Ingredienti
- 600gr Cardo mariano
- 100gr Parmigiano Reggiano
- 3 Uova
- 1 limone
- 1,5 litri Brodo vegetale
- qb Sale
Direzione
Minestra di Cardi alla Abruzzese
La Minestra di Cardi alla Abruzzese sono un primo piatto anche vegetariano gustoso, ottimo da servire a pranzo od a cena con familiari ed amici.
Per la Minestra di Cardi alla Abruzzese disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
In una pentola con 1,5 litri di acqua leggermente salata ed un cucchiaino di dado vegetale, vedi nota, far raggiungere l’ebollizione e tenere da parte.
Tagliare il limone a metà e tenere il succo da parte.
In un piatto fondo sbattere con i rebbi di una forchetta le uova con 1 pizzico di sale, 2 cucchiai di parmigiano e tenere da parte.
Togliere dai cardi i filamenti, lavarli sotto acqua corrente, scolarli strofinarli con il limone, tagliarli a pezzi di 2cm di lunghezza e tenere da parte.
In una pentola piena di acqua bollente leggermente salata, mettere a lessare i pezzi di cardi per 30 minuti a fiamma moderata.
Versare i cardi nel brodo vegetale far riprendere il bollore.
Togliere dal fuoco, versare in pentola con i cardi le uova sbattute con il parmigiano e mescolare.
Rimettere la pentola sul fuoco far riprendere il bollore e togliere dal fuoco e
versare la minestra in 4 fondine individuali.
Servire in tavola direttamente le 4 fondine con il parmigiano restante in formaggera a disposizione dei commensali.
Nota
Il cardo mariano (Silybum marianum è una pianta erbacea biennale della famiglia delle Asteracee, presente in tutto il Mediterraneo.
È distribuito in tutte le regioni del Mediterraneo dal livello del mare fino alla zona submontana.
Più raro al nord, diventa più frequente passando al centro, al sud e nelle isole fino a diventare invadente.
Si rinviene nei ruderi, lungo le strade, negli incolti.
Il cardo mariano è una pianta officinale, usata per il trattamento delle affezioni a carico del fegato. Per le sue proprietà è usato anche come ingrediente nella preparazione di liquori d’erbe.
Il fitocomplesso è stato usato con successo nel trattamento in pazienti affetti da epatite cronica sintomatica, con scomparsa completa dei sintomi clinici, quali astenia, inappetenza, grave meteorismo, dispepsia, subittero, e con normalizzazione delle transaminasi.
Gli stessi risultati si possono ottenere nei pazienti sottoposti a pesanti cicli di chemioterapia con gravi alterazioni biumorali e cliniche riguardanti la funzione epatica.
L’utilizzo a scopo terapeutico di questa pianta è noto fin dall’antichità ma l’isolamento e la caratterizzazione dei principi attivi sono stati completati negli 1970.
Le radici hanno proprietà diuretiche e febbrifughe.
Le foglie hanno proprietà aperitive.
Un’antica tradizione cristiana, vuole che il nome “mariano” derivi da piccole striature bianche sulle foglie della pianta, che dovrebbero rappresentare il latte di Maria Vergine, perso durante l’allattamento presso un riparo in una vegetazione di cardi, nel periodo di fuga in Egitto.
Successivamente, venne quindi indicato in particolare a tutte le madri in allattamento, appunto per i suoi principi depurativi.
Già nel 1500 Pietro Andrea Mattioli, noto umanista e medico descrisse le qualità del cardo mariano.