Polpettine di Tonno Panate

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Polpettine di Tonno Panate

Le Polpettine di Tonno Panate sono un antipasto o un secondo piatto gustoso e saporito, da proporre in un pranzo o cena a base di pesce.

Per le Polpettine di Tonno Panate
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.

In una ciotola mettere il latte ed il pancarrè per 5 minuti,
togliere il pancarrè dal latte strizzarlo bene e tenere da parte.

Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, le foglie di prezzemolo,
tritarle finemente e tenere da parte.

Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina il limone, tagliarlo a fettine e tenere da parte.

Lavare sotto acqua corrente i capperi, tritarli e tenere da parte.

Aprire la scatola di tonno, farlo sgocciolare dall’olio e tenere da parte.

In una ciotola capiente mettere il tonno sgocciolato,
il pancarrè strizzato, i capperi tritati, l’uovo, il parmigiano,
il prezzemolo tritato, amalgamare bene al fine di ottenere un composto omogeneo
e far riposare 20 minuti.

Prelevare dal composto preparato delle piccole quantità di prodotto,
con i palmi delle mani formare delle palline delle dimensioni di una noce.

Passare ogni singola pallina nel pangrattato in modo che si ricopra bene,

In una padella antiaderente capiente mettere a scaldare l’olio di arachidi.

Aggiungere le polpettine panate, friggerle in ogni loro parte,
girandole ogni tanto fino a doratura completa.

Depositarle su carta assorbente da cucina per far rilasciare l’olio in eccesso.

 

Servire in tavola su piatto di portata se servito come antipasto
o servire ogni commensale su piatto individuale se servito come secondo piatto,
aumentando la dose individuale di ogni commensale, guarnire con fettine di limone.

 

 

Nota
Le Polpettine di Tonno Panate, se servite come secondo piatto, si accompagnano con patatine al forno o fritte, con verdure cotte o crude a piacere.

Il cappero o Capparis spinosa è un piccolo arbusto o suffrutice ramificato a portamento prostrato-ricadente. Della pianta si consumano i boccioli, detti capperi, e più raramente i frutti, noti come cucunci. Entrambi si conservano sott’olio, sotto aceto o sotto sale. Il portamento della pianta dei capperi è cespitoso, con fusto subito ramificato e rami lignificati solo nella parte basale, spesso molto lunghi, dapprima eretti, poi striscianti o ricadenti. La pianta entra in riposo durante i mesi freddi. In piena primavera riprende l’attività vegetativa e fiorisce nei mesi di maggio e giugno. La fioritura si protrae durante l’estate in condizioni di umidità favorevoli ed in tarda estate riprende d’intensità per diminuire progressivamente al sopraggiungere dell’autunno. Il cappero è coltivato fin dall’antichità ed è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo. È spontaneo solo su substrati calcarei: nel suo ambiente naturale cresce sulle rupi calcaree, nelle falesie, su vecchie mura, formando spesso cespi con rami ricadenti lunghi anche diversi metri. È una pianta eliofila e xerofila con esigenze idriche limitatissime. Le proprietà aromatiche sono contenute nei boccioli del fiore comunemente chiamati capperi. Utilizzati in gastronomia da millenni, si raccolgono ancora chiusi e si conservano in macerazione sotto sale o sotto aceto. I capperi sono solitamente usati per aromatizzare le pietanze e si sposano bene con una grande varietà di cibi: dalla carne, al pesce, alla pasta. Il frutto, di sapore simile ma più delicato del cappero, è detto cucuncio, cocuncio o capperone e si trova in commercio sotto sale, sott’olio o sotto aceto. È usato tradizionalmente nella cucina eoliana (isole Eolie) per condire piatti di pesce. Gli eoliani usano anche dissalare i cucunci o i capperi e consumarli al pari di una qualsiasi verdura, di solito in insalata. In ambito culinario vengono utilizzate anche le giovani foglie come insalata, previa cottura per pochi minuti in acqua bollente. L’ampia diffusione in Sicilia e l’uso tradizionale che se ne fa nella cucina siciliana hanno portato i capperi ad essere inseriti nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT) dal (Mipaaf) come prodotto tipico Siciliano. Il Cappero di Pantelleria ha invece ottenuto l’ ndicazione geografica protetta (IGP). Fin dall’antichità è diffusa la credenza che attribuisce proprietà afrodisiache al cappero. I capperi contengono più quercitina in rapporto al peso di ogni altra pianta. In erboristeria è utilizzata la corteccia della radice. I principi attivi hanno proprietà diuretiche e protettrici dei vasi sanguigni. Può essere utilizzata nella cura della gotta, delle emorroidi, delle varici. Un infuso preparato con radici di cappero e germogli giovani era utilizzato in medicina popolare per alleviare i reumatismi.

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