Ingredienti
- 450gr Favegià sgranate
- 250gr Piselligià sgranati
- 4 Carciofi
- 1 Cipolla
- 1 limone
- 1 ciuffettino Menta
- 1 pizzico Zucchero
- 2 cucchiai Aceto di mele
- 1 cucchiaio Olio Evo
- qb Noce moscata
- qb Pepe
- qb Sale
Direzione
Frittedda
La Frittedda è un piatto versatile si può servire come antipasto, come contorno o come secondo piatto vegetariano, gustoso e saporito ideale per un pranzo od una cena in famiglia o con amici o per un buffet.
Per la Frittedda disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Spremere un limone nello spremiagrumi e tenere il succo da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, le foglie di menta, tritarle e tenere da parte.
Pulire, lavare, affettare sottilmente la cipolla e tenere da parte.
Sgranare le fave, lavare sotto acqua corrente, scolarle e tenere da parte.
Sgranare i piselli, lavare sotto acqua corrente, scolarli e tenere da parte.
Pulire, togliere le foglie più dure, tagliare le parti spinose, la barba, dividere i carciofi in spicchi sottili, tuffarli in acqua acidulata con il succo di limone fino all’utilizzo.
In una padella antiaderente mettere a scaldare l’olio evo.
Aggiungere la cipolla e far rosolare pe 2 minuti mescolando.
Unire i carciofi sgocciolati e continuare la cottura a fiamma vivace per 5 minuti.
Aggiungere le fave, i piselli, 2 grattate di noce moscata, sale, pepe, 1 mestolino di acqua calda e cuocere per 10 minuti a fiamma bassa, mescolare di tanto in tanto.
Unire la menta tritata, 1 pizzico di zucchero, l’aceto di mele e cuocere per altri 2 minuti, mescolare delicatamente.
Mettere la preparazione in una insalatiera e far raffreddare.
Servire in tavola direttamente nella insalatiera preparata.
Nota
La Frittedda è un piatto tipico della cucina siciliana si può servire come antipasto, come contorno o come secondo piatto vegetariano.
La fava Vicia faba è una pianta della famiglia delle Leguminose o Fabaceae.
In relazione alla grandezza del seme, in Vicia faba L. vengono distinte quattro varietà botaniche:
Vicia faba var. paugyuga con semi molto piccoli, di origine indiana, non è coltivata
Vicia faba var. minor Beck, detta comunemente “favino”, con peso dei 1000 semi inferiore a 700 grammi e baccello clavato e corto; è utilizzata come foraggio o sovescio;
Vicia faba var. equina Pers., detta comunemente “favetta”, con peso dei 1000 semi compreso tra 700 e 1000 grammi e baccello clavato e allungato; è utilizzata come foraggera;
Vicia faba var. major Harz. con semi grossi, il peso dei 1000 semi è superiore a 1000 grammi, il baccello è lungo 15–25 cm ed è pendulo e di forma appiattita che contiene 5-10 semi. Appartengono a questa varietà le cultivar da consumo fresco.
Secondo un’antica tradizione agraria, nell’orto sarebbe bene seminare alcune fave all’interno delle altre colture poiché questo legume, oltre ad arricchire il terreno di azoto, attirerebbe su di sé tutti i parassiti, che di conseguenza non infesterebbero gli altri ortaggi. La fava viene avvicendata come coltura miglioratrice tra due frumenti. Il terreno viene preparato in estate, poi affinato e concimato: la semina si fa a righe o a buchette, in modo da avere 8-10 piante/m2. Essendo una pianta che teme il caldo, nelle zone climatiche temperate calde la semina delle fave va effettuata in autunno o all’inizio dell’inverno, con raccolti a partire da circa 180 giorni dopo. Per le zone molto fredde è meglio seminare in primavera.
Il fosfato di ammonio è il principale concime chimico utilizzato per la produzione di fave.
Stando ad una credenza popolare diffusa in Italia, se si trova un baccello di fava contenente sette semi si avrà un periodo di grande fortuna.
Questi vegetali vengono consumati sia freschi che cotti e contengono molta acqua e proteine. In particolare, i semi delle Fabaceae sono noti in gastronomia come legumi.