Ingredienti
- 6 Uova
- 160gr Bianchettio gianchetti
- 1 Cipolle rosse
- 4 cucchiai Olio Evo
- 20gr Parmigiano Reggiano
- 20gr Pangrattato
- 1/2 cucchiaino origano
- qb Pepe
- qb Sale
Direzione
Frittata ai Bianchetti
La Frittata ai Bianchetti è un secondo piatto gustoso e saporito ideale per un pranzo od una cena in famiglia o con amici o per un buffet.
Per la Frittata ai Bianchetti disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Pelare, lavare, tritare finemente la cipolla e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina i bianchetti o gianchetti e tenere da parte.
In una padella apposita per frittata mettere a scaldare l’olio evo.
Aggiungere la cipolla tritata e far rosolare.
Unire i bianchetti e far rosolare, mescolando.
In una ciotola sbattere con una forchetta le 6 uova, mettere il parmigiano, il pangrattato, l’origano,1 pizzico di sale, il pepe e mescolare.
Versare il composto di uova preparato nella padella con i bianchetti e cipolla mescolare velocemente con un cucchiaio al silicone.
Quando la frittata inizia a rapprendersi scuotere la padella in modo che la frittata si stacchi dal fondo della padella.
Agganciare l’altra padella e girare la frittata, oppure mettere sopra la padella un coperchio od un piatto girare la frittata in modo che rimanga sul coperchio o sul piatto e farla scivolare in padella, aggiungere a piacere 1 cucchiaio olio evo.
Cuocere fino a doratura.
Togliere la frittata dal fuoco, depositare su di un piatto di portata.
Servire direttamente in tavola il piatto di portata preparato.
Nota
La Frittata ai Bianchetti o Gianchetti è un piatto della tradizione culinaria Ligure.
Bianchetti è il nome commerciale attribuito al novellame del pesce azzurro (ma non solo), pescato nel Mar Mediterraneo (in particolare sardine e acciughe), mentre più rare sono quelle del cicerello e di altre specie come il pagello (rosastra). Gli adulti della specie Aphia minuta, spesso venduti in luogo dei gianchetti, hanno il nome commerciale di rossetti.
Tale tipo di pesce viene pescato con speciali reti, chiamate nel gergo ligure sciabegottu (simili alla rete a sciabica, ma con dimensioni più piccole), nei primi mesi dell’anno.
Nella cucina ligure i gianchetti si consumano prevalentemente scottati nell’acqua salata e serviti caldi conditi con olio e limone; un’altra versione prevede il confezionamento di frittelle preparate con pastella di uova e farina o in frittate insaporite dal limone (piatto, quest’ultimo, particolarmente popolare nel ponente ligure); si possono anche semplicemente infarinare e friggere. Nella cucina ligure si usano anche per insaporire un altro piatto tipico ligure: la farinata.
Nella cucina siciliana oltre agli “spaghetti con la neonata”, sono molto utilizzate le frittelle di neonata, delle polpette schiacciate di novellame, con prezzemolo, uovo e/o un pizzico di farina per amalgamare, e quindi fritte in olio di oliva o di semi. Alla stessa maniera si preparano gli esemplari più piccoli del cicirello.
Il novellame di acciughe viene chiamato sardella.
Nella cucina napoletana prendono il nome di cicinielli e si consumano fritti in pastella.
Nella cucina anconetana prendono il nome di paranzola.
Nella cucina maceratese prendono il nome di lattarina.
Nella cucina brindisina prendono il nome di Schuma ti mari (Letteralmente schiuma di mare).
Nella cucina tarantina prendono il nome di Faloppa, e si utilizzavano con le uova a mo’ di frittata.
Nella cucina crotonese prendono il nome di Bianchetto. Pestati e macerati con peperoncino e altre spezie vengono chiamati comunemente sardella.
Nella cucina reggina prendono il nome di “Neonata”, “ ‘Nnannata” o Biancomangiari, e si utilizzano per realizzare delle frittelle (Frittelli ‘i ‘Nnannata)
Nella cucina di Ajaccio, in Corsica, si fanno con i bianchetti una specie di bignè salati. La preparazione viene fatta con i bianchetti, uova sbattute, aglio e prezzemolo, un po’ di farina; il tutto è cotto nell’olio bollente.
Dall’entrata in vigore del Regolamento Europeo Ce n. 1967/2006 relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mar Mediterraneo, in base all’art. 15 (taglie minime degli organismi marini) ne è vietata la pesca, la tenuta a bordo, lo sbarco, il trasferimento, l’immagazzinamento e la vendita.
Il citato articolo 15 prevede la possibilità di una deroga per il novellame di sardine sbarcato ai fini del consumo umano, a condizione che tale novellame sia catturato esclusivamente con sciabiche da natante o da spiaggia e che le relative attività di pesca siano regolate nell’ambito di un Piano di gestione nazionale approvato dalla UE.