Ingredienti
- 1kg Carne di Montonepolpa o spalla o coscia
- 120gr Passata di pomodoro
- 50gr Burro
- 50gr Lardo1 sol fetta
- 1 Cipolla
- 1 rametto Timo
- 1 rametto rosmarino
- 2 foglie alloro
- 1 ciuffetto Prezzemolo
- 1 spicchio Aglio
- 1/2 bicchiere Vino bianco secco
- 1 cucchiaio Olio Evo
- qb Pepe
- qb Sale
Direzione
Montone in Umido
Il Montone in Umido è un secondo piatto saporito ed appetitoso, ottimo da gustare a pranzo od a cena con familiari ed amici.
Per il Montone in Umido disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Sul piano di lavoro, con un coltello ben affilato, tritare e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, le foglie di prezzemolo, tritarle e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, le foglie di alloro e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, il rametto di timo e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, il rametto di rosmarino e tenere da parte.
Pulire, lavare, tritare la cipolla e tenere da parte.
Pelare l’aglio e tenere da parte.
Lavare la polpa di montone, asciugarla con carta assorbente da cucina, tagliarla a pezzi da 2cm per 2cm e tenere da parte.
In una padella antiaderente capiente mettere a scaldare l’olio evo ed i burro.
Aggiungere la cipolla tritata e far rosolare.
Unire la polpa di montone e far dorare in ogni sua parte.
Versare il vino bianco secco e far evaporare quasi completamente.
Unire la passata di pomodoro, timo, rosmarino, alloro, pepe, sale, ½ bicchiere di acqua calda e cuocere per 60 minuti a fiamma bassa, mescolare di tanto in tanto.
Dopo 30 minuti di cottura aggiungere il lardo tritato, l’aglio, il prezzemolo tritato.
Se la preparazione asciugasse trotto versare ancora un po’ di acqua calda.
A cottura ultimata eliminare timo, rosmarino, alloro, aglio e depositare la preparazione su di un piatto di portata.
Servire in tavola direttamente su di un piatto di portata.
Nota
Il Montone in Umido si può accompagnare con patate lesse.
Il lardo è il prodotto della salagione, aromatizzazione e salatura dello strato di grasso che si trova appena sotto la cute del maiale. Questo taglio grasso del maiale si preleva dal collo, dal dorso e dalla parte alta dei fianchi dell’animale.
Il nome lardo sarebbe da attribuire propriamente al prodotto stagionato, mentre il taglio di carne grassa da cui il lardo si produce, ordinariamente sarebbe corretto chiamarlo “grasso fresco”, per distinguerlo dal prodotto stagionato. Tale distinzione linguistica non sempre è osservata nel linguaggio corrente.
La parola lardo deriva dal latino lār(i)dum, privo di connessioni indoeuropee chiare; in greco antico: λαρινός, lārīnós («ingrassato») ma non è sicuro se sia collegato alla parola latina; lardum è passato, attraverso il francese antico lard, all’inglese, oltre che al greco antico λάρδος, lárdos e al greco moderno λαρδί, lardí
l più conosciuto è probabilmente il lardo di Colonnata che, per il suo gusto unico e la sua delicatezza, ha reso famosa la località toscana da cui prende nome, sulle Alpi Apuane.
La qualità del lardo dipende della scelta delle materie prime, dalla qualità del “grasso fresco” che deve essere di suino pesante, agli aromi con i quali viene strofinato e dalla sapiente arte della stagionatura che ancora oggi viene fatta nelle vasche di marmo (conche) in cui il prodotto rimane per circa 6 mesi.
Un altro tipo è il il lardo Arnad che, a differenza del precedente, viene stagionato in vasche di legno e insaporito con aromi come ginepro, alloro,noce moscata, salvia e rosmarino. Il Lardo di Arnad è una Denominazione di Origine Protetta.
Il lardo è stato riconosciuto dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali come prodotto tradizionale su proposta della Basilicata e del Piemonte.