Ingredienti
- 6 Uova
- 90gr Pecorinograttugiato
- 100gr Pangrattato
- 20gr Mentafresca
- 1 ciuffetto Prezzemolo
- 2 cucchiai Olio Evo
- qb Pepe
- qb Sale
Direzione
Frittata alla Pugliese
La Frittata alla Pugliese è un secondo piatto gustoso e saporito ideale per un pranzo od una cena in famiglia o con amici o per un buffet.
Per la Frittata alla Pugliese
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina,
le foglie di menta, tritarle e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina,
le foglie di prezzemolo, tritarle e tenere da parte.
In una ciotola sbattere con una forchetta le 6 uova,
mettere la menta ed il prezzemolo tritati, il pecorino grattugiato,
il pangrattato 1 pizzico di sale, il pepe e mescolare bene.
Nella padella apposita per frittata mettere 2 cucchiai di olio evo
o in una padella antiaderente e far scaldare.
Versare il composto preparato,
mescolare velocemente con un cucchiaio al silicone.
Quando la frittata inizia a rapprendersi
scuotere la padella in modo che la frittata si stacchi dal fondo della padella.
Agganciare l’altra padella e girare la frittata,
oppure mettere sopra la padella un coperchio od un piatto
girare la frittata in modo che rimanga sul coperchio o sul piatto
e farla scivolare in padella e cuocere fino a doratura.
Togliere la frittata dal fuoco
e depositare su di un piatto di portata.
Servire in tavola
su piatto di portata preparato.
Nota
Con il termine pecorino si indica un formaggio prodotto con latte di pecora, il quale si differenzia da quello vaccino soprattutto per la percentuale di grasso e di caseina: più del doppio, il che ai fini della caseificazione configura un latte particolarmente ricco.
Storicamente di origine Mediterranea, è un prodotto diffuso anche altrove.
In Italia il pecorino ha raggiunto una produzione di tale qualità da occupare una posizione strategica nel settore lattiero caseario dando origine a un comparto produttivo valido e da valorizzare, con tecniche di lavorazione simili ma con differenti sfumature che portano a formaggi diversi e dunque non concorrenziali fra loro.
La Comunità Europea ha riconosciuto ben otto Denominazione di Origine Protetta (DOP) registrati sotto il nome “pecorino”: si tratta del Pecorino Romano, Pecorino Toscano, Pecorino Sardo, Pecorino di Filiano, Pecorino Crotonese, Pecorino di Picinisco, Pecorino Siciliano e del Pecorino delle Balze Volterrane.
Diversi altri formaggi pecorini italiani inoltre rientrano nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).
In Italia i formaggi pecorini sono prodotti in diverse regioni, soprattutto quelle centrali, meridionali e nelle isole. Le tre denominazioni DOP più diffuse e conosciute e prodotte in più regioni sono: il Pecorino Romano, prodotto in Sardegna (97%), Toscana (2%) e Lazio (1%), il Pecorino Toscano che è prodotto sia in Toscana che in Lazio e il Pecorino Sardo prodotto in Sardegna. Gli altri pecorini sono prodotti a livello regionale e spesso provinciale, assumendo una forte connotazione geografica.
Il Pecorino può essere classificato in base alla stagionatura: fresco, Primo sale, Secondo sale o semi-stagionato e stagionato.
I caseifici producono diverse varianti aggiungendo:
pepe nero, peperoncino, pomodori secchi, olive o tartufo.