Ingredienti
- 8 Filetti di Nasello
- 4 cucchiai Olio Evo
- 40gr Pangrattato
- 5 Filetti di acciugasotto olio
- 1 rametto rosmarino
- 1 limone
- qb Pepe
- qb Sale
Direzione
Nasello alla Palermitana
Il Nasello alla Palermitana è un ottimo secondo piatto da servire in un pranzo o ad una cena a base di pesce con familiari ed amici.
Per il Nasello alla Palermitana disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, gli aghi di rosmarino, tritarli e tenere da parte.
In un piatto fondo mettere il pangrattato e tenere da parte.
Sgocciolare i filetti di acciuga dall’olio di conservazione, tritarli e tenere da parte.
Lavare i naselli, asciugare con carta assorbente da cucina, e tenere da parte.
Spremere un limone nello spremiagrumi e tenere il succo da parte.
Insaporire i filetti di nasello con 1 filo di olio evo, pepe e sale e tenere da parte.
Per i filetti di nasello surgelati, farli scongelare completamente e seguire la ricetta.
In una padella antiaderente mettere a scaldare 2 cucchiai di olio evo.
Aggiungere le acciughe tritate e cuocerle fino a che non siano disfatte.
Condire con questa salsa i filetti di nasello, passarli nel pangrattato, cospargerli con il rosmarino tritato allinearli in una padella e cuocerli per 20 minuti o fino a doratura, rigirali a metà cottura.
Spruzzarli con il succo di limone e prelevarli dalla padella con un mestolo forato e disporli su carta assorbente da cucina per far rilasciare l’olio in eccesso.
Depositarli su di un piatto di portata.
Servire in tavola direttamente su piatto di portata.
Nota
Il Nasello alla Palermitana si accompagna con patate fritte o con insalata fresca o con crostini di acciughe e burro o con crostini di caviale.
Il nasello è un pesce d’acqua salata appartenente alla famiglia delle Merluciidae. Il nome nasce nel termine medievale Maris Lucius, “luccio di mare”, per la sua somiglianza con il luccio. Questa specie si trova nel Mar mediterraneo, nel sud del Mar Nero e nell’Oceano Atlantico orientale tra l’ Islanda e la Mauritania. Predilige i fondali di tipo sabbioso o melmoso a profondità comprese tra i 30 ed i 370 metri. I giovani tendono ad essere più costieri e gli adulti possono essere rinvenuti fino a 1000 metri. Si presenta con un corpo allungato e slanciato, i denti prominenti sono distribuiti sulle due mascelle: quella inferiore è più lunga di quella superiore. La bocca, profondamente incisa e rettilinea, armata di forti denti, ricorda quella del Luccio. Le pinne dorsali sono due, la prima alta e stretta, la seconda allungata, con una profonda intaccatura centrale. La pinna anale è simmetrica alla seconda dorsale, e ha la stessa forma. Può raggiungere grosse dimensioni: 140 cm di lunghezza per un peso di 15 kg. Le forme giovanili si nutrono prevalentemente di crostacei, mentre all’avvicinarsi dell’età adulta sembrano cambiare dieta rivolgendosi dapprima a pesci di taglia piccola, per dedicarsi infine esclusivamente a cefalopodi e pesci di una certa dimensione nell’età adulta. Gli adulti sono cannibali e predano spesso giovani della loro specie. Si riproduce in inverno fino all’inizio della primavera. Predatore notturno, di giorno passa il tempo sul fondo. È una specie di grandissima importanza per le marinerie mediterranee ed europee. Viene pescato sia con reti a strascico che con palamiti. Le carni sono delicate e molto digeribili, consumate spesso lesse. Prima che l’Unione Europea ne vietasse la cattura, i piccoli esemplari erano impiegati per la caratteristica frittura di paranza.