Fonduta alla Piemontese

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Fonduta alla Piemontese

La Fonduta alla Piemontese è un piatto unico gustoso e saporito,  ideale per un pranzo od una cena in famiglia o con amici.

Per la Fonduta alla Piemontese
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.

Togliere il burro dal frigorifero
e lasciarlo a temperatura ambiente.

Pulire con carta assorbente da cucina,
il tartufo asportando tutte le impurità.

Sul piano di lavoro, con un coltello ben affilato,
affettarlo sottilmente e tenere da parte.

Sul piano di lavoro, con un coltello ben affilato,
affettare sottilmente la fontina,
metterla in una ciotola con 250cl di latte
e farla riposare 6 ore in frigorifero.

 

In una pentola, adatta per la cottura a bagnomaria,

mettere il latte, la fontina affettata, 1 pizzico di sale e cuocere a bagnomaria,
a fiamma moderata continuando a mescolare con una frusta fino ad ottenere,
a fontina sciolta, un composto denso ed omogeneo.

A fuoco spento, aggiungere i tuorli 1 per volta
e mescolare ogni volta, il burro ammorbidito,
continuando a mescolare.

Se la preparazione risultasse troppo densa
aggiungere un po’ di latte caldo e mescolare sempre
al fine di ottenere un composto liscio e cremoso.

Passare il composto al minipimer ad immersione.

 

Versare il composto ottenuto negli stampi per flan,
meglio se di terracotta, leggermente imburrati
e coprirli con le fettine di tartufo.

 

Disporle su di un piatto di portata
e servire in tavola direttamente su piatto di portata
o ad ogni commensale su piatto individuale.

 

 

 

 

 

Nota

Senza tartufo si ottiene la fonduta di Fontina.

La Fonduta Piemontese è un piatto tipico della tradizione culinaria Piemontese e della Valle d’Aosta.

La Fonduta Piemontese è un piatto unico nutriente e tipicamente invernale.

Le origini della fonduta piemontese sono antiche, alcuni la considerano un piatto tipico piemontese, altri la considerano originaria della Svizzera.

Citata da Pellegrino Artusi con il nome di “cacimperio”, la ricetta si ritrova anche nel trattato di cucina dell’ottocento del cuoco dei Savoia, Giovanni Vialardi.

L’ingrediente principe della fonduta piemontese è la fontina, eccellenza gastronomica del territorio apprezzata in tutto il mondo.

La fonduta piemontese ottiene un’ulteriore legatura e maggiore spessore aggiungendo una spolverata di farina o di amido di mais o riso.

La Fonduta alla Piemontese si può utilizzare come salsa per condire dei primi piatti o come condimento per gli gnocchi di patate oppure per gli agnolotti o ravioli oppure per mantecare i risotti.

Si può utilizzare anche per dare un tocco di golosità ad antipasti e secondi piatti come condimento alla carne cruda all’albese o tartare all’albese,

ma anche per impreziosire un semplice piatto di verdure bollite.

La Fontina DOP (in francese Fontine) è un formaggio (DOP) Valdostano, prodotto ad ogni mungitura e stagionato almeno 3 mesi. Fontina DOP. Il Consorzio Produttori e Tutela della Dop Fontina vigila sulla produzione della Fontina e provvede alla marchiatura delle forme conformi. La Cooperativa Produttori Latte e Fontina è il maggior produttore di Fontina Dop, che raccoglie, stagiona e commercializza. Nel 1996 ha ottenuto dall’ Unione Europea la Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.).

Nel 2016 la Fontina è stata inserita nei 26 formaggi migliori al mondo dal  Wall Street Journal.

Il nome Fontina pare origini da un alpeggio di produzione chiamato Fontin; altre versioni lo collegano al villaggio di Fontinaz. Ma il nome potrebbe derivare dal termine francese antico “fontis” o “fondis” a indicare la particolare capacità della pasta di questo formaggio di fondersi col calore.

La sua origine viene fatta risalire al 1270, sebbene la prima testimonianza iconografica risalga al XV secolo, in un affresco del Castello di Issogne. La prima citazione della Fontina risale al 1477 nella Summa Lacticinorum del medico vercellese Pantaleone di Confienza, mentre la prima classificazione è del 1887 con “Le Fontine di Val d’Aosta” nell’annuario della Stazione Sperimentale del caseificio di Lodi.

Viene prodotta esclusivamente con latte intero crudo di bovine di razza valdostana (razze pezzate Valdostane rosse e  Valdostana pezzata nera), alimentate prevalentemente con foraggio verde nel periodo estivo e con fieno locale nel resto dell’anno. L’aspetto al taglio, può variare leggermente nel colore e nella leggera occhiatura, in base al produttore nonché alla stagione in cui è stato fabbricato; anche la salatura, poco accentuata, varia leggermente a seconda del produttore. Le forme che non superano il controllo di idoneità al marchio Fontina, sono immesse al commercio come formaggio valdostano.

A stagionatura ultimata, dopo una serie di severi controlli, il Consorzio Produttori e Tutela della DOP Fontina procede alla marchiatura: le forme contrassegnate con il marchio sono garantite per autenticità e qualità.

L’unica zona di produzione di questo formaggio è la Valle d’Aosta.

È consigliato un vino rosso leggero e delicato per fare risaltare il gusto del formaggio.

Tradizionalmente sono gli “arpian” (i pastori degli alpeggi) a preparare la fontina nelle baite. Ciò che resta del siero del latte usato per fare la fontina veniva e viene tuttora riscaldato sul fuoco per far affiorare sulla superficie la brossa, ossia la schiuma bianca prelevata man mano che si forma con un mestolo piatto e largo per condire, fredda o calda, la polenta.

 

Torta di Sfoglia al Formaggio e Tartufo

 

Uova al forno su letto di Fontina

 

Fonduta alle Verdure miste

 

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