Petti di Tacchino alla Piemontese
I Petti di Tacchino alla Piemontese sono un piatto gustoso e saporito ideale per un pranzo od una cena in famiglia o con amici.
Per i Petti di Tacchino alla Piemontese disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
In un piatto fondo mettere la farina e tenere da parte.
Pulire con carta assorbente da cucina, il tartufo asportando tutte le impurità. Sul piano di lavoro, con un coltello ben affilato, o con l’apposito attrezzo pela-tartufi affettarlo sottilmente e tenere da parte.
Lavare i petti di tacchino, asciugarli con carta assorbente da cucina, batterli leggermente con il pesta-carne per rompere le fibre, salarli, peparli passarli nella farina e tenere da parte.
In una padella antiaderente mettere a sfrigolare 50gr di burro.
Aggiungere i petti di tacchino farli rosolare da ambo le parti a fuoco vivace.
Togliere dal fuoco e depositare i petti allineati in una pirofila imburrata e tenere da parte.
Nella padella con il fondo di cottura versare il marsala e farlo ridurre un po’ a fiamma moderata.
Fuori dal fuoco mettere il restante burro e mescolare bene.
Ricoprire i petti di tacchino in pirofila con le fettine di tartufo e cospargerli con il parmigiano.
Versare il il sugo preparato sui petti di tacchino.
Infornare a forno caldo a 180°C fino alla fusione del parmigiano.
Servire in tavola direttamente in pirofila.
Nota
I Petti di Tacchino alla Piemontese si possono servire con un contorno di patatine al forno o con verdura fresca di stagione.
I tacchini (genere Meleagris) sono gallinacei snelli, con zampe piuttosto lunghe ed ali e coda proporzionalmente corte. Testa e parte superiore del collo appaiono bitorzolute, e dalla mandibola superiore del becco, breve robusto ed arcuato, pende nel maschio un’ escrescenza carnosa ed erettile di forma conica quando contratta e flaccida e pendula negli altri casi. Il tacchino “gloglotta”, quindi il suo verso è un gloglottio. In Europa, il tacchino fu introdotto poco dopo la scoperta dell’America. Nel XVI secolo esso era ancora rarissimo e ricercato, mentre oggi è uno dei più diffusi tra gli uccelli domestici. Il tacchino viene utilizzato soprattutto per la carne, l’incubazione, le uova e la piuma.
Grande consumo di tacchini si fa in alcuni paesi, specialmente in Inghilterra, per le feste di Natale. I maggiori paesi esportatori sono il Canada, l’Irlanda, l’Ungheria e la Iugoslavia.
In Italia si allevano tacchini di piccola mole (in parte esportati) soprattutto nell’Emilia e nel Mezzogiorno. Razze Italiane: Brianzolo, castano precoce, bronzato comune, bronzato dei colli Euganei, ermellinato di Rovigo, nero d’Italia, parma e piacenza, romagnolo. La carne di tacchino si distingue per il suo elevato apporto nutritivo associato ad una contenuta presenza di grassi, si tratta di una carne che dona tante proteine e pochi grassi e ciò spiega la sua affermazione nella cucina italiana. Tra i diversi tagli di carne di tacchino è molto nota la fesa, la parte corrispondente al petto del volatile, la quale può essere gustata sotto diverse forme. La fesa di tacchino è venduta intera, a fettine e come salume. La fesa intera è perfetta per la preparazione di arrosti delicati e magri, mentre le fettine possono essere cucinate in padella in pochi minuti, con burro e salvia o accompagnandole a verdure saltate. Dai muscoli del petto dei tacchini viene anche ricavato un ottimo salume, insaccato in una rete elastica e affumicato o spennellato sulla superficie con del caramello. Questo salume è ottimo da tagliare a fette e da gustare da solo oppure accompagnandolo con una saporita salsa tonnata o maionese. La salsa fatta con tonno, maionese, capperi, acciughe, limone e pepe è un connubio ideale tra la carne di tacchino e la salsa tonnata ottima anche per la preparazione di panini imbottiti. La più antica rappresentazione di un tacchino in pittura in Europa si trova nella “Stanza degli Uccelli” di Villa Medici a Roma, fatta affrescare a Jacopo Zucchi nel 1576-1580 da Ferdinando I De’ Medici.