Involtini di Tonno alla Siciliana
Gli Involtini di Tonno alla Siciliana sono un secondo piatto gustoso e saporito, da proporre in un pranzo o cena a base di pesce o con familiari ed amici.
Per gli Involtini di Tonno alla Siciliana
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare sotto acqua corrente i capperi sotto sale,
tritarli e tenere da parte.
Scolare i capperi sotto aceto tritarli
e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina,
le foglie di salvia tritarle e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina,
il rametto di rosmarino, tritare gli aghi e tenere da parte.
Lavare sotto acqua corrente le olive verdi e nere,
tritarle e tenere da parte.
Grattugiare l’emmental e tenere da parte.
Disporre su di un piatto di portata le 6 fettine di tonno
e tenere da parte.
In un pentolino pieno di acqua bollente leggermente salata,
mettere le uova e farle bollire per 4 minuti
in modo che risultino ancora liquide all’interno.
Rompere le uova alla sommità
prelevare un po’ di uovo cotto con un cucchiaino
e distribuirlo sopra ogni fettina di tonno.
Aggiungere, sopra ogni fettina, un ricciolo di burro,
i capperi sotto aceto tritati, il formaggio emmental grattugiato,
la salvia tritata, il rosmarino tritato,
1 grattata di noce moscata, un po’ di cannella,
pepe, sale, avvolgere le fettine di tonno su sé stesse
e legarle con lo spago da cucina
in modo da formare 6 involtini.
In una padella antiaderente mettere a scaldare il restante burro
e l’olio evo.
Unire gli involtini
e farli rosolare in ogni loro parte
a fuoco moderato.
Aggiungere la salsa di pomodoro,
i capperi sotto sale tritati, le olive verdi
e nere tritate e cuocere per 15 minuti a fiamma bassa
ed a padella coperta.
Mescolare spesso rigirando gli involtini.
Servire in tavola su piatto di portata
o ad ogni commensale, porzionato, su piatto individuale.
Nota
Gli Involtini di Tonno alla Siciliana sono un secondo piatto completo infatti ha già il suo contorno.
Thunnus South, 1845 è un genere della famigliaScombridae che raggruppa otto speci di grandi pesci pelagici predatori, conosciuti comunemente come tonni.
Già gli antichi praticavano su larga scala la pesca del tonno, soprattutto a Gibilterra e nell’Ellesponto, in Sicilia lungo le coste del trapanese. La tecnica di pesca variava a seconda del luogo e della stagione. La specie pescata era soprattutto il tonno
La maggior parte della flotta tonniera utilizza le reti di circuizione; si usano anche i palamiti che, senza misure di mitigazione, causano la morte di migliaia di tartarughe, uccelli marini e squali. Questo sistema di pesca ha colpito anche gli stock del tonno pinna gialla. Il tonnetto striato, che oggi è la specie più utilizzata per il consumo alimentare al mondo, è pescato a canna, più ecosostenibile.
Le varie parti del tonno (ventresca, filetti, bottarga, mosciame, lattume, cuore, buzzonaglia) vengono utilizzate per la preparazione di piatti che ne prevedono l’uso crudo, come nel sushi o nel sashimi, e cotto. Viene anche conservato sott’olio o al naturale (in acqua salata), generalmente confezionato in scatolette metalliche o vasetti di vetro.
Normalmente in Italia il tonno maggiormente commercializzato è il tonno pinna gialla (yellowfin), la specie oceanica più diffusa e per questo di prezzo in genere più basso, mentre il tonno rosso (bluefin), tipico del Mediterraneo, è in via di estinzione. In Spagna è utilizzato anche il tonno alalunga. Da alcuni anni il più diffuso al mondo per l’inscatolamento sott’olio è il tonnetto striato.
Il consumo di tonno contaminato da batteri senza alterazioni organolettiche può dare origine alla cosiddetta sindrome sgombroide (HFP, histamine fish poisoning), una reazione gastro-enterica con sintomi simil-allergici che insorgono da dieci minuti a qualche ora dall’ingestione (in media dopo novanta minuti), riconducibili all’istamina (una sostanza che stimola l’infiammazione) in esso contenuta. I sintomi si risolvono spontaneamente nell’arco di qualche ora, ma possono durare fino a 48 ore. Raramente si hanno quadri sintomatici gravi.
Insieme ad altri predatori in testa alla catena alimentare, come pescespada e verdesca, è uno dei pesci con i più alti livelli di mercurio. I tempi di digestione medi sono tra le cinque e sei ore per il tonno sott’olio crudo.
Numerose regioni italiane hanno inserito nel proprio elenco di prodotti agroalimentari tradizionali il tonno o parti di esso:
Liguria: tonno sott’olio, tonnina. Toscana: tonnina, filetto di tonno.
Sicilia: bottarga, uovo di tonno, tonno di tonnara, buzzonaglia, Ficazza, o “sosizzune”, tonno in agrodolce, cuore, cuore di tonno, figatello, lattume
musciame di tonno, filetto di tonno, tonno affumicato, tonno sott’olio, ventre di tonno, tunnina, polmonello. Calabria: bottarga di tonno, tonno sott’olio, pesantono sott’olio, pisantuni sutt’ogghiu. Sardegna. belu, trippa di tonno
bottarga di tonno, bottariga di tonno, butariga de tonnu, butarga de tonnu, butarla de scampirru, cuore, cuore di tonno, figatello, lattume musciame di tonno, filetto di tonno, tonno affumicato, tonno sott’olio
tunninia. Piemonte: Antipasto piemontese