Macco di Fave alla Calabrese

Pubblicità

Macco di Fave alla Calabrese

Il Macco di Fave alla Calabrese è un primo piatto gustoso e saporito ideale per un pranzo od una cena in famiglia o con amici.

Per il Macco di Fave alla Calabrese disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.

Sul piano di lavoro spezzettare a mano gli spaghetti e tenere da parte.

Pulire, lavare, affettare la cipolla e tenere da parte.

Sgranare le fave, lavare sotto acqua corrente, scolarle e tenere da parte.

In una pentola mettere le fave, coprirle con acqua fredda, unire la cipolla affettata, la passata di pomodoro, lo zucchero, 1 pizzico di sale e cuocere per 60 minuti a fiamma moderata, mescolare.

A fine cottura le fave dovranno essere disfatte, se non lo fossero continuare la cottura e mescolare bene.

A fine cottura il macco deve presentarsi come una purea.

In una pentola piena di acqua bollente salata, mettere a cuocere gli spaghetti spezzettati, per il tempo di cottura indicato sulla confezione dal produttore.

Scolarli al dente, metterli in una padella antiaderente capiente con l’olio evo, unire il macco di fave appena preparato, cuocere per 5 minuti e mescolare.

Mettere il macco di fave in 4 piatti fondi e servire in tavola.

Nota

Macco deriva dal latino maccare ovvero “ridurre in poltiglia” è una minestra della tradizione culinaria calabrese e siciliana.

La fava Vicia faba è una pianta della famiglia delle Leguminose o Fabaceae.

In relazione alla grandezza del seme, in Vicia faba L. vengono distinte quattro varietà botaniche:

Vicia faba var. paugyuga con semi molto piccoli, di origine indiana, non è coltivata

Vicia faba var. minor Beck, detta comunemente “favino”, con peso dei 1000 semi inferiore a 700 grammi e baccello clavato e corto; è utilizzata come foraggio o sovescio;

Vicia faba var. equina Pers., detta comunemente “favetta”, con peso dei 1000 semi compreso tra 700 e 1000 grammi e baccello clavato e allungato; è utilizzata come foraggera;

Vicia faba var. major Harz. con semi grossi, il peso dei 1000 semi è superiore a 1000 grammi, il baccello è lungo 15–25 cm ed è pendulo e di forma appiattita che contiene 5-10 semi. Appartengono a questa varietà le cultivar da consumo fresco.

Secondo un’antica tradizione agraria, nell’orto sarebbe bene seminare alcune fave all’interno delle altre colture poiché questo legume, oltre ad arricchire il terreno di azoto, attirerebbe su di sé tutti i parassiti, che di conseguenza non infesterebbero gli altri ortaggi. La fava viene avvicendata come coltura miglioratrice tra due frumenti. Il terreno viene preparato in estate, poi affinato e concimato: la semina si fa a righe o a buchette, in modo da avere 8-10 piante/m2. Essendo una pianta che teme il caldo, nelle zone climatiche temperate calde la semina delle fave va effettuata in autunno o all’inizio dell’inverno, con raccolti a partire da circa 180 giorni dopo. Per le zone molto fredde è meglio seminare in primavera.

Il fosfato di ammonio è il principale concime chimico utilizzato per la produzione di fave.

Stando ad una credenza popolare diffusa in Italia, se si trova un baccello di fava contenente sette semi si avrà un periodo di grande fortuna.

Questi vegetali vengono consumati sia freschi che cotti e contengono molta acqua e proteine. In particolare, i semi delle Fabaceae sono noti in gastronomia come legumi.

 

 

Fave con Verdure

 

 

Fave alla Romana

 

 

(Visited 85 times, 1 visits today)
Pubblicità
Pubblicità
CalabreseMaccoMacco di FaveMacco di Fave alla Calabrese