Focaccia Pugliese
La Focaccia Pugliese è una gustosa specialità della tradizione culinaria Barese, si può gustare come companatico o come deliziosa merenda o per un buffet.
Per la Focaccia Pugliese disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
In una ciotola con poca acqua tiepida far sciogliere il lievito di birra e tenere da parte.
Lavare le patate.
In una pentola piena di acqua bollente leggermente salata, mettere a lessare le patate, scolarle, pelarle e metterle in una ciotola capiente.
Con una forchetta schiacciare le patate fino ad ottenere una purea.
Sul piano di lavoro disporre la farina a fontana aggiungere la purea di patate, il sale, il lievito sciolto ed impastare fino ad ottenere un impasto elastico, liscio e molto morbido.
Mettere l’impasto in una teglia da forno di 30cm di diametro o rettangolare unta di olio evo e stenderlo bene.
Coprire con pellicola per alimenti e riporre a lievitare per 120 minuti nel forno spento.
Togliere la pellicola premere l’impasto con le dita in modo da lasciare le impronte e cospargere tutta la superfice con olio evo.
Preriscaldare il forno a 250°C.
Infornare nel forno caldo per 20 minuti o fino a doratura.
Sfornare la focaccia, tagliarla a quadri od a fette e disporla su di un piatto di portata.
Servire in tavola su piatto di portata.
Nota
La Focaccia Pugliese può essere arricchita con olive o con pomodorini per renderla ancora più gustosa.
La Focaccia Pugliese si può consumare appena sfornata, tiepida o fredda.
Per far sciogliere il lievito usare acqua minerale naturale.
Per cuocere più focacce contemporaneamente usare il forno ventilato.
Si possono usare teglie usa e getta di alluminio per cuocere più focacce contemporaneamente.
La patata è un tubero commestibile ottenuto dalle piante della Specie Solanum tuberosum, molto utilizzato a scopo alimentare previa cottura. Originaria delle Ande, la patata fu domesticata nella regione del lago Titicaca e divenne uno degli alimenti principali degli Inca, che ne svilupparono un gran numero di varietà per adattarla ai diversi ambienti delle regioni da loro abitate.
I primi europei a conoscere la patata furono i Conquistadores spagnoli del Perù: la prima descrizione scritta della pianta risale al 1537. La patata giunse in Europa intorno alla metà del XVI secolo: è segnalata in Spagna nel 1573, un po’ più tardi nei Paesi Bassi ed in Italia (allora possedimenti spagnoli), in Inghilterra nel 1588 (portatavi da Walter Raleigh), in Germania alla fine del secolo. In Italia venne chiamata tartuffolo o tartufo bianco. Presente nei giardini botanici, a lungo il suo rilievo nell’agricoltura e nell’alimentazione fu marginale, e veniva considerata un cibo adatto prevalentemente agli animali.
La patata si affermò soltanto a partire dalla metà del XVIII secolo, quando il rapido incremento della popolazione in Europa, con l’aumento delle necessità di cibo, rese necessaria l’adozione di coltivazioni, come la patata ed il mais, che avevano un rendimento maggiore rispetto ai cereali. La patata poteva fornire una quantità di calorie di 2-4 volte superiore a parità di superficie coltivata rispetto al frumento, alla segale e all’avena; inoltre aveva tempi di maturazione minori.
I modi per preparare le patate sono vari. Le patate possono essere cotte con la buccia o senza, intere o a pezzi, con condimenti o senza. La cottura è sempre necessaria per scomporre gli amidi. La maggior parte delle preparazioni a base di patate sono servite calde. In alternativa – come nel caso dell’insalata di patate e delle patatine fritte – le patate possono essere servite anche fredde.
Le ricette più comuni sono quelle del purè di patate, preparato con patate bollite, pelate e schiacciate, cui in seguito si aggiungono latte e burro. Vi sono poi le patate cotte intere al forno; le patate bollite o cotte al vapore; tagliate in cilindri o in dischi e poi fritte; tagliate a cubetti e cotte al forno; cotte in casseruola e condite con salse dense; tagliate a cubetti o in fette e fritte; tagliate alla julienne e fritte; possono essere altresì usate per fare gnocchi, rosti e focacce. Tagliate in pezzi, le patate sono un ingrediente comunemente usato nello spezzatino.
Le patate sono molto popolari in Europa. In Italia sono utilizzate per preparare gnocchi e purè, oppure accompagnano i pasti bollite, arrostite o saltate; di solito vengono consumate senza buccia. Tra i piatti regionali, citiamo l’mbriulata siciliana e la pitta pugliese, il gâteau di patate tipico soprattutto inLazio, Campania e Calabria. In Svizzera accompagnano la raclette, oppure, nel rosti, ormai quasi un piatto nazionale, sono grattugiate e poi cotte. Le patate sono anche l’ingrediente principale di molte minestre o zuppe. In Irlanda il “side plate” (piattino laterale sempre presente nelle tavole apparecchiate) ha precisamente la funzione di accogliere una, due o più patate sempre in accompagnamento a qualsiasi secondo piatto. Se con il primo (solitamente una zuppa) in tavola era presente del pane, viene portato via perché carni e pesce si accompagnano con verdure miste ma soprattutto e sempre con patate bollite.
Le patate schiacciate sono un ingrediente importante di molti piatti inglesi, come la shepherd’pie. Le patate novelle sono considerate prelibate in Europa Settentrionale (Danimarca, Svezia, Finlandia): servite lesse e insaporite con aneto, fanno da contorno alle aringhe del Baltico. Il piatto nazionale della cucina lituana, gli cepelinai, è una sorta di gnocco, ottenuto da patate grattugiate e ripieno di carne e/o formaggio.
Si dice scherzosamente che gli inglesi parlino soprattutto del tempo atmosferico; ebbene invece gli irlandesi, immancabilmente, ad ogni pasto disquisiscono sulla bontà e la qualità delle patate, tanto più apprezzate quanto più farinose e capaci quindi di trattenere il burro salato che si usa per condirle. “Ball of flour” (palla di farina) è il miglior “complimento” per una patata in Irlanda. Molti (ma non tutti) la mangiano con la buccia. Persino nei ristoranti cinesi in Irlanda, qualsiasi piatto prevede, oltre ai classici tipi di riso, l’accompagnamento di patate fritte.