Pasta al pesto di pistacchi

Pasta al pesto di pistacchi

La Pasta al pesto di pistacchi è una ricetta tradizionale siciliana della città di Bronte. La Pasta al pesto di pistacchi sono un primo piatto che racchiude tutto il sapore del Mediterraneo coni un gusto aromatico e fresco.

Per la Pasta al pesto di pistacchi
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.

Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina,
le foglie di basilico e tenere da parte.

Sgusciare i pistacchi, eliminare la buccia esterna
mettendoli per pochi minuti in acqua bollente,
toglierli dall’acqua usando un mestolo forato,
eliminare la buccia che ricopre i pistacchi e tenere da parte.

 

Per il pesto di pistacchi:
la tradizione prevede l’uso del mortaio ma oggi si usa il mixer.

Mettere nel mixer i pistacchi pelati, i gherigli di noce od i pinoli ed il basilico
e far girare il mixer ad intermittenza, in modo da non far riscaldare il basilico,
al fine di ottenere un composto grossolano.

Aggiungere gradatamente l’olio a filo in modo da ottenere un impasto cremoso,
infine amalgamare al pesto il formaggio grattugiato.

In una pentola piena di acqua bollente salata,
mettere a cuocere la pasta, scolarla al dente
e tenere da parte un ½ bicchiere dell’acqua di cottura.

Versare la pasta in una padella antiaderente.

Aggiunger qualche cucchiaio di pesto,
e farla saltare scuotendo la padella.

Unire, poco alla volta, l’acqua di cottura,
in modo che formi una salsina che avvilupperà la pasta.

Amalgamare il tutto con il resto del pesto ed il parmigiano
e servire spolverando con granella di pistacchi.

Servire in tavola ad ogni commensale su piatto individuale.

 

Nota
La Pasta al pesto di pistacchi è un primo favoloso, delicato ed invitante.
La Pasta al pesto di pistacchi è un gustoso primo piatto che si prepara velocemente.

Il pistacchio (Pistacia vera – L.) è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Anacardiaceae e del genere dei Pistacia. È originario del Medio Oriente, dove veniva coltivato già in età preistorica, particolarmente in Persia. Come riferisce nel suo celebre I Dipnosofisti, Ateneo di Naucrati, scrittore e sofista greco vissuto nel II secolo, nell’Impero Romano, diversi autori greci ed ellenistici parlano del pistacchio, collocandone la coltivazione in Siria, Persia e India, e chiamandolo bistachion o pistakia o pistakion. Il pistacchio è un albero caducifoglie e latifoglie, può raggiungere un’altezza di circa 11-12 metri, ma generalmente si ferma a 5-6 metri. Il pistacchio è molto longevo e raggiunge un’età di 300 anni circa, ma ha un accrescimento molto lento. In Italia vi è storicamente una coltivazione di nicchia: rinomati sono i pistacchi di Bronte e Adrano alle pendici dell’Etna, tutelati dal marchio DOP ” Pistacchio Verde di Bronte”. L’Italia è passata da una produzione di 2.400 tonnellate nel 2005 a 2.850 tonnellate del 2012, diventando il settimo produttore al mondo. Zone di coltivazione a rilevanza internazionale si trovano in Medio Oriente (soprattutto Iran, ma anche Turchia e Siria, anche se quest’ultima in forte calo), in California e, negli ultimi anni, anche in Cina. La varietà più diffusa in Italia è la Bianca (comunemente chiamata Napoletana o Nostrale, il seme è verde e rappresenta il fattore commerciale di pregio). Altre varietà sono la Cappuccia, Cerasola, Insolia, Silvana, Femminella. Una volta raccolto, il pistacchio va fatto asciugare e poi bisogna togliere il mallo che ricopre il guscio legnoso, infine si fa seccare per consentire la conservazione per lungo periodo e la vendita. I pistacchi vengono utilizzati sia sgusciati sia pelati, spesso tostati e salati, anche in pasticceria, per preparare gelati, creme, bevande e per la produzione di salumi o come condimenti per primi e secondi piatti.

 

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