Patè di Formaggio
Il Patè di Formaggio è un antipasto ideale per le occasioni di festa. Il Patè di Formaggio è una prelibatezza della cucina tradizionale francese. Il Patè di Formaggio è adatto ad insaporire pane, crostini, crackers, grissini ma anche verdure crude.
Per il Patè di Formaggio
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina:
- le foglie di prezzemolo, tritarle e tenere da parte.
In una ciotola capiente mescolare la farina ed il lievito,
setacciarli e tenere da parte.
Sul piano di lavoro tagliare:
- a dadini il formaggio e tenere da parte
- il prosciutto cotto e tenere da parte.
In una ciotola battere, con la frusta, il burro e le uova sgusciate.
Unire il prezzemolo tritato, la noce moscata, la senape, il sale, il pepe
e mescolare bene.
Aggiungere, sempre mescolando,
il prosciutto ed il formaggio tagliati a dadini,
la farina ed il lievito setacciati insieme, la panna,
frustare bene al fine di ottenere una crema liscia e morbida.
Riempire con la crema uno stampo da plum cake imburrato.
Infornare a forno caldo 140° C per 50 minuti.
Sformare su di un piatto di portata.
Servire in tavola su piatto di portata.
Nota
Il Patè di Formaggio ha un gusto raffinato e gustoso.
Il Patè di Formaggio è un antipasto facile da preparare, perfetto anche per un aperitivo.
La Fontina DOP (in francese Fontine) è un formaggio (DOP) Valdostano, prodotto ad ogni mungitura e stagionato almeno 3 mesi. Fontina DOP. Il Consorzio Produttori e Tutela della Dop Fontina vigila sulla produzione della Fontina e provvede alla marchiatura delle forme conformi. La Cooperativa Produttori Latte e Fontina è il maggior produttore di Fontina Dop, che raccoglie, stagiona e commercializza. Nel 1996 ha ottenuto dall’ Unione Europea la Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.).
Nel 2016 la Fontina è stata inserita nei 26 formaggi migliori al mondo dal Wall Street Journal.
Il nome Fontina pare origini da un alpeggio di produzione chiamato Fontin; altre versioni lo collegano al villaggio di Fontinaz. Ma il nome potrebbe derivare dal termine francese antico “fontis” o “fondis” a indicare la particolare capacità della pasta di questo formaggio di fondersi col calore.
La sua origine viene fatta risalire al 1270, sebbene la prima testimonianza iconografica risalga al XV secolo, in un affresco del Castello di Issogne. La prima citazione della Fontina risale al 1477 nella Summa Lacticinorum del medico vercellese Pantaleone di Confienza, mentre la prima classificazione è del 1887 con “Le Fontine di Val d’Aosta” nell’annuario della Stazione Sperimentale del caseificio di Lodi.
Viene prodotta esclusivamente con latte intero crudo di bovine di razza valdostana (razze pezzate Valdostane rosse e Valdostana pezzata nera), alimentate prevalentemente con foraggio verde nel periodo estivo e con fieno locale nel resto dell’anno. L’aspetto al taglio, può variare leggermente nel colore e nella leggera occhiatura, in base al produttore nonché alla stagione in cui è stato fabbricato; anche la salatura, poco accentuata, varia leggermente a seconda del produttore. Le forme che non superano il controllo di idoneità al marchio Fontina, sono immesse al commercio come formaggio valdostano.
A stagionatura ultimata, dopo una serie di severi controlli, il Consorzio Produttori e Tutela della DOP Fontina procede alla marchiatura: le forme contrassegnate con il marchio sono garantite per autenticità e qualità.
L’unica zona di produzione di questo formaggio è la Valle d’Aosta.
È consigliato un vino rosso leggero e delicato per fare risaltare il gusto del formaggio.
Tradizionalmente sono gli “arpian” (i pastori degli alpeggi) a preparare la fontina nelle baite. Ciò che resta del siero del latte usato per fare la fontina veniva e viene tuttora riscaldato sul fuoco per far affiorare sulla superficie la brossa, ossia la schiuma bianca prelevata man mano che si forma con un mestolo piatto e largo per condire, fredda o calda, la polenta.