Hamburger di Maiale al Pomodoro

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Hamburger di Maiale al Pomodoro

Gli Hamburger di Maiale al Pomodoro sono un secondo piatto gustoso e saporito, ideale per un pranzo od una cena in famiglia o con amici.

Per gli Hamburger di Maiale al Pomodoro
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.

Pelare l’aglio e tenere da parte.

Sgocciolare i funghetti dall’olio di conservazione, t
ritarli e tenere da parte.

Sgocciolare i cetriolini dal liquido di conservazione,
tritarli e tenere da parte.

Lavare sotto acqua corrente i capperi,
asciugare con carta assorbente da cucina,
strizzarli, tritarli e tenere da parte.

 

Mettere nel tritacarne un po’ per volta la lonza di maiale
e tritarla finemente.

 

In una ciotola mettere la carne trita,
i funghetti, i capperi, i cetriolini tutti tritati e salare.

Mescolare bene il tutto.

Prendere con 1 cucchiaio un po’ di composto di carne,
metterlo in un coppapasta del diametro di 10 cm
fino a riempirlo in modo da formare,
così facendo, 4 hamburger
od usare l’apposito attrezzo
per fare gli hamburger.

Disporli su di un piatto di portata
e tenere da parte.

 

Preparare la salsa al pomodoro:

In una padella antiaderente mettere a scaldare l’olio evo ed il burro.

Aggiungere lo spicchio d’aglio
e far rosolare.

Togliere l’aglio, versare la passata di pomodoro,
pepe, sale e cuocere per 25 minuti a fiamma bassa,
mescolare di tanto in tanto al fine di ottenere
una salsa piuttosto densa.

 

 

In una padella antiaderente mettere a scaldare l’olio evo ed il burro.

Aggiungere gli hamburger preparati,
cuocerli per 20 minuti a fiamma moderata
e rigirandoli in modo da ottenere una cottura uniforme.

 

Disporli su di un piatto di portata
contornati dalla salsa di pomodoro preparata.

 

 

Servire in tavola
direttamente su piatto di portata.

 

 

 

 

Nota

Gli Hamburger di Maiale al Pomodoro si accompagnano con patatine fritte od al forno o con insalata verde a piacere.

Il maiale (Sus scrofa domesticus), chiamato anche suino o porco, è un suide addomesticato appartenente ai mammiferi dell’ordine artidattili suiformi. Il maschio fertile si chiama verro, la femmina scrofa e i cuccioli lattonzoli; questi ultimi, in particolare, a loro volta si definiscono verretti se maschi o scrofette se femmine.

Si tratta di uno tra gli animali da macello più diffusi e più utilizzati dall’uomo, anche in ragione dell’ampia gamma di sottoprodotti derivati, che vanno da articolatissime specifiche lavorazioni delle sue carni allo sfruttamento delle setole (da qui il detto “del maiale non si butta via niente”). Il maiale domestico appartiene alla stessa specie del cinghiale e può riprodursi con esso.

Il termine maiale deriva dal latino majalem (“porco castrato”), così chiamato poiché era spesso utilizzato come sacrificio a Maia, madre di Mercurio.

L’allevamento del maiale pare antichissimo, e raffigurazioni di suoi presumibili progenitori sono anche nei graffiti della grotta di Altamira (ca. 40.000 a.C.). Intorno al 5.000 a.C. si suppone che sia avvenuta la domesticazione, in Cina, e tracce di poco più recenti se ne hanno anche in Mesopotamia.

Il maiale è sempre stato di vitale importanza nel sistema alimentare dell’uomo e la sua copiosa produzione lo ha reso di generale popolarità. Molte delle caratteristiche morfologiche o comportamentali del maiale sono anzi entrate nella fraseologia comune presso quasi tutte le culture (per lo più in senso spregiativo o offensivo, sino alla blasfemia).

Le caratteristiche nutrizionali della carne di maiale, ricca di grassi, sono forse all’origine di taluni precetti di alcune religioni (particolarmente di alcune originate in aree calde del Pianeta) che vietano di cibarsene o ne limitano l’assunzione.

L’utilizzo del maiale in cucina è sempre stato il principale e spesso unico scopo del suo allevamento. La sua carne viene utilizzata in svariati modi culinari, cotta con tecniche simili a quelle della carne bovina, oppure utilizzata per farne salumi di vario genere o per utilizzarne il solo grasso, a seconda del taglio. Si usano in cucina anche alcune frattaglie, fra cui il cervello, il fegato, il sangue (come, ad esempio, nel migliaccio pistoiese) e addirittura i piedi. Le varie forme culinarie di utilizzo possono variare da paese a paese e, all’interno dello stesso, da regione a regione. Nemmeno il grasso distribuito nella parte interna del maiale viene sprecato: si tratta della sugna, che viene fusa e poi utilizzata in vari modi, tra i quali la ricopertura della parte magra del prosciutto nella fase di stagionatura di quest’ultimo. In Italia la cottura delle carni avviene quasi sempre in padella o sulla griglia, mediante frittura o a fuoco lento nella preparazione di arrosti e brasati. Nei paesi nordici quali Germania e Austria parti delle carni di maiale idonee vengono anche servite bollite.

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