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Panzanella alla Toscana

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Ingredienti

Regolare le porzioni
8 fette Pane casereccio
1 ciuffetto Basilico
2 Pomodori da insalata
1 Cipolle rosse piccola
8 filetti Acciughe sotto olio
1 cucchiaio Aceto di mele
3 cucchiai Olio Evo
qb Sale

informazioni Nutrizionali

8,9g
Proteine
273k
Calorie
3,6g
Grassi
52g
Carboidrati
1g
Zuccheri

Panzanella alla Toscana

Panzanella alla Toscana

Caratteristiche:
  • Tradizionale

Panzanella alla Toscana:
Bagnare con acqua fredda le fette di pane e strizzarle con i palmi delle mani.
Depositarle allineate su di un piatto di portata, mettere sopra ad ognuna 1 filetto di acciuga, le fette di pomodoro, la cipolla tritata ed il basilico.
Condirle una salsina preparata con sale, aceto, olio evo e sbattuta con i rebbi di una forchetta.

  • 20
  • Serves 4
  • Facile

Ingredienti

Direzione

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Panzanella alla Toscana

La Panzanella alla Toscana è un antipasto semplice e gustoso da servire a pranzo od a cena con familiari ed amici o per un buffet.

Per la Panzanella alla Toscana disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.

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Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, le foglie di basilico, tritarle grossolanamente e tenere da parte.

Lavare sotto acqua corrente, i pomodori, sul piano di lavoro, con un coltello ben affilato, tagliare a fettine eliminando torsolo e semi e tenere da parte.

Pulire, lavare, tritare la cipolla e tenere da parte.

Sgocciolare i filetti di acciuga dall’olio di conservazione, tritarle e tenere da parte.

Bagnare con acqua fredda le fette di pane e strizzarle con i palmi delle mani.

Depositarle allineate su di un piatto di portata, mettere sopra ad ognuna 1 filetto di acciuga, le fette di pomodoro, la cipolla tritata ed il basilico.

Condirle una salsina preparata con sale, aceto, olio evo e sbattuta con i rebbi di una forchetta.

Servire in tavola direttamente sul piatto di portata.

Nota

La Panzanella alla Toscana è un piatto tipico della tradizione culinaria Toscana.

Il Basilico Genovese è un tipo di coltivazione del Basilico Ocimum basilicum e il nome di un prodotto ortofrutticolo italiano a Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.).

Il basilico è un’erba annuale della famiglia delle Labiate.

La zona di origine della specie è quella dell’India e dell’Asia tropicale, dove veniva coltivata come pianta ornamentale e per le sue proprietà curative Si tratta di una pianta originaria dell’India, già conosciuta dagli antichi egizi che la consideravano sacra, era apprezzata anche dagli antichi romani, compare nei testi di Plinio il Vecchio. Grazie a queste proprietà curative, distanti dall’impiego alimentare, il basilico è stato introdotto dai Romani nel Mediterraneo e, a partire dal XIX secolo, la coltivazione si sviluppa nell’area agricola di Genova.

Il Basilico Genovese è un prodotto coltivato esclusivamente sul versante tirrenico della Liguria secondo un disciplinare che prevede la coltivazione tradizionale su terra naturale; non è quindi una cultivar, infatti si definisce “Basilico Genovese” solo quello certificato che rappresenta un tipo di coltivazione del basilico tradizionale della Liguria. Il Basilico Genovese si distingue per le foglie più piccole, dalla forma ovale e convessa, e il colore verde tenue. Il profumo è più delicato e privo della fragranza di menta.

Il Basilico Genovese è frutto dell’unione di due fattori: il territorio, inteso anche come vero e proprio terreno dove viene coltivato, e le tecniche di coltivazione via via sviluppate dagli agricoltori liguri nell’arco della storia.

Sebbene l’indicazione D.O.P. si riferisca alla coltura praticata in tutta la Liguria, il Basilico Genovese viene principalmente coltivato nel quartiere genovese di Pra’.

Rinomato per la sua qualità è particolarmente indicato per la preparazione del classico Pesto, il condimento tipico della cucina ligure adatto a confezionare uno svariato numero di piatti asciutti, tartine e focaccette.

La semina può essere effettuata durante tutto l’anno, pur concentrandosi prevalentemente nel periodo primaverile. Si semina manualmente a una profondità di mezzo centimetro, in siepi appositamente predisposte (denominate tacche) lunghe circa 140 cm. La coltivazione annuale avviene in pieno campo all’aperto ed è maggiormente utilizzata dalle aziende alimentari per la trasformazione.

La coltivazione di serra è una tipicità ligure e garantisce commercio e possibilità di consumo del basilico fresco per tutto l’anno.

La semina in serra avviene durante tutto l’anno. Il terreno di semina viene reso soffice grazie a una lavorazione meccanica e disinfettato con vapore acqueo, per ridurre la presenza delle malattie nel terreno e limitare così l’uso dei prodotti chimici.

Il Consorzio di Tutela Basilico Genovese D.O.P. viene riconosciuto nel 2008 dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Vi aderiscono quasi tutti i produttori di basilico della Liguria. Il consorzio svolge la sua azione a favore del prodotto destinato al consumo fresco e a quello destinato alla trasformazione.

La DOP garantisce il rispetto delle regole di produzione e la qualità del prodotto in tutte le sue fasi, dalla coltivazione al consumo e soprattutto riserva l’uso del nome Basilico Genovese al solo prodotto che dimostra, certificandola, l’origine dal territorio.

Il 4 giugno 2006 è stato ufficialmente inaugurato il “Parco del basilico di Pra'” allestito nella villa Lomellini-Doria-Podestà, ristrutturata dall’amministrazione provinciale di Genova ed utilizzata dal Centro per l’Impiego del Ponente. La villa è limitrofa alle grandi e moderne serre attigue al casello autostradale di Genova Pra’.

 

 

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