Ingredienti
- 6 Uova
- 300gr Salsiccia
- 2 cucchiai Olio Evo
- qb Pepe
- qb Sale
Direzione
Frittata con Salsiccia alla Salernitana
La Frittata con Salsiccia alla Salernitana è un secondo piatto particolare e sfizioso, ideale per un pranzo od una cena con familiari ed amici.
Per la Frittata con Salsiccia alla Salernitana
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Spelare la salsiccia, tagliarla a pezzi
e tenere da parte.
In una ciotola sbattere le uova, sale, pepe
e tenere da parte.
In una padella antiaderente larga o padella doppia per frittata
mettere a scaldare l’olio evo.
Aggiungere la salsiccia a pezzetti
e far soffriggere per 2 minuti mescolando.
Versare le uova sbattute e fare una frittata normale,
girare la frittata aiutandosi con un coperchio,
a meno che non si usi la padella apposita per frittata,
e quando è pronta rovesciare la frittata su di un piatto di portata caldo.
Servire in tavola calda su piatto di portata.
Nota
La Frittata con Salsiccia alla Salernitana si può accompagnare con patatine fritte o con verdura fresca a piacere.
La salsiccia, nell’uso popolare in alcune regioni anche salciccia, è un insaccato di carne, tipico di molte regioni italiane e diffuso in tutto il mondo. In Italia, secondo gli ingredienti e le zone dove viene prodotta, assume varie denominazioni: luganega, salamella, salamina, salamino, salametto, bardiccio, rocchio, zazzicchia.
La prima testimonianza storica sull’uso di insaccare nel budello di maiale la sua carne insieme a spezie e sale è dello storico romano Marco Terenzio Varrone, che ne attribuisce l’invenzione e l’uso ai Lucani: «Chiamano lucanica una carne tritata insaccata in un budello, perché i nostri soldati hanno appreso il modo di prepararla dai Lucani».
Secondo una tradizione lombarda, spuria e molto recente, la sua invenzione sarebbe invece opera della regina longobarda Teodolinda che inventò la salsiccia e che ne avrebbe poi regalato la ricetta agli abitanti di Monza.
Anche i Veneti rivendicano la paternità di questo prodotto, affermando che la salamella sarebbe nata sul loro suolo, e sono tante altre regioni italiane che ne reclamano i natali. Tuttavia, le fonti antiche che si occupano di questa ricetta sono concordi nel ritenere che essa sia un’invenzione del popolo dei Lucani, conquistato da Roma nel III secolo a.C. (l’antica Lucania corrisponde all’odierna Basilicata, comprese limitate zone della Campania meridionale).
Viene prodotta solitamente riempiendo un budello naturale di suino (budellozza) o di montone (lucanicchia o, nel linguaggio volgare, luganega) con un misto di parti magre (es. spalla) e grasse (es. pancetta) tagliate a dadini (o tritate) e mescolate con sale. All’impasto così ottenuto viene aggiunto solitamente vino (prevalentemente rosso) e altre spezie, quali possono essere pepe, peperoncino, coriandolo, finocchio, noce moscata, anche zucchero (destrosio e saccarosio).
Nelle produzioni industriali viene aggiunto di norma acido ascorbico (E300) come antiossidante e latte in polvere affinché il salume conservi una certa morbidezza nel tempo. L’insieme del sale e degli aromi viene denominato concia. Può essere consumata fresca (previa cottura) o secca (quindi stagionata).
Gli abitanti della Basilicata, e in particolare di Picerno, riadottarono il nome originario dell’insaccato, associandolo al territorio di provenienza. La “Lucanica di Picerno” è riconosciuta come prodotto IGP. Su proposta delle rispettive regioni, sono stati riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali le salsicce ed inserite nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Italiani.