Ingredienti
- 500gr Farina 00
- 370ml Acqua
- 25gr Lievito di birra
- 5gr Miele
- 10gr Sale
Direzione
Panini
I Panini fatti in casa sono un ottimo accompagnamento per tutti i secondi piatti di carne, di pesce e verdure, ma anche per la prima colazione e per le merende farcito con salumi, marmellata, cioccolato, nutella, ecc.
Per i Panini
disporre tutti gli ingredienti dosati
sul piano di lavoro.
In una ciotola capiente versare l’acqua,
il miele, il lievito, mescolare bene
e far riposare per 10 minuti.
Aggiungere la farina, il sale,
impastare con un cucchiaio di legno,
poi con le mani al fine di ottenere un panetto liscio
ed omogeneo.
Avvolgerlo nella pellicola per alimenti
e far riposare per 60 minuti.
Togliere la pellicola,
suddividere il panetto in parti uguali
come peso e forma,
con le mani
dare una forma che più ci aggrada.
Sistemare i panini su teglia da forno
ricoperta con carta da forno,
distanziati l’uno dall’altro.
Spolverizzare i panini con un po’ di farina,
applicare su ognuno una croce,
utilizzando un coltello.
Infornare a forno caldo a 230°C
per 30 minuti.
Sfornare
e far intiepidire.
Servire in tavola
su cestino portapane.
Nota
I Panini fatti in casa durano 2 giorni se chiusi in sacchetto di plastica per alimenti.
I lieviti sono un gruppo di funghi, formati da un unico tipo di cellula eucariotica, che possono avere forma ellittica o sferica. Sono state catalogate più di mille specie di lieviti.
Alcune specie sono comunemente usate per lievitare il pane e far fermentare le bevande alcoliche. La maggior parte dei lieviti appartiene al gruppo degli Ascomiceti.
Un piccolo numero di lieviti come la Candida Albicans può causare infezioni nell’uomo, mentre un altro lievito Malassezia pachidermatis è causa di dermatite ed otite nel cane e nel gatto. Il lievito più comunemente usato è un saccaromicete, termine scientifico Saccharomyces Cerevisiae, che è “addomesticato” da migliaia di anni per la produzione di vino, pane, birra.
I primi a scoprire il lievito di birra furono gli antichi egizi verso il 1500 a.C. I produttori di birra classificano i lieviti come ad alta o bassa fermentazione. Questa classificazione è stata introdotta dal danese Emil Christian Hansen.
Il Saccharomyces Cerevisiae è conosciuto anche come lievito da fornaio; è usato come organismo modello da biologi che studiano genetica e biologia molecolare perché è facile crescerlo in coltura, ed in quanto Eucariota ha una struttura molecolare complessa.
Lievito madre è un termine impropriamente utilizzato per definire un impasto di farina e acqua sottoposto a una contaminazione spontanea da parte di microrganismi (per la maggior parte “lieviti”) presenti nelle materie prime, provenienti dall’aria, dall’ambiente, dall’operatore, il cui sviluppo crea all’interno della massa una microflora batterica autoctona in cui predomina la coltura dei batteri lattici.
L’impasto di farina e acqua sottoposto alla contaminazione di lievito e altri microrganismi è anche conosciuto come pasta madre o lievito madre.
La fermentazione dei batteri lattici è una fermentazione lattica (omo- o etero-fermentante, in base alle specie contaminanti), non è la fermentazione alcoolica tipica del S. cerevisiae (lievito compresso, di birra, industriale). Come prodotti di questo metabolismo si hanno acido lattico, acido acetico, acqua, anidride carbonica e metaboliti secondari. Questa massa acida è impropriamente chiamata in gergo tecnico “lievito”, termine ben lontano dal suo significato microbiologico, per il fatto che contribuisce a “levare”, “alzare” la massa in fermentazione con la produzione di gas: questo processo fisico-chimico apporta al prodotto finito (pane, pizza, prodotti da forno) una serie di aspetti positivi tra cui maggiore digeribilità e conservabilità