Ingredienti
- 50gr Burro
- 30gr Parmigiano Reggiano
- 100gr Fontina
- 6 cucchiai Panna
- 500gr Farina di maisPer Polenta
- 2,5 litri AcquaPer Polenta
- 1 cucchiaio Sale GrossoPer Polenta
Direzione
Gnocchetti di Polenta con Fontina
Gli Gnocchetti di Polenta con Fontina sono un primo piatto gustoso e particolare da servire a pranzo o a cena con familiari ed amici.
Per gli Gnocchetti di Polenta con Fontina disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Sul piano di lavoro, con un coltello ben affilato, tagliare a dadini la fontina e tenere da parte.
Preparare la polenta:
Un trucco per evitare di dover sempre mescolare la polenta:
Mettere in una pentola a fondo spesso a far bollire 2,5 litri di acqua salata, 1 cucchiaio sale grosso e mettere in un colpo ½ kg. di farina per polenta.
Mescolare con la frusta facendo amalgamare bene la farina con l’acqua.
Abbassare la fiamma coprire con un coperchio e cuocere per circa 50 minuti senza più rimestare.
Si formerà una crosticina sulle pareti della pentola ma la polenta non brucerà.
Se si vuole una polenta più morbida, su 1 kg di farina, togliere 200gr di farina ed aggiungere 200gr di semolino.
Togliere la polenta dal fuoco e far riposare per 10 minuti.
Con un cucchiaio prelevare dei pezzetti di polenta dare la forma di gnocchetti e sistemarli ordinatamente in una pirofila da forno imburrata.
Distribuire sopra dei fiocchetti di burro crudo, il parmigiano, la fontina a dadini e un po’ di panna.
Iniziare un altro strato di gnocchetti agendo come il precedente e così via fino al termine degli ingredienti.
Infornare a forno caldo a 180°C per 15 minuti o fino a doratura della superficie.
Servire in tavola direttamente su pirofila o ad ogni commensale su piatto individuale.
Nota
La Fontina DOP (in francese Fontine) è un formaggio (DOP) Valdostano, prodotto ad ogni mungitura e stagionato almeno 3 mesi. Fontina DOP. Il Consorzio Produttori e Tutela della Dop Fontina vigila sulla produzione della Fontina e provvede alla marchiatura delle forme conformi. La Cooperativa Produttori Latte e Fontina è il maggior produttore di Fontina Dop, che raccoglie, stagiona e commercializza. Nel 1996 ha ottenuto dall’ Unione Europea la Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.).
Nel 2016 la Fontina è stata inserita nei 26 formaggi migliori al mondo dal Wall Street Journal.
Il nome Fontina pare origini da un alpeggio di produzione chiamato Fontin; altre versioni lo collegano al villaggio di Fontinaz. Ma il nome potrebbe derivare dal termine francese antico “fontis” o “fondis” a indicare la particolare capacità della pasta di questo formaggio di fondersi col calore.
La sua origine viene fatta risalire al 1270, sebbene la prima testimonianza iconografica risalga al XV secolo, in un affresco del Castello di Issogne. La prima citazione della Fontina risale al 1477 nella Summa Lacticinorum del medico vercellese Pantaleone di Confienza, mentre la prima classificazione è del 1887 con “Le Fontine di Val d’Aosta” nell’annuario della Stazione Sperimentale del caseificio di Lodi.
Viene prodotta esclusivamente con latte intero crudo di bovine di razza valdostana (razze pezzate Valdostane rosse e Valdostana pezzata nera), alimentate prevalentemente con foraggio verde nel periodo estivo e con fieno locale nel resto dell’anno. L’aspetto al taglio, può variare leggermente nel colore e nella leggera occhiatura, in base al produttore nonché alla stagione in cui è stato fabbricato; anche la salatura, poco accentuata, varia leggermente a seconda del produttore. Le forme che non superano il controllo di idoneità al marchio Fontina, sono immesse al commercio come formaggio valdostano.
A stagionatura ultimata, dopo una serie di severi controlli, il Consorzio Produttori e Tutela della DOP Fontina procede alla marchiatura: le forme contrassegnate con il marchio sono garantite per autenticità e qualità.
L’unica zona di produzione di questo formaggio è la Valle d’Aosta.
È consigliato un vino rosso leggero e delicato per fare risaltare il gusto del formaggio.
Tradizionalmente sono gli “arpian” (i pastori degli alpeggi) a preparare la fontina nelle baite. Ciò che resta del siero del latte usato per fare la fontina veniva e viene tuttora riscaldato sul fuoco per far affiorare sulla superficie la brossa, ossia la schiuma bianca prelevata man mano che si forma con un mestolo piatto e largo per condire, fredda o calda, la polenta.