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Millecosedde Calabrese

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Ingredienti

Regolare le porzioni
200gr Penne rigate
200gr Fave fresche
200gr Funghi freschi
100gr Fagioli borlotti secchi
100gr Ceci secchi
100gr Lenticchie
120gr Pancetta 1 sol fetta
100gr Pecorino
1 Verza piccola
1 spicchio Aglio
1 Carote
1 Cipolla
3 cucchiai Olio Evo
qb Pepe
qb Sale

informazioni Nutrizionali

3,9g
Proteine
54k
Calorie
1,3g
Grassi
13g
Carboidrati
1g
Zuccheri

Millecosedde Calabrese

Millecosedde Calabrese

Caratteristiche:
  • Tradizionale

Millecosedde Calabrese:
Mettere, in una pentola capiente di terracotta, con lo spargi-fiamma sotto, l’olio evo a scaldare a fiamma moderata.
Aggiungere la pancetta a dadini, la cipolla, la carota, l’aglio tutti tritati e far imbiondire mescolando.
Versale 2 litri di acqua calda e far bollire.
Aggiungere le foglie di verza tagliate e mescolare.
Dopo 5 minuti di cottura unire alle verze i funghi, i ceci, le fave, i fagioli, le lenticchie, pepare, salare e mescolare bene.
Mettere il suo coperchio di terracotta sulla pentola e cuocere per 40 minuti a fiamma bassa.

  • 100
  • Serves 4
  • Facile

Ingredienti

Direzione

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Millecosedde Calabrese

La Millecosedde Calabrese è un primo piatto ottimo da gustare ad un pranzo od a una cena con familiari ed amici.

Per la Millecosedde Calabrese disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.

Pelare l’aglio e tenere da parte.

Pulire con carta assorbente da cucina i funghi, togliere i gambi, tagliare la parte terrosa dai gambi, pulirli con carta assorbente da cucina, affettare finemente teste e gambi e tenere da parte.

Sgranare le fave, lavarle sotto acqua corrente, scolarle e tenere da parte.

Lavare sotto acqua corrente i ceci, le lenticchie ed i fagioli secchi e scolarli.

In 3 ciotole distinte mettere a bagno per 12 ore i fagioli secchi, i ceci e le lenticchie, scolarli e tenere da parte.

Sul piano di lavoro, con un coltello ben affilato, tagliare a dadini la pancetta e

Tenere da parte.

Pulire, lavare, tritare la cipolla e tenere da parte.

Pelare, tritare l’aglio e tenere da parte.

Pelare le carote, lavarle, tritarle e tenere da parte.

Sfogliare la verza eliminare il torsolo, lavarla sotto acqua corrente, scolarla e tenere da parte.

In 3 pentole separate mettere a cuocere le lenticchie, i ceci ed i fagioli, coprirli con acqua fredda e portarli a ¾ di cottura ciascuno separatamente, scolarli e tenere da parte separatamente.

In una pentola piena di acqua bollente leggermente salata, sbollentare le foglie di verza per 8 minuti, scolarle, tagliarle finemente e tenere da parte.

In una pentola piena di acqua bollente leggermente salata, sbollentare i funghi

affettati per 6 minuti e tenere da parte.

Mettere, in una pentola capiente di terracotta, con lo spargi-fiamma sotto, l’olio evo a scaldare a fiamma moderata.

Aggiungere la pancetta a dadini, la cipolla, la carota, l’aglio tutti tritati e far imbiondire mescolando.

Versale 2 litri di acqua calda e far bollire.

Aggiungere le foglie di verza tagliate e mescolare.

Dopo 5 minuti di cottura unire alle verze i funghi, i ceci, le fave, i fagioli, le lenticchie, pepare, salare e mescolare bene.

Mettere il suo coperchio di terracotta sulla pentola e cuocere per 40 minuti a fiamma bassa.

Dopo 20 minuti aggiungere le penne rigate e portare a termine la cottura, mescolare di tanto in tanto.

Servire in tavola direttamente nella pentola di terracotta o su piatto individuale a ciascun commensale

con il pecorino servito in formaggera.

Nota

La Millecosedde Calabrese si presenta come una via di mezzo tra un primo piatto asciutto e una minestra.

L’aglio (Allium sativum ) è una pianta coltivata bulbosa, assegnata tradizionalmente alla famiglia delle Lilliaceae.

Il suo utilizzo primo è quello di condimento, ma è ugualmente usato a scopo terapeutico per le proprietà congiuntamente attribuitegli dalla scienza e dalle tradizioni popolari.

A causa della sua coltivazione molto diffusa l’aglio viene considerato quasi ubiquitario, ma le sue origini sono asiatiche (sono state rintracciate nella Siberia sud-occidentale), velocemente diffusosi nel bacino mediterraneo e già conosciuto nell’antico Egitto.

L’odore caratteristico dell’aglio è dovuto a numerosi composti organici di zolfo tra cui l’allina ed i suoi derivati, come l’allicina ed il disolfuro di diallile.

La pianta non ama il freddo autunno-invernale. Allora comincia ad afflosciarsi, fino a seccarsi del tutto. È a questo punto che il tubero sotterraneo andrebbe raccolto. I bulbi che invece si lasciano in loco, rivegeteranno l’anno seguente, coi primi caldi. L’aglio in cucina è molto utilizzato come condimento, ad esempio come ingrediente per salse come Bagna cauda, pesto, aioli, tzatziki . La parte commestibile sono i bulbilli (spicchi). Si consuma crudo o cotto, fresco o secco, intero, a fettine, tritato, in polvere. Talvolta gli spicchi vengono utilizzati per insaporire la pietanza ma non vengono direttamente consumati.

Nel folclore europeo, si riteneva che l’aglio tenesse lontani i vampiri e si indossava in un sacchetto intorno al collo. Questa tradizione si può collegare al fatto che i vampiri erano considerati dei “parassiti” e conseguentemente l’aglio, avendo proprietà antibatteriche, li teneva lontani.

Il suo potere antisettico era noto fin dall’antichità: nel Medioevo i medici usavano delle mascherine imbevute di succo d’aglio per proteggersi dalle infezioni e tutt’oggi è ampiamente usato nella medicina popolare.

Si consigliava di tenere l’aglio addosso la notte che precede il 24 giugno (S. Giovanni Battista) insieme ad altre erbe per proteggersi dalle streghe che in quella data, secondo la tradizione, celebrerebbero il grande sabba annuale che coincide con il solstizio d’ Estate.

 

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