizzato come sacrificio a Maia, madre di Mercurio.

L’allevamento del maiale pare antichissimo, e raffigurazioni di suoi presumibili progenitori sono anche nei graffiti della grotta di Altamira (ca. 40.000 a.C.). Intorno al 5.000 a.C. si suppone che sia avvenuta la domesticazione, in Cina, e tracce di poco più recenti se ne hanno anche in Mesopotamia.

Il maiale è sempre stato di vitale importanza nel sistema alimentare dell’uomo e la sua copiosa produzione lo ha reso di generale popolarità. Molte delle caratteristiche morfologiche o comportamentali del maiale sono anzi entrate nella fraseologia comune presso quasi tutte le culture (per lo più in senso spregiativo o offensivo, sino alla blasfemia).

Le caratteristiche nutrizionali della carne di maiale, ricca di grassi, sono forse all’origine di taluni precetti di alcune religioni (particolarmente di alcune originate in aree calde del Pianeta) che vietano di cibarsene o ne limitano l’assunzione.

L’utilizzo del maiale in cucina è sempre stato il principale e spesso unico scopo del suo allevamento. La sua carne viene utilizzata in svariati modi culinari, cotta con tecniche simili a quelle della carne bovina, oppure utilizzata per farne salumi di vario genere o per utilizzarne il solo grasso, a seconda del taglio. Si usano in cucina anche alcune frattaglie, fra cui il cervello, il fegato, il sangue (come, ad esempio, nel migliaccio pistoiese) e addirittura i piedi. Le varie forme culinarie di utilizzo possono variare da paese a paese e, all’interno dello stesso, da regione a regione. Nemmeno il grasso distribuito nella parte interna del maiale viene sprecato: si tratta della sugna, che viene fusa e poi utilizzata in vari modi, tra i quali la ricopertura della parte magra del prosciutto nella fase di stagionatura di quest’ultimo. In Italia la cottura delle carni avviene quasi sempre in padella o sulla griglia, mediante frittura o a fuoco lento nella preparazione di arrosti e brasati. Nei paesi nordici quali Germania e Austria parti delle carni di maiale idonee vengono anche servite bollite.

 

 

 

Fegato al Vino Bianco

 

 

Costata di Manzo alla Trentina

 

 

Fegato di Maiale alla Veneta

 

 

 

 

 

 

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