Minestrone Toscano nel Coccio
Il Minestrone Toscano nel Coccio è un primo piatto ottimo e gustoso, si può gustare sia freddo che caldo in ogni stagione.
Per il Minestrone Toscano nel Coccio
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
In una ciotola mettere a bagno le lenticchie
o seguire le prescrizioni scritte sulla confezione dal produttore,
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina:
- le foglie di bietola tritarle grossolanamente e tenere da parte
- le foglie di verza, tritarle grossolanamente e tenere da parte
- tritare la cipolla e tenere da parte
- la carota tagliarla a dadini e tenere da parte
- togliere i fili, tagliare a pezzetti la gamba di sedano e tenere da parte
- la rapa tagliarla a dadini e tenere da parte.
Mettere, in una pentola di terracotta,
con lo spargifiamma sotto,
a scaldare l’olio evo a fiamma moderata.
Aggiungere la cipolla e rosolarla per 3 minuti.
Unire le carote a dadini,
il sedano a pezzetti
e la rapa a dadini.
Abbassare la fiamma,
aggiungere le lenticchie,
le bietole e la verza a tritate grossolanamente.
Mettere una manciata di sale grosso
e versare un bicchiere di acqua bollente.
Coprire con il suo coperchio di terracotta
e cuocere per 90 minuti a fiamma bassa.
A minestrone cotto mescolare bene.
Servire in tavola nella pentola di terracotta
oppure in terrine di terracotta
mettendo sul fondo di ognuna pezzi di pane casereccio
o pane abbrustolito
oppure
servire in tavola nella pentola di terracotta
distribuendo il minestrone nei piatti
con le fette di pane casereccio
o pane abbrustolito.
Nota
Il Minestrone Toscano nel Coccio si deve fare utilizzando verdure a piacere, secondo l’offerta di stagione. Non utilizzare le verdure surgelate che sono insapori e senza alcun principio nutritivo.
La verza o cavolo verza (Brassica oleracea var. sabauda), detta anche cavolo di Milano (o cavolo lombardo e cavolo di Savoia), è una varietà di Brassica oleracea simile al cavolo cappuccio, ma a differenza di questo presenta foglie grinzose, increspate e con nervature prominenti.
Pianta biennale con radice fittonante non molto profonda, possiede fusto eretto, di lunghezza raramente superiore ai 30 centimetri. La palla, verde o rosso-violacea, non è molto compatta; le foglie interne sono bianco-giallastre. Viene coltivato in varie zone d’Italia ed è un ortaggio molto conosciuto.
Di origine antichissima, il cavolo verza è coltivato soprattutto nelle regioni centro-settentrionali d’Italia. Particolarmente diffusa è la produzione nel Canavese: a Montalto Dora in novembre si svolge una tradizionale Sagra del cavolo verza.
Il suo utilizzo in cucina è diffuso in gran parte d’Europa e in molte regioni italiane, soprattutto previa cottura e per la preparazione di zuppe e minestre: particolarmente apprezzati sono il riso e verza cun custëini (risotto alla verza e costine di maiale, del Piacentino) e la zuppa ‘d pan e còj (zuppa di pane e cavoli verza) del Canavese. Nei secondi interviene, spesso in abbinamento a carne di maiale, in alcuni piatti caratteristici come i Caponet piemontesi, i Dolmades greci, il Sarma della Romania, i Kohlrouladen dell’area germanica, i Verzolini della cucina piacentina, le Verze sofegae venete, il Bottaggio milanese e la nota Cassoeula. Nella cucina valtellinese è utilizzata per la preparazione dei famosi Pizzoccheri, tipo di pasta di grano saraceno, con aggiunta di patate a tocchetti, formaggio valtellina casera, grana grattugiato, aglio, burro e salvia. Infine anche la cucina olandese fa uso di una specie di verza nel suo piatto più noto, la Boerenkool met worst. Anche alcune preparazioni di Sushi prevedono l’utilizzo di foglie di verza. Anche la verza si può consumare cruda, come si usa per il cappuccio, tagliata sottile e mista ad altre insalate con la differenza che il suo sapore è un po’ forte e non gradito a tutti.