Ingredienti
- 500gr Farina di mais
- 200gr Fontina
- 150gr Burro
- qb Sale
Direzione
Polenta alla Valdostana
La Polenta alla Valdostana è un piatto tradizionale della cucina della Valle d’Aosta, ottimo da consumare in qualsiasi stagione.
Per la Polenta alla Valdostana
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Sul piano di lavoro tagliare a fette sottilissime la fontina e tenere da parte.
In una pentola o paiolo con 2,5 litri di acqua leggermente salata
far raggiungere l’ebollizione.
Aggiungere 50gr di burro,
mescolare bene per far sciogliere il burro a fiamma moderata.
Gettare in un sol colpo la farina gialla
e mescolare bene con la frusta fino a che tutti i grumi si siano sciolti.
Continuare a mescolare con il tradizionale bastone per polenta
fino a che la polenta si stacchi facilmente dal bastone, la polenta è cotta.
Ungere di burro una zuppiera capiente,
versare un primo strato di polenta
e sopra mettere un po’ di burro e delle fettine di fontina.
Coprire ancora con un po’ di polenta,
mettere sopra il burro e le fettine di fontina e così via fino ad esaurimento degli ingredienti.
Servire in tavola nella zuppiera
o ad ogni commensale su piatto individuale.
Nota
La Polenta alla Valdostana o polenta grassa si può accompagnare con salamelle o con cotechino.
La Fontina DOP (in francese Fontine) è un formaggio (DOP) Valdostano, prodotto ad ogni mungitura e stagionato almeno 3 mesi. Fontina DOP. Il Consorzio Produttori e Tutela della Dop Fontina vigila sulla produzione della Fontina e provvede alla marchiatura delle forme conformi. La Cooperativa Produttori Latte e Fontina è il maggior produttore di Fontina Dop, che raccoglie, stagiona e commercializza. Nel 1996 ha ottenuto dall’ Unione Europea la Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.)
La Polenta alla Valdostana è un piatto tradizionale della cucina della Valle d’Aosta, ottimo da consumare in qualsiasi stagione.
Nel 2016 la Fontina è stata inserita nei 26 formaggi migliori al mondo dal Wall Street Journal.
Il nome Fontina pare origini da un alpeggio di produzione chiamato Fontin; altre versioni lo collegano al villaggio di Fontinaz. Ma il nome potrebbe derivare dal termine francese antico “fontis” o “fondis” a indicare la particolare capacità della pasta di questo formaggio di fondersi col calore.
La sua origine viene fatta risalire al 1270, sebbene la prima testimonianza iconografica risalga al XV secolo, in un affresco del Castello di Issogne. La prima citazione della Fontina risale al 1477 nella Summa Lacticinorum del medico vercellese Pantaleone di Confienza, mentre la prima classificazione è del 1887 con “Le Fontine di Val d’Aosta” nell’annuario della Stazione Sperimentale del caseificio di Lodi.
Viene prodotta esclusivamente con latte intero crudo di bovine di razza valdostana (razze pezzate Valdostane rosse e Valdostana pezzata nera), alimentate prevalentemente con foraggio verde nel periodo estivo e con fieno locale nel resto dell’anno. L’aspetto al taglio, può variare leggermente nel colore e nella leggera occhiatura, in base al produttore nonché alla stagione in cui è stato fabbricato; anche la salatura, poco accentuata, varia leggermente a seconda del produttore. Le forme che non superano il controllo di idoneità al marchio Fontina, sono immesse al commercio come formaggio valdostano.
A stagionatura ultimata, dopo una serie di severi controlli, il Consorzio Produttori e Tutela della DOP Fontina procede alla marchiatura: le forme contrassegnate con il marchio sono garantite per autenticità e qualità.
L’unica zona di produzione di questo formaggio è la Valle d’Aosta.
È consigliato un vino rosso leggero e delicato per fare risaltare il gusto del formaggio.
Tradizionalmente sono gli “arpian” (i pastori degli alpeggi) a preparare la fontina nelle baite. Ciò che resta del siero del latte usato per fare la fontina veniva e viene tuttora riscaldato sul fuoco per far affiorare sulla superficie la brossa, ossia la schiuma bianca prelevata man mano che si forma con un mestolo piatto e largo per condire, fredda o calda, la polenta.