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Polenta alla Romana

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Ingredienti

Regolare le porzioni
500gr Salsiccia di maiale
200gr Cotenne maiale pulite
800gr Passata di pomodoro
100gr Pecorino grattugiato
1 Cipolla
1 Carote
2 rametti Maggiorana
1/2 bicchiere Vino bianco secco
3 cucchiai Olio Evo
qb Pepe
qb Sale
500gr Farina di mais Per Polenta
2 litri Acqua Per Polenta
1 cucchiaio Sale Grosso Per Polenta

informazioni Nutrizionali

7,5g
Proteine
349k
Calorie
1,1g
Grassi
79g
Carboidrati
0,8g
Zuccheri

Polenta alla Romana

Polenta alla Romana

Caratteristiche:
  • Tradizionale

Polenta alla Romana:
Mentre cuoce la polenta, mettere in una padella antiaderente a scaldare l’olio evo.
Aggiungere la cipolla, la carota, la maggiorana, le cotenne tutti tritati e far imbiondire mescolando.
Unire la salsiccia sbriciolata e farla dorare mescolando.
Versare il vino bianco secco e far evaporare.
Continuare la cottura a fuoco moderato per 30 minuti, mescolare di tanto in tanto.
Aggiungere la passata di pomodoro, pepe, sale e continuare a cuocere per 25 minuti a fiamma bassa, mescolare di tanto in tanto.
Dividere la polenta in 4 fondine, ricoprire ogni fondina con polenta, versare sopra il sugo alla salsiccia preparato e spolverizzarle con il pecorino grattugiato.

  • 80
  • Serves 4
  • Facile

Ingredienti

Direzione

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Polenta alla Romana

La Polenta alla Romana è un piatto unico saporito ed appetitoso, ottimo da gustare a pranzo od a cena con familiari ed amici.

Per la Polenta alla Romana disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.

Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, le foglie di maggiorana, tritarle e tenere da parte.

Pulire, lavare, tritare la cipolla e tenere da parte.

Pelare la carota, lavarla, tritarla e tenere da parte.

Sul piano di lavoro, con un coltello ben affilato tritare le cotenne di maiale pulite e tenere da parte.

Sul piano di lavoro spellare la salsiccia, sbriciolarla a mano e tenere da parte

Preparare la polenta senza mescolare:

Mettere in una pentola a fondo spesso a far bollire 2 litri di acqua, 1 cucchiaio sale grosso e mettere in un colpo 1/2kg. di farina per polenta.

Mescolare con la frusta facendo amalgamare bene la farina con l’acqua.

Alcuni aggiungono 1 cucchiaio di olio evo per evitare la formazione di grumi ma se si frusta bene non è necessario.

Abbassare la fiamma al minimo coprire con un coperchio e cuocere per circa 50 minuti senza più rimestare.

Si formerà una crosticina sulle pareti della pentola ma la polenta non brucerà.

Mentre cuoce la polenta, mettere in una padella antiaderente a scaldare l’olio evo.

Aggiungere la cipolla, la carota, la maggiorana, le cotenne tutti tritati e far imbiondire mescolando.

Unire la salsiccia sbriciolata e farla dorare mescolando.

Versare il vino bianco secco e far evaporare.

Continuare la cottura a fuoco moderato per 30 minuti, mescolare di tanto in tanto.

Aggiungere la passata di pomodoro, pepe, sale e continuare a cuocere per 25 minuti a fiamma bassa, mescolare di tanto in tanto.

Dividere la polenta in 4 fondine, ricoprire ogni fondina con polenta, versare sopra il sugo alla salsiccia preparato e spolverizzarle con il pecorino grattugiato.

Servire in tavola direttamente sui piatti preparati.

Nota

Se si vuole una polenta più morbida, su 1 kg di farina, togliere 200gr di farina ed aggiungere 200gr di semolino.

La polenta si può arricchire con dei formaggi semiduri o molli come la fontina, la toma, il latteria, l’emmental, l’asiago, il bitto, il montasio ecc. ed il parmigiano grattugiato.

5 minuti prima del termine della cottura della polenta, salarla ed aggiungere i formaggi tagliati a pezzetti e mescolare fino al termine cottura in modo da scioglierli completamente.

La polenta è un antico alimento rustico di origine Italiana a base di farina di mais o altri cereali.

Pur essendo conosciuto nelle sue diverse varianti pressoché sull’intero suolo italiano, ha costituito, in passato, l’alimento di base della cucina povera in varie zone Settentrionali di:

Lombardia, Veneto, Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Trentino, Toscana, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, regioni nelle quali è piuttosto diffuso.

La polenta è tradizionalmente cucinata anche nelle zone di montagna di Umbria, Marche, Molise, Abruzzo e Lazio.

La polenta, con numerose varianti, è diffusa anche: in Ungheria (puliszka), Malta (tgħasida – storico), nei territori francesi della Savoia e della Contea di Nizza, della Guascogna (cruchade) e

della Linguadoca (milhàs),

in Svizzera, Croazia (palenta, žganci o pura), Slovenia (polenta o žganci),

Serbia (palenta), Romania (mămăligă), Bulgaria (kačmak), Georgia (ghomi), Albania

(harapash), Corsica (pulenta o pulenda), Argentina e Uruguay (polenta),

Brasile (polenta), Ucraina (culeša), Marocco tra le tribù berbere (“tarwasht”), Venezuela, Cile e Messico.

La polenta viene prodotta cuocendo a lungo un ammasso semi-liquido costituito da un impasto di acqua e farina (solitamente a grana grossa) di cereale. La più comune in Europa è quella a base di mais, detto granoturco, cioè la classica “polenta gialla”. Questa si versa a pioggia nell’acqua bollente e salata, in un paiolo (tradizionalmente di rame), e si rimesta continuamente con un bastone di legno di nocciolo per almeno un’ora.

La farina da polenta è solitamente macinata a pietra (“bramata”) più o meno finemente a seconda della tradizione della regione di produzione. In genere la polenta pronta viene presentata in tavola su un’asse circolare coperta da un canovaccio e viene servita, a seconda della sua consistenza, con un cucchiaio, tagliata a fette, con un coltello di legno o con un filo di cotone, dal basso verso l’alto.

Il termine polenta deriva dal latino puls, una specie di polenta di farro (in latino far da cui deriva “farina”) che costituiva la base della dieta delle antiche popolazioni Italiche. I greci invece usavano solitamente l’orzo. Ovviamente, prima dell’introduzione del mais (dopo la scoperta dell’America), la polenta veniva prodotta esclusivamente con vari altri cereali come, oltre ai già citati orzo e farro, la segale, il miglio, il grano saraceno e anche il frumento, in misura minore, soprattutto in zone montane, si usano farine di castagne e di fagioli, dando origine a un impasto più dolce. Le polente prodotte con tali cereali sono più rare, specie in Europa.

La polenta si accompagna molto bene al burro, ai formaggi molli e ai piatti che contengono molto sugo, in generale carni in umido.

La polenta fritta è un primo piatto a base di polenta diffuso in Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia. A Napoli, Foggia, Bari e Messina i triangolini o rettangoli di polenta fritta sono detti Scagliozzi o scagliuozzi e sono venduti nelle friggitorie. Si tratta di un piatto tipico della cucina povera barese e messinese. In Veneto la polenta viene fritta, salata e tradizionalmente consumata come snack.

La polenta e salsiccia è un piatto diffuso con numerose varianti in numerose regioni italiane ed è già attestato dall’Artusi che lo proponeva in una particolare versione con polenta tenera di farina di grano turco e salsiccia in tegame con sugo, conserva di pomodoro e parmigiano.

La polenta si può arricchire con dei formaggi semiduri o molli come la fontina, la toma, il latteria, l’emmental, l’asiago, il bitto, il montasio ecc. ed il parmigiano grattugiato.

5 minuti prima del termine della cottura della polenta, salarla ed aggiungere i formaggi tagliati a pezzetti e mescolare fino al termine cottura in modo da scioglierli.

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