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Minestra di Riso Bordolese

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Ingredienti

Regolare le porzioni
6 cucchiai Riso arborio
6 Uova
2 litri Brodo vegetale
1 limone
30gr Parmigiano Reggiano
qb Pepe
qb Sale

informazioni Nutrizionali

2,41g
Protyeine
209k
Calorie
2,1g
Grassi
36,5g
Carboidrati
1,1g
Zuccheri

Minestra di Riso Bordolese

Minestra di Riso Bordolese

Caratteristiche:
  • Tradizionale

In una pentola con 2 litri di acqua leggermente salata ed un cucchiaino di dado vegetale, vedi nota, far raggiungere l’ebollizione, versare il riso e cuocere
per il tempo di cottura indicato sulla confezione dal produttore.
Versare il composto di uova e limone in un sol colpo nella pentola del riso cotto e mescolare energicamente con un cucchiaio al silicone.
Togliere dal fuoco.

  • 30
  • Serves 6
  • Facile

Ingredienti

Direzione

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Minestra di Riso Bordolese

La Minestra di Riso Bordolese è un primo piatto della tradizione culinaria Francese, da annoverare fra i confort food, da gustare specialmente nella stagione fredda.

Per la Minestra di Riso alla Bordolese
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.

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Spremere un limone nello spremiagrumi e tenere il succo da parte.

In una ciotola sbattere le uova, con una forchetta,
con il succo di limone pepe sale e tenere da parte.

In una pentola con 2 litri di acqua leggermente salata ed un cucchiaino di dado vegetale,
vedi nota, far raggiungere l’ebollizione, versare il riso e cuocere

per il tempo di cottura indicato sulla confezione dal produttore.

Versare il composto di uova e limone in un sol colpo nella pentola del riso cotto
e mescolare o frustare energicamente in modo da rendere un po’ cremosa la preparazione.

Togliere dal fuoco.

 

 

Servire in tavola ad ogni commensale su piatto individuale,
a piacere spolverizzare con parmigiano grattugiato.

 

 

 

Nota
DADO VEGETALE
Ingredienti:
250gr sale grosso – 300gr carote – 200gr sedano
– 2 cipolle grandi (o 1 cipolla+ ½ porro) – 2 spicchi d’aglio
– 10 foglie di salvia – 1 rametto rosmarino – 1 mazzetto prezzemolo
– 4 vasetti Bormioli da 250gr

Ricoprire col sale grosso il fondo di una pentola in acciaio a fondo spesso e disporre sopra le verdure mondate, lavate e tagliate a pezzi non troppo piccoli e gli aromi. Mettere il coperchio e cuocere a fiamma bassa per 1 ora.

Cotte le verdure, frullarle, con minipimer ad immersione, con tutto il liquido che avranno rilasciato ed il sale non ancora sciolto.

A questo punto si possono intraprendere 2 vie:

una prevede la trasformazione del composto in “dado granulare” l’altra detta ”fase umida” prevede  che dopo aver frullato tutto si invasi, si chiudano ermeticamente i vasetti e si capovolgano per  fare il sottovuoto.

I vasetti si possono mettere in frigorifero o in luogo fresco ed asciutto, durano più di un anno. Le dosi di riferimento sono: 1 cucchiaino equivale ad 1 dado industriale. Con il dado preparato può essere utilizzato per tutte le preparazioni in cui è richiesto l’uso di dado o brodo vegetale.

Il Parmigiano Reggiano è un formaggio a pasta dura DOP, prodotto con latte vaccino crudo, parzialmente scremato per affioramento, senza l’aggiunta di additivi.

La zona di produzione comprende le provincie di Reggio Emilia, Parma, Modena e Bologna a sinistra del fiume Reno e Mantova a destra del Po.

Con 3,8 milioni di forme, è il terzo formaggio italiano per produzione dopo il Grana Padano ed il Gorgonzola.

Le origini risalgono al XII secolo e la sua nascita è collocata nell’area delle abbazie benedettine e cistercensi situate fra Reggio Emilia e Parma; tuttavia il Boccaccio nel Decamerone spiega che già attorno al 1200/1300 il Parmigiano Reggiano aveva raggiunto caratteristiche del tipo moderno e quindi le sue origini potrebbero risalire a diversi secoli prima. La ricetta potrebbe essere analoga a quella del formaggio piacentino (chiamato il Piacentino) e a quello lodigiano (il Granone Lodigiano), entrambi a pasta dura, e quest’ultimo citato talvolta da fonti romane.

Attualmente gran parte della produzione del Parmigiano Reggiano avviene con latte prodotto da vacche Frisone, introdotte nel territorio nel corso del Novecento, ma la razza tradizionalmente sfruttata per la produzione del formaggio è la Reggiana rossa, a triplice attitudine (latte, lavoro e carne), introdotta probabilmente dai Longobardi.

La sua produzione di latte è poco più della metà rispetto alla Frisona, sebbene di qualità superiore, e questo ne spiega l’abbandono, unito anche al fatto che la sua forza e l’attitudine al lavoro sono divenute inutili con l’avvento dei trattori.

Alcuni piccoli caseifici ne usano ancora il latte per produrre un formaggio di qualità superiore, da cui l’Associazione Nazionale Allevatori Bovine di Razza Reggiana.

Una forma di formaggio Parmigiano Reggiano deve obbligatoriamente avere un peso variabile compreso tra 30 kg e oltre 40 kg, anche se mediamente s’aggira sui 40 kg. Per produrre una forma di Parmigiano-Reggiano servono circa 550 litri di latte con una media di 14 litri per ogni chilogrammo di formaggio prodotto. Secondo disciplinare di produzione, la stagionatura minima prevista per ogni forma è di 12 mesi.

Il formaggio può essere mangiato a scaglie o grattugiato. In commercio si trova in diverse varianti, caratterizzate da stagionature di 12, 24 e 30 mesi. Tuttavia si possono trovare anche forme stagionate per 36, 48, 72 mesi in manifestazioni gastronomiche importanti e nelle rivendite specializzate con degustazione.

 

 

 

 

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La mia collezione personale di ricette. Provale sono tutte state preparate e provate personalmente. Buon appetito :D

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