Ingredienti
- 24 Ostrica
- 300gr Spinaci
- 100gr Parmigiano Reggiano
- 100gr Burro
- 100gr Pangrattato
- 2 Porri
- 2 coste Sedano
- 1 spicchio Aglio
- 1 cucchiaino Pasta di acciughe
- 1 ciuffo Prezzemolo
- 1 cucchiaio AniceLiquore
- 1 cucchiaino Salsa Worcestershire
- qb Sale
- qb Pepe
Direzione
Ostriche alla Rockfeller
Le Ostriche alla Rockfeller sono un piatto proveniente dagli Stati Uniti, nacquero nel ristorante Lafitte’s Landing, uno dei più celebri di New Orleans. Le Ostriche alla Rockfeller sono un piatto molto versatile si possono servire come antipasto o come secondo piatto, dipente dalla quantità che viene servita ai commensali.
Per le Ostriche alla Rockfeller
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina:
- le foglie di prezzemolo, tritarle e tenere da parte
- gli spinaci e tenere da parte
- i porri, affettarli sottilmente e tenere da parte
- tagliare a fettine le gambe di sedano e tenere da parte.
Pelare, tritare l’aglio e tenere da parte.
In una pentola piena di acqua bollente leggermente salata,
mettere gli spinaci per pochi minuti.
Scolarli, strizzarli e tenere da parte.
In una padella antiaderente sciogliere un po’ di burro.
Mettere nella padella le fettine di sedano, i porri e cuocerli a fuoco lento.
Unire l’aglio ed il prezzemolo tritati.
Aggiungere, sempre nella stessa padella, gli spinaci e mescolare bene.
Cuocere per 10 minuti, mantenendo il fuoco basso.
Unire, ancora, al composto il pangrattato, il liquore all’anice,
la pasta di acciughe, la Worchestershire sauce,
il sale, il pepe ed il grana grattugiato.
Continuare a cuocere fin quando tutti gli ingredienti diverranno totalmente asciutti.
Con il coltello idoneo, aprire le ostriche.
Cospargere su ogni mollusco un cucchiaio colmo del composto preparato.
Disporre le ostriche in una teglia da forno.
Infornare a forno caldo a 200°C per 20 minuti.
Servire in tavola su piatto di portata
o ad ogni commensale su piatto individuale.
Nota
Le ostriche più pregiate sono le Belon, molto grandi,
ma anche le Marennes sono ottime, bretoni e di forma triangolare.
Le ostriche vengono ritenute uno dei primi alimenti afrodisiaci.
Ostrea (nome volgare ostrica) è un genere di molluschi bivalvi dalla conchiglia tondeggiante ricoperta di lamelle squamose ondulate.
Le due valve sono disuguali e quella inferiore, a cui è ancorato l’animale, è più grande e incavata della superiore.
Vive in tutti i mari d’Europa a bassa profondità, abbarbicata alle rocce o ad altri corpi solidi.
Alcune ostriche, principalmente le specie dei mari orientali, producono perle.
È molto apprezzata nella cucina Mediterranea.
Il consumo di ostriche è stato, sin dal periodo preistorico, un elemento importante dell’alimentazione nel bacino del Mar Mediterraneo, infatti diversi cumuli di gusci di ostriche furono rinvenuti da Heinrich Schliemann durante i suoi scavi a Micene.
Buona parte della costa greca è da sempre ricca di ostriche allo stato naturale, così come le coste egiziane, francesi ed italiane.
Nella Roma Imperiale di Nerone ci fu una vera e propria “moda” del consumo di ostriche, che da piatto povero divenne invece un alimento riservato ai ceti sociali più facoltosi. In particolare, è certo che durante il periodo neroniano giungessero a Roma navi cariche di ostriche provenienti dalla Britannia, molto diverse da quelle che si potevano raccogliere lungo le coste italiane.
Inoltre buona parte dell’approvvigionamento romano proveniva dall’ostricoltura che si praticava lungo le coste francesi. I metodi utilizzati per l’allevamento di ostriche furono ben descritti dal poeta romano Decimo Magno Ausonio, vissuto nel IV secolo dopo Cristo.
Così come allora, anche oggi la Francia resta una delle principali produttrici mondiali di ostriche per uso alimentare.
L’ostricoltura è una pratica dell’acquacoltura che prevede l’allevamento delle ostriche per il consumo umano. Spesso l’allevamento delle ostriche avviene insieme a quello delle perle. La storia dell’ostricoltura risale agli Antichi Romani, che la praticavano in Gran Bretagna per trasportare poi i prodotti in Italia. A partire dal XVIII secolo è un’attività molto fiorente in Francia.
Gli ostricultori mettono le ostriche a purgare in bacini di decantazione per far loro espellere melma e sabbia. Alcuni installano un iniettore d’ossigeno per lottare contro i batteri tossici (che affiorano come schiuma, facile da eliminare).
Poi le ostriche sono poste in speciali panieri per essere spedite, dopo controllo sanitario, ai ristoratori, ai privati sul posto, ai mercati o ai negozi di pesce.