Pizza al Pecorino di Jesi

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Pizza al Pecorino di Jesi

La Pizza al Pecorino di Jesi è ottima da gustare a pranzo od a cena con familiari ed amici o per un buffet.

Disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.

Preparare l’impasto la sera prima.

Far sciogliere il lievito con ½ bicchiere di latte
e ½ bicchiere di acqua.

Sul piano di lavoro disporre la farina a fontana,
aggiungere 1 uovo, il lievito sciolto
ed impastare fino ad ottenere un composto morbido.

Metterlo in una ciotola coperta con pellicola per alimenti
e far lievitare in forno spento.

Dopo 2 ore unire all’impasto 1 uovo,
lavorare ancora l’impasto per far assimilare l’uovo.

Metterlo, ancora, in una ciotola coperta con pellicola per alimenti
e far lievitare in forno spento per tutta la notte.

Togliere il burro dal frigorifero
e tenere a temperatura ambiente.

Grattugiare il pecorino
e tenere da parte.

Il giorno dopo togliere dal forno mettere l’impasto sul piano di lavoro,
unire le 2 uova rimaste, 150gr di pecorino, 150gr parmigiano,
il burro, l’olio, sale, pepe ed impastare fino ad ottenere un composto morbido
ed omogeneo.

Metterlo, ancora, in una ciotola coperta con pellicola per alimenti
e far lievitare in forno spento per 1 ora.

Togliere dal forno mettere l’impasto sul piano di lavoro,
unire il pecorino rimasto ed impastare ancora
fino ad ottenere un composto morbido ed omogeneo.

Metterlo in una teglia da forno unta di olio evo,
distendere bene l’impasto e far lievitare in forno spento per 1 ora.

Infornare a forno caldo a 250°C
per 25 minuti.

Sfornare e metterla su piatto di portata.

Servire in tavola su piatto di portata
tagliata a fette per favorire la presa ai commensali.

 

 

Nota
La Pizza al Pecorino di Jesi è una specialità della cucina tradizionale Marchigiana.

Con il termine pecorino si indica un formaggio prodotto con latte di pecora, il quale si differenzia da quello vaccino soprattutto per la percentuale di grasso e di caseina: più del doppio, il che ai fini della caseificazione configura un latte particolarmente ricco.

Storicamente di origine Mediterranea, è un prodotto diffuso anche altrove.

In Italia il pecorino ha raggiunto una produzione di tale qualità da occupare una posizione strategica nel settore lattiero caseario dando origine a un comparto produttivo valido e da valorizzare, con tecniche di lavorazione simili ma con differenti sfumature che portano a formaggi diversi e dunque non concorrenziali fra loro.

La Comunità Europea ha riconosciuto ben otto Denominazione di Origine Protetta (DOP) registrati sotto il nome “pecorino”: si tratta del Pecorino Romano, Pecorino Toscano, Pecorino Sardo, Pecorino di Filiano, Pecorino Crotonese, Pecorino di Picinisco, Pecorino Siciliano e del Pecorino delle Balze Volterrane.

Diversi altri formaggi pecorini italiani inoltre rientrano nell’elenco dei  Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).

In Italia i formaggi pecorini sono prodotti in diverse regioni, soprattutto quelle centrali, meridionali e nelle isole. Le tre denominazioni DOP più diffuse e conosciute e prodotte in più regioni sono: il Pecorino Romano, prodotto in Sardegna (97%), Toscana (2%) e Lazio (1%), il Pecorino Toscano che è prodotto sia in Toscana che in Lazio e il Pecorino Sardo prodotto in Sardegna. Gli altri pecorini sono prodotti a livello regionale e spesso provinciale, assumendo una forte connotazione geografica.

Il Pecorino può essere classificato in base alla stagionatura: fresco, Primo sale, Secondo sale o semi-stagionato e stagionato.

I caseifici producono diverse varianti aggiungendo:

pepe nero, peperoncino, pomodori secchi, olive o tartufo.

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