Ingredienti
- 12 Filetti di acciugasotto sale o sotto olio
- 1 ciuffetto Prezzemolo
- 2 rametti Basilico
- 2 Peperone verde
- 2 Pomodorigrossi
- 4 cucchiai Olio Evo
- 1 cucchiaio aceto
- qb Pepe
- qb Sale
Direzione
Filetti di Acciuga e Peperoni
I Filetti di Acciuga e Peperoni sono un antipasto o un contorno gustoso e saporito ideale per un pranzo od una cena in famiglia o con amici.
Per i Filetti di Acciuga e Peperoni disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, le foglie di prezzemolo, tritarle e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, le foglie di basilico e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, i pomodori svuotarli del torsolo, dei semi, tagliarli a filetti e tenere da parte.
Lavare sotto acqua corrente i filetti di acciuga, asciugare con carta assorbente da cucina e tenere da parte.
Pelare con il pela-verdure i peperoni, svuotarli del torsolo, dei semi, dei filamenti bianchi, tagliarli a filetti e tenere da parte.
In una ciotola mettere l’olio evo, aceto, il prezzemolo tritato, pepe, sale, e sbattere con una forchetta per emulsionare bene il tutto.
Disporre ordinatamente i filetti di pomodori ed i filetti di peperoni su di un piatto di portata, distribuire sopra i filetti di acciuga, le foglioline di basilico intere e condire il tutto con la salsina preparata.
Servire in tavola direttamente sul piatto di portata preparato.
Nota
Per i Filetti di Acciuga e Peperoni si possono usare anche i filetti di acciuga sotto olio.
L’acciuga o alice (Engraulis encrasicolus (Linnaeus, 1758)) è un pesce osseo marino appartenente alla famiglia Engraulidae di grande importanza economica. Acciuga deriva dal latino volgare apiua o apiuva per il classico aphyē, dal greco ἀφύη aphýē, nome di un piccolo pesce. Il termine alice, di area italiana meridionale, napoletana e siciliana (alici), deriva dal latino hallēx, allēx, alēc, hallēc o allēc, -ēcis, una salsa simile al garo, fatta con interiora fermentate di pesce, e a sua volta dal greco ἁλυκόν halykón, da confrontare con ἁλυκίς halykís (“salamoia”)
La specie è diffusa nell’Oceano Atlantico orientale, tra la Norvegia ed il Sud Africa. È presente e comune anche nei mari Mediterraneo , Nero e D’Azov. Alcuni esemplari sono stati catturati nel canale di Suez; si tratta quindi di una delle poche specie di pesci mediterranei che hanno intrapreso una migrazione verso il Mar Rosso in senso contrario a quello dei migranti lessepsiani. Si alimenta di giorno. Si nutre di zooplacton, le prede principali sono crostacei copepodi e stadi larvali di molluschi.
L’acciuga è una delle specie ittiche più importanti per le marinerie del mar Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico temperato caldo europeo. La sua cattura avviene con vari metodi (reti da strascico, reti da posta, ecc.), ma principalmente con un’apposita rete da circuizione nota come ciànciolo, in cui i banchi di acciughe e altri piccoli pesci pelagici vengono attratti da fonti luminose (lampàre). Nell’area mediterranea il bacino più produttivo risulta il mar Adriatico con l’80% dello sbarcato italiano. La misura minima per la commercializzazione nella UE è di 9 cm.
L’acciuga ha carni buone che vengono consumate sia fresche (ad esempio ripiene), sia conservate in svariati modi: sotto sale, sott’olio, come pasta d’acciughe, ecc. Le acciughe conservate entrano a loro volta in numerose ricette; ad esempio in Piemonte, dove in passato grazie alla conservazione sott’olio o sotto sale erano uno dei pochi pesci di mare tradizionalmente disponibili, oltre che alla base della bagna càuda sono utilizzate come antipasto sotto forma di acciughe al verde.
È oggetto, soprattutto nel mar Adriatico, di sovvrapesca. Si stima che la sola flotta di Chioggia in estate rigetti in mare tra le 6 e le 9 tonnellate al giorno di acciughe (e sardine) morte, per ogni coppia di navi, a causa del prezzo di mercato non remunerativo. Gli stock ittici si sono notevolmente ridotti nell’arco degli ultimi decenni.