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Maccheroni con Carciofi alla Calabra

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Ingredienti

Regolare le porzioni
400gr Maccheroni
80gr Pecorino grattugiato
70gr Burro
4 Carciofi
1 Cipolla
1 limone
2 cucchiai Olio Evo
qb Pepe
qb Sale

informazioni Nutrizionali

2,4g
Proteine
136k
Calorie
1,1g
Grassi
29g
Carboidrati
1g
Zuccheri

Maccheroni con Carciofi alla Calabra

Maccheroni con Carciofi alla Calabra

Caratteristiche:
  • Tradizionale

Maccheroni con Carciofi alla Calabra:
In una padella antiaderente mettere a sfrigolare il burro e l’olio evo.
Aggiungere gli spicchi di carciofo sgocciolati, pepe, sale e far rosolare a fiamma bassa mescolando.
Far bollire una pentola piena di acqua, salare, buttare la pasta secondo i tempi di cottura scritti sulla confezione dal produttore.
Scolare al dente i maccheroni, metterli in una ciotola capiente, condirli con gli spicchi di carciofo rosolati con il loro sugo di cottura, metà del pecorino e mescolare bene.

  • 45
  • Serves 4
  • Facile

Ingredienti

Direzione

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Maccheroni con Carciofi alla Calabra

I Maccheroni con Carciofi alla Calabra sono un primo piatto gustoso e saporito, ideale per un pranzo od una cena in famiglia o con amici.

Per i Maccheroni con Carciofi alla Calabra disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.

Spremere un limone nello spremiagrumi e tenere il succo da parte.

Pulire, togliere le foglie più dure, tagliare le parti spinose,
dividere i carciofi in spicchi sottili, tuffarli in acqua acidulata con il succo di limone fino all’utilizzo.

Pulire, lavare, tritare la cipolla e tenere da parte.

In una padella antiaderente mettere a sfrigolare il burro e l’olio evo.

Aggiungere gli spicchi di carciofo sgocciolati, pepe, sale e far rosolare a fiamma bassa mescolando.

Far bollire una pentola piena di acqua, salare, buttare la pasta secondo i tempi di cottura scritti sulla confezione dal produttore.

Scolare al dente i maccheroni, metterli in una ciotola capiente, condirli con gli spicchi di carciofo rosolati con il loro sugo di cottura, metà del pecorino e mescolare bene.

Servire in tavola direttamente nella ciotola preparata
con l’altra metà del pecorino in formaggera a disposizione dei commensali.

 

 

 

 

Nota

Il carciofo (Cynara scolymus ) è una pianta della famiglia delle Asteracaee coltivata in Italia ed in altri Paesi per uso alimentare e, secondariamente, medicinale. Il carciofo è una pianta erbacea perenne alta fino a 1,5 metri, provvista di un rizoma sotterraneo dalle cui gemme si sviluppano più fusti, che all’epoca della fioritura si sviluppano in altezza con una ramificazione dicotomica. Le varietà di carciofo sono classificate secondo diversi criteri. I principali sono i seguenti: in base alla presenza e allo sviluppo delle spine si distingue fra varietà spinose e inermi. Le prime hanno capolini con brattee terminati con una spina più o meno robusta, le inermi hanno invece brattee mutiche o mucronate. In base al colore del capolino si distingue fra varietà violette e verdi. In base al comportamento nel ciclo fenologico si distingue fra varietà autunnali o rifiorenti e varietà primaverili o unifere. Le prime si prestano alla forzatura in quanto possono produrre capolini nel periodo autunnale e una coda di produzione nel periodo primaverile. Le seconde sono adatte alla coltura non forzata in quanto producono capolini solo dopo la fine dell’inverno. Fra le varietà più famose si annoverano il Brindisino, il “Paestum” (carciofo IGP proveniente dall’omonima città della magna Grecia di Capaccio-Paestum), Spinoso sardo (coltivato anche in Liguria con il nome di Carciofo spinoso d’Albenga), il Catanese, il Verde di Palermo, il Carciofo di Montelupone verde, il Romanesco, il Mazzaferrata di Cupello, il Violetto di Toscana, il Precoce di Chioggia, il Violetto di Provenza, il Violetto di Niscemi. Le varietà di maggiore diffusione in passato erano il Catanese, lo Spinoso sardo e il Violetto di Provenza, fra i tipi autunnali forzati, e il Romanesco e il Violetto di Toscana fra quelli primaverili non forzati. Lo Spinoso sardo, una delle varietà più apprezzate nel mercato locale ed in alcuni mercati dell’Italia settentrionale ha subito un drastico ridimensionamento dagli anni novanta a causa della ridotta pezzatura media dei capolini e della minore capacità produttiva rispetto ad altre cultivar (Tema, Terom, Macau, ecc.). Il basso contenuto calorico del carciofo fa sì che sia specialmente indicato nelle diete dimagranti. I fiori, contengono il lab-fermento (chimosina), che si usa come caglio del latte. La cucina Ligure valorizza molto questo ingrediente, che, per il fatto di maturare in primavera, diventa in tale periodo il componente di una variante della locale torta pasqualina, specialità tradizionalmente a base di bietole. Specialità della cucina Romana sono invece il Carciofo alla Romana (stufato in olio di oliva, brodo vegetale, prezzemolo, aglio e mentuccia), il carciofo alla Giudia fritto in olio di oliva, i carciofi fritti in pastella e l’insalata di carciofi (crudi a lamelle). Anche nella cucina siciliana, dove specialmente nella piana di Gela, e nella vicina Niscemi, vengono prodotti una larga fetta dell’output nazionale, il carciofo ricopre un ruolo di rilievo, venendo utilizzato in molte pietanze ed anche consumato in occasione di festività locali e religiose.

 

 

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