Flan di Spinaci
Il Flan di Spinaci è un piatto versatile si può servire come contorno o come un secondo piatto vegetariano saporito ed appetitoso, ottimo da gustare a pranzo od a cena con familiari ed amici.
Per il Flan di Spinaci
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
In due ciotole differenti mettere i tuorli
e gli albumi di uovo e tenere da parte.
Con lo sbattitore elettrico montare gli albumi a neve ben ferma
e tenere da parte.
Tagliare le radici agli spinaci, lavare le foglie,
scolarle e metterle in una pentola capiente senza acqua.
Pigiarle verso il fondo della pentola con un cucchiaio
e cuocere a fuoco moderato per 10 minuti.
Togliere gli spinaci dal fuoco, versarli in un colapasta,
premerli con un cucchiaio in modo che rilascino tutta l’acqua di cottura.
Mettere gli spinaci in una ciotola e passarli con il minipiper ad immersione
al fine di ottenere una salsa liscia ed omogenea.
In una padella capiente a bordi alti mettere 1 noce di burro,
la salsa di spinaci e far asciugare, mescolando continuamente,
per 5 minuti a fiamma moderata.
In una padella capiente a bordi alti mettere il burro rimasto,
la farina, la panna, mescolare bene, a fiamma moderata,
al fine di ottenere una salsa densa.
Unire la salsa di spinaci, sale, pepe, e 2 cucchiai di acqua calda
e mescolare bene.
Aggiungere al composto i tuorli d’uovo
e mescolare bene.
Unire gli albumi montati a neve
e mescolare con 1 cucchiaio al silicone dal basso verso l’alto delicatamente.
Imburrare ed infarinare leggermente uno stampo bucato da flan,
versare il composto, pareggiarlo bene e cuocerlo a bagnomaria per 30 minuti.
A flan cotto, sformarlo su di un piatto di portata.
Servire in tavola su piatto di portata.
Nota
Il Flan di Spinaci è un ottimo contorno per accompagnare qualsiasi tipo di carne o pesce al forno o lessa.
Lo spinacio (Spinanacia oleracea) è della famiglia delle Chenopodiaceae.
In Italia è arrivato attorno all’anno 1000, direttamente dalla Spagna dove era stato diffuso dagli arabi o dai crociati, a seconda delle versioni. L’origine più probabile è persiana. La sua coltivazione si diffonde solamente a partire dal quattordicesimo secolo, in particolar modo in Toscana, negli orti delle suore Benedettine. Si narra che fossero molto amati da Caterina de’ Medici, tanto che, alla sua partenza per la Francia dove sarebbe diventata moglie del futuro re Enrico II, portò con sé alcuni cuochi di corte per assicurarsi di avere sempre a disposizione sulla tavola gli amati spinaci. Sembra derivare da qui il detto tutto francese à la florentine, riferito alle pietanze servite su un letto di spinaci. Di questa pianta si consumano le foglie spesse e verdi. Gli spinaci sono tra gli ortaggi con il più alto contenuto di ferro, ma è diffusa l’errata convinzione che ne contenga un quantitativo elevato tanto che a volte si mangiano spinaci in alcuni casi di anemia. Sembra che questa credenza, più volte smentita, sia nata in seguito ad un errore di battitura su un’etichetta: invece di scrivere 3,4 mg ogni 100 gr, anche se secondo altre rilevazioni la quantità sarebbe di 2,9 mg ogni 100gr, fu scritto 34. Questo avvenne prima del 1929, quando fece la sua comparsa il fumetto Braccio di Ferro. A parità di peso altri vegetali hanno un contenuto di ferro molto più alto: lenticchie (9 mg di ferro ogni 100 g), semi di girasole (8,9 mg), farina di soia (8,4 mg), ceci (6,7 mg/100 g). Sono indicati per la salute dei nostri occhi, per prevenire patologie all’apparato cardiocircolatorio, oltre che per le gestanti. Pur essendo più comoda la cottura in acqua, il consiglio degli esperti per mantenere intatte tutte le proprietà positive degli spinaci è quello di mangiarli crudi, oppure di scottarli senza l’utilizzo di acqua, visto che ne contengono già in abbondanza. Gli spinaci possono essere surgelati ed hanno la proprietà di non perdere il sapore li hanno fatti diventare nel tempo uno dei prodotti principali dell’industria conserviera. I vari tipi di spinaci vengono impiegati in modi diversi in cucina, ci sono quelli piccoli e con foglie lisce, destinati ad essere mangiati crudi, in insalata; ci sono poi quelli con foglie molto sottili, difficili da trovare sul mercato perché coltivati per la produzione di surgelati; per finire ci sono quelli con foglie più coriacee e bollose, che sono invece destinate al consumo fresco solo a seguito di una cottura. Negli ultimi anni, si stanno sempre di più diffondendo le varietà a foglia liscia anche per la cottura casalinga, perché più facili da lavare e pulire dai residui di terra e sabbia. Si tratta di una verdura che si può trovare quasi tutto l’anno, anche se il picco di produzione si ha fra l’autunno e l’inverno, con semine che vanno dalla fine dell’estate all’inizio dell’autunno.